Castello di Rontana, giornate di visite il 25 agosto: proseguono le scoperte
Nuovi ritrovamenti e nuova occasione per riscoprire uno dei siti archeologici più interessanti del territorio. Sabato 25 agosto 2018, dalle ore 9 alle 18, giornata di apertura al pubblico degli scavi archeologici nel Castello di Rontana, con visite guidate condotte dagli archeologi del Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Università di Bologna. A seguito della prima campagna di scavi eseguita nel mese di luglio presso il sito del Castello di Ceparano, nella frazione di Marzeno, nel mese di agosto gli scavi sono proseguiti, come di consueto, presso il sito archeologico del Castello di Rontana. Si tratta della dodicesima campagna curata dal Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell‘Università di Bologna, con la preziosa collaborazione e il contributo del Comune di Brisighella, del Parco regionale della Vena del Gesso romagnola e della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna.
Anche Unibo spinge per la musealizzazione dell’area del castello di Rontana
Dopo i preziosi ritrovamenti del 2017, tra cui una interessante ceramica del VI° secolo proveniente dal Nord Africa, frutto dei sette invasi aperti dagli archeologi nel corso della scorsa campagna, studenti e docenti continuano anche quest’anno a studiare la vita degli antichi abitanti di Rontana. Al centro degli studi, in particolare modo, è un’imponente opera muraria. L’immediato futuro del sito archeologico di Rontana, dopo le numerose campagne di scavo eseguite, è auspicabile possa essere la musealizzazione dell’area, che permetterà di avere il sito aperto e visitabile durante tutto l’anno. Questa esigenza costituisce una priorità della stessa Università, che si sta già muovendo in funzione del non facile reperimento delle significative risorse economiche necessarie per compiere questo passo. Nel frattempo il sito rappresenta un importante punto di riferimento per la popolazione del nostro territorio, in quanto contribuisce a incrementare la storia del nostro passato e a riscrivere la nostra origine alla luce delle nuove scoperte.