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#FaentiniNelMondo, l’emergenza Covid 19 in Spagna: differenze e similarità con l’Italia

La Spagna è sicuramente il Paese europeo più affine all’Italia per quanto riguarda la situazione Coronavirus, tanto nei numeri del contagio quanto nelle misure intraprese dai rispettivi Governi. Ma il ‘modello italiano’ indicato ai cittadini – si pensi alle autocertificazioni o al divieto di passeggiate – è veramente identico o presenta differenze? Per approfondire questo tema, abbiamo contattato alcuni faentini nel mondo per sapere come stanno vivendo queste settimane e per capire come i rispettivi Paesi stanno affrontando l’emergenza Covid 19. È bene precisare che le situazioni dei differenti Paesi  non sono in realtà davvero paragonabili,essendo molto diversi i sistemi sanitari, la giurisdizione, la demografia, i numeri del contagio; tuttavia può essere utile capire similarità o differenze. Dopo Susanna Banfi, studentessa a Vienna, Federico Patuelli, studente in Belgio, Pietro Savorani, studente in Svezia, Adriana Andalò residente negli Stati Uniti, Alessandra Lega, residente in Germania, abbiamo contattato domenica 5 aprile Claudia Campanini, ricercatrice in tirocinio post laurea a Barcellona.

Intervista a Claudia Campanini, ricercatrice Erasmus a Barcellona

Esperimenti all’Istituto Scienze del Mare di Barcellona.

Raccontaci un po’ di te: in quale Paese all’estero ti trovi e di cosa ti occupi?

Mi chiamo Claudia Campanini, a dicembre mi sono laureata in Scienze Biologiche all’Università di Bologna e il giorno dell’Epifania mi sono trasferita a Barcellona. Sono qui per un tirocinio post-laurea di sei mesi incluso nei finanziamenti Erasmus+ all’Istituto di Scienze del Mare (Icm-Csic). Giovedì ho “festeggiato” la mia terza settimana di isolamento. Mi trovo in un limbo perché, pur non essendo più immatricolata all’Università di Bologna, l’UniBo è l’istituto di provenienza nel mio contratto di tirocinio. Quindi, non appena è iniziata l’emergenza Covid-19, sono stata contattata dall’Ufficio Relazioni Internazionali per aggiornarci sulla situazione e per offrirci opportunità di rientro. Devo dire che la disponibilità e la solerzia mi hanno colpito. Tra le altre iniziative, l’UniBo ha creato delle chat comuni per scambiarci informazioni utili tra tutti gli studenti all’estero divise in base allo stato di scambio. All’inizio ci era stata offerta l’opportunità di tornare via aereo con voli da Madrid o Malaga, ma come molti altri studenti Erasmus, ho deciso di non rischiare e proseguire per il momento il mio isolamento qui.

Il 9 aprile in Spagna riapriranno le attività produttive non essenziali

Al di là di quello che leggiamo in Italia, come sta rispondendo il Paese in cui vivi all’emergenza Coronavirus?

La mia prospettiva si limita a quello che leggo sui giornali e quello che vedo attorno casa. Come si sente spesso dire anche sui media italiani, la Spagna come altre nazioni, si è mossa un po’ in ritardo permettendo ad esempio tutte le manifestazioni dell’8 marzo. Lo “stato di allerta’, che prevede tra le altre cose anche la reclusione dei cittadini nelle proprie case, è stato decretato solo il 14 marzo. Da allora la situazione è più o meno come in Italia, possiamo uscire solo per andare a fare la spesa o in farmacia, raggiungere il luogo di lavoro o per “cause di forza maggiori”, quindi le strade sono deserte. Proprio mentre rispondo a queste domande, il capo di governo spagnolo, Sanchez, ha annunciato che lo stato di allerta è stato prorogato fino al 26 di aprile, tuttavia dal 9 potranno riprendere le attività produttive anche dei settori non essenziali.

Come è cambiata concretamente la tua vita in questi giorni? Cosa puoi ancora fare e cosa non puoi più fare? Che indicazioni hai avuto dalle autorità?

Fortunatamente a livello lavorativo non è cambiata moltissimo. Al momento sto lavorando ad un progetto di ricerca sulle popolazioni di acciughe e sardine della costa catalana e avevo finito tutte le analisi di laboratorio prima della reclusione. Continuo a lavorare da casa, facendo analisi dati e lavorando all’articolo con i risultati della ricerca e ogni lunedì partecipo riunione in videochiamata del gruppo di ricerca. Non è così semplice per molti altri ricercatori del centro: i responsabili degli acquari continuano ad andare al centro per prendersi cura degli animali (e non solo) nelle vasche. Una mia amica, ricercatrice italiana del centro, si è portata il lavoro a casa: ora nella sua stanza ha ricreato uno pseudo-laboratorio con tanto di microscopio. Come centro di ricerca, l’Istituto di Scienza del Mare ha donato i propri dispositivi di protezione individuale all’ospedale Hospital del Mar che si trova lì vicino per fronteggiare l’emergenza.

Autocertificazione utilizzata solo in Catalogna (e facoltativa)

Esiste nel tuo Paese l’autocertificazione che ogni cittadino deve avere in ogni suo spostamento? Sono vietate qualsiasi tipo di attività all’aperto? Sai quali sono, in generale, le sanzioni principali?

La Generalitat de Cataluña ha rilasciato un’autocertificazione il 22 marzo, ma è valida solo per la Catalogna e al momento non c’è alcuna autocertificazione nel resto della Spagna. Inoltre al contrario di quanto avviene in Italia, l’autocertificazione è facoltativa e servirebbe solo per agevolare gli agenti che fanno i controlli. Io per esempio non l’ho mai scaricata perché sia la farmacia che il supermercato sono di fianco casa mia quindi finora non mi è servita. Le sanzioni ovviamente dipendono dalla contravvenzione, dalla multa di cento euro a un anno di reclusione per resistenza a pubblico ufficiale. Quanto alle attività all’aperto sono tutte vietate a meno che non vi sia una prescrizione medica.

Samuele Marchi

Giornalista, sono nato a Faenza e dopo la laurea in Lettere all’Università di Bologna frequento il master in 'Sviluppo creativo e gestione delle attività culturali' dell’Università di Venezia/Scuola Holden. Ho collaborato con diverse testate locali e nazionali come Veneto Economia, Alto Adige Innovazione, Cortina Ski 2021, Il Piccolo, Faenza Web Tv. Ho partecipato all'organizzazione del congresso nazionale Aiga 2015 e del Padova Innovation Day. Nel 2016 ho pubblicato il libro “Un viaggio (e ritorno) nei Canti Orfici” (Carta Bianca editore) dedicato al poeta Dino Campana. Amo i cappelletti, tifo Lazio e, come facendo un puzzle, cerco di dare un senso alle cose che mi accadono attorno.

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