Appello pro migranti all’esame di stato: voce a studenti e insegnanti del Torricelli
«Nessun indottrinamento», e affermare di essere stati usati «è l’insulto più ingiurioso alla nostra coscienza critica di cittadini, frutto di anni di studi e riflessioni». È questa la replica alle dichiarazioni della Lega da parte dei quattro studenti del liceo Classico Torricelli-Ballardini di Faenza che, durante la prima prova dell’esame di maturità, hanno scritto un appello al presidente della Repubblica e altri esponenti del Governo chiedendo il rispetto dell’articolo 2 della Costituzione Italiana. Un gesto che ha avuto un forte impatto anche sulle testate nazionali e a cui è seguito un esposto da parte della Lega che accusava una professoressa del liceo di aver ‘indottrinato forzatamente’ gli studenti a compiere questa iniziativa. Al termine dell’esame di maturità, gli studenti Federico Ammirabile, Michele Fontana, Andrea Fortini ed Ester Garzella hanno deciso di chiarire la loro posizione. «In primo luogo, il nostro appello si presenta come una dichiarazione del tutto apolitica – scrivono gli studenti – non abbiamo esposto opinioni personali, ma ci siamo limitati a chiedere il rispetto della Costituzione, fondamento della nostra Repubblica e per questo precedente a qualsiasi contrapposizione partitica e prassi politica quotidiana. La Costituzione infatti non si può definire né di destra né di sinistra, ma appartiene a una dimensione apolitica e prepolitica».
Le accuse di ‘indottrinamento’ da parte della Lega faentina
Per la Lega, come dichiarato nei giorni scorsi, il gesto non si presentava affatto limpido, ed era stata una foto – di diverse settimane prima – a fornire alla Lega le argomentazioni necessarie. «Dopo le polemiche derivate dall’appello a favore dei migranti fatto da una professoressa ai suoi alunni tramite WhatsApp, è venuta a galla anche una foto della prof in pieno saluto comunista in posa con i suoi studenti. Segnaleremo il tutto al Provveditorato, perché la scuola deve essere apolitica e i professori devono insegnare non indottrinare», hanno dichiarato i due consiglieri della Lega Gabriele Padovani e Jacopo Berti. La foto è stata scattata a seguito della vittoria del concorso nazionale Forum della Filosofia, che ha visto vincitrice proprio la squadra del liceo Torricelli. «La professoressa non si è mossa in maniera limpida – aveva ribadito la Lega – La scuola deve essere sempre apolitica e deve aiutare i ragazzi a comprendere quale idea sposare, non deve indottrinare forzatamente».
I 4 studenti del Torricelli: “Accuse inconsistenti e false”
Come replicano gli studenti, la prof in questione non è una loro docente, ma ha svolto il ruolo di tutor per il gruppo partecipante al già citato Forum della Filosofia. «Queste affermazioni – precisano i quattro studenti – sono chiaramente il frutto della necessità di infangare un’iniziativa che, ci teniamo a ribadire, è contro l’operato del governo italiano non alla luce di prese di posizioni personali e soggettive, ma in nome della Costituzione della Repubblica Italiana. Peraltro esse sono chiaramente false (sarebbe stato sufficiente controllare, ma la necessità di strumentalizzazione è stata più forte) dal momento che l’insegnante, accusata di averci ‘forzato’ a scrivere l’appello, non è mai stata nostra docente e non era membro della Commissione d’Esame che ha giudicato il nostro operato, oltre al fatto che i membri della nostra Commissione non erano assolutamente al corrente dell’iniziativa. Qualsiasi insinuazione a una ‘pressione psicologica’, a un ‘imbarazzo a rifiutare una proposta di sottoscrizione’ risulta perciò del tutto inconsistente e falsa».
Come riportato nei giorni scorsi, il gesto durante la prova d’esame non è stato istintivo, ma è stato frutto di una scelta ponderata da parte degli studenti che si sono confrontati tra loro e a cui è stata data libertà di scelta: alcuni hanno deciso di andare avanti nell’iniziativa, altri se ne sono distaccati, come riportato da una docente del liceo. «Intendiamo concludere – scrivono gli studenti – ribadendo l’intento del nostro atto: pretendere il rispetto della Costituzione e generare un dibattito e una riflessione in merito a questa, spesso eretta a parole come baluardo della nostra società, ma altrettanto spesso vituperata e dimenticata nei fatti».
Anche 40 prof del liceo a supporto degli studenti e della libertà d’insegnamento
Contestualmente, quaranta professori del liceo Torricelli-Ballardini si sono mobilitati, firmando un appello comune, per difendere i quattro studenti e la libertà di insegnamento. «Terminati gli esami di maturità e sull’onda delle polemiche suscitate dal gesto di quattro studenti del nostro istituto in merito alla questione dei migranti – scrivono i quaranta docenti – vogliamo qui esprimere totale solidarietà ai nostri ragazzi, di cui condividiamo a pieno i valori dichiarati e le richieste avanzate».
«Deploriamo il tentativo di alcuni esponenti politici di ridurre il valore del loro gesto a una strumentalizzazione da parte nostra – prosegue la nota – Al contrario, vi riconosciamo un successo del nostro lavoro, volto ad aiutare gli allievi a sviluppare la propria autonomia e indipendenza di giudizio, tramite l’insegnamento della cultura e il confronto critico, testimoniato dalla presenza nelle nostre classi di tanti studenti che, pur con idee diverse da quelle dei quattro, trovano tutti spazio per poterle esprimere».
I prof: “Il nostro sforzo è sempre volto a garantire una scuola non ideologica, non faziosa, ma critica e che stimoli le riflessioni”
«Respingiamo con forza – argomentano i docenti – l’idea che la scuola debba essere “apolitica”, com’è stato dichiarato. Come già gli antichi greci sapevano, l’uomo fuori dalla comunità, dalla polis non è uomo. O è bestia o è dio, diceva Aristotele, ma non è uomo. Chiederci di educare uomini e donne e di essere apolitici è dunque un paradosso che consideriamo frutto di una mistificazione a sua volta politica. Forse, chi l’ha dichiarato intendeva dire una scuola non ideologica, non faziosa, critica. Idea, questa, su cui tutti concordiamo, perché, come nel caso del salvataggio dei migranti, non si tratta di una scelta a favore di un governo o di un altro, ma dei principi stessi su cui si fonda la nostra Costituzione. Invitandolo perciò ad adeguare il lessico quando si tratta di cose importanti come l’educazione delle future generazioni – concludono gli insegnanti – e non di fare propaganda, gli garantiamo, comunque, il nostro sforzo quotidiano per realizzarla».
Per approfondire:
Scuola e valori nella Costituzione della Repubblica, di Pier Francesco Bresciani