#FaentiniNelMondo, l’emergenza Covid 19 in Inghilterra: casi in aumento e misure del governo
Dalla controversa proposta di ottenere l’immunità di gregge, a costo di perdere molti cari, al ricovero del primo ministro Boris Johnson per Covid 19: il Regno Unito è sicuramente uno dei Paesi che più di altri ha cambiato il proprio approccio in queste settimane nella lotta al Coronavirus. Ma qual è la situazione in Inghilterra oggi? Quali strategie e scelte sono state messe in campo? Scelte che è importante condividere con l’aiuto dei nostri faentini nel mondo che ci aiutano a non restare chiusi – oltre che a casa – nella nostra ‘bolla informativa’. Infatti il ‘modello italiano’ indicato ai cittadini – si pensi alle autocertificazioni o al divieto di passeggiate – è veramente identico come ci viene presentato da più parti nei media o presenta differenze? Per approfondire questo tema, abbiamo contattato alcuni faentini nel mondo per sapere come stanno vivendo queste settimane e per capire come i rispettivi Paesi stanno affrontando l’emergenza Covid 19. È bene precisare che le situazioni dei differenti Paesi non sono in realtà davvero paragonabili, essendo molto diversi i sistemi sanitari, la giurisdizione, la demografia, i numeri del contagio; tuttavia può essere utile capire similarità o differenze.
Le altre testimonianze di #FaentiniNelMondo
Dopo Susanna Banfi, studentessa a Vienna, Federico Patuelli, studente in Belgio, Pietro Savorani, studente in Svezia, Adriana Andalò residente negli Stati Uniti, Alessandra Lega, residente in Germania, Claudia Campanini, ricercatrice a Barcellona, Francesco Casalini, coinvolto in un progetto di coop. internazionale in Giordania, abbiamo contattato mercoledì 8 aprile Teresa Piccirillo, data scientist a Londra.
Intervista alla faentina Teresa Piccirillo, data scientist a Londra
Raccontaci un po’ di te: in quale Paese all’estero ti trovi e di cosa ti occupi?
Vivo a Londra e lavoro come data scientist per Crif Realtime, un’azienda italiana che ha sedi in circa 30 paesi nel mondo. In questo momento stiamo creando modelli statistici allo scopo di aiutare le piccole e medie imprese ad avere accesso al credito il prima possibile per poter fronteggiare le perdite presenti e future dovute alla situazione Covid-19.
Al di là di quello che leggiamo in Italia, come sta rispondendo il Paese in cui vivi all’emergenza Coronavirus?
Il 20 marzo l’Inghilterra ha proclamato il lockdown, ha dichiarato la chiusura di tutte le scuole, di tutti gli esercizi commerciali e ha invitato la popolazione a rimanere in casa. In realtà molte aziende, come la mia, hanno iniziato a utilizzare lo smart working anche nei giorni precedenti al lockdown mentre altri esercizi commerciali come ristoranti e bar, continuano a rimanere aperti ma solo per la consegna a domicilio. Il 6 aprile è arrivata per posta una lettera dal primo ministro in cui ci viene chiesto di rimanere in casa e rispettare tutte le misure di sicurezza. In allegato alla lettera è arrivata una brochure, in cui vengono spiegate nel dettaglio tutte misure di sicurezza da rispettare, i sintomi del Covid-19, vengono dati consigli su come comportarsi a coloro che hanno più di 70 anni e sono elencati tutti i supporti che verranno dati alle famiglie e alle imprese per far fronte a quest’emergenza.
Sinceramente, avendo avuto come esempio la situazione italiana, penso che le misure di sicurezza potevano essere adottate qualche settimana prima per evitare l’aumento dei contagi, ma è chiaro che il governo ha optato per una strategia diversa.
Il lockdown in Inghilterra è partito il 20 marzo
Come è cambiata concretamente la tua vita in questi giorni? Cosa puoi ancora fare e cosa non puoi più fare? Che indicazioni hai avuto dalle autorità?
In questo momento io lavoro da casa, posso uscire solo per fare la spesa e fare sport al massimo una volta a giorno. Dopo circa una settimana di quarantena, i supermercati hanno iniziato a far entrare poche persone alla volta per rispettare la distanza di sicurezza di due metri e tutti gli operatori portano la mascherina. La mia vita è cambiata poco solo perché ho la fortuna di poter lavorare da casa quindi ho creato il mio piccolo ufficio nella mia stanza sperando di poter tornare alla normalità al più presto, anche se non credo sia possibile.
Esiste nel tuo Paese l’autocertificazione che ogni cittadino deve avere in ogni suo spostamento? Sono vietate qualsiasi tipo di attività all’aperto? Sai quali sono, in generale, le sanzioni principali?
A Londra l’autocertificazione non è richiesta, non sono vietate le attività all’aperto ma è consentito allenarsi al massimo una volta al giorno e, in teoria, la polizia può fare multe se queste regole non vengono rispettate ma non so quale sia l’ammontare della sanzione.
In Inghilterra mutui sospesi per 3 mesi, fino a 1.000 sterline per disoccupati o redditi bassi
Come sta fronteggiando l’emergenza il sistema sanitario del tuo Paese? Sono già emerse forti criticità?
In Inghilterra i casi di Covid-19 aumentano costantemente. Il 6 aprile sono stati confermati quasi 6mila nuovi contagi in un giorno. A Londra è stato costruito un nuovo mega ospedale per far fronte a questa emergenza. L’Inghilterra non assicura la possibilità di effettuare il test su tutti e un articolo della Bbc spiega che molti test sono riservati a coloro che sono in condizioni gravi e a chi è già ricoverato in ospedale. Possono fare il test i dottori e infermieri se hanno sintomi e chi vive in casa con qualcuno che ha il Covid-19.
A livello economico, come si sta muovendo il Paese in cui vivi?
Nella brochure che abbiamo ricevuto, viene spiegato che i dipendenti e i lavoratori autonomi hanno diritto a ricevere l’80% del loro stipendio fino a un massimo di £2,500 al mese. Viene dato un supporto fino a £1,040 a chi e disoccupato o ha uno stipendio molto basso da richiedere a Universal Credit e Tax Credit. Inoltre, è stato stanziato circa un miliardo per supportare i locatori che non possono ricevere gli affitti e tutti i mutui sono stati sospesi per tre mesi.
Cosa affermano i media del tuo Paese sulla situazione italiana?
I media parlano principalmente dei numeri di contagi e morti e di come viene affrontata la quarantena dai cittadini italiani. Non credo ci siano più critiche forse siamo più noi italiani a criticarci in questo momento.