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DiWine Experience: il turismo romagnolo tra innovazione ed effetto Coronavirus

Supportare i giovani nel trasformare un’idea astratta in un progetto imprenditoriale che dia valore al territorio: è questo l’obiettivo del pre-incubatore d’impresa Contamination Lab della Fondazione Banca del Monte di Faenza, con sede a Palazzo Naldi. Recentemente sono stati accolti al suo interno cinque nuovi team, composti da giovani dai 23 ai 36 anni, che saranno affiancati per dodici mesi attraverso seminari, corsi di formazione e momenti di confronto con i tutor del pre-incubatore. Se alcuni giovani arrivano, altri nel frattempo hanno terminato questa esperienza, come Nicola Fiorentini, co-founder del progetto DiWine experience, sviluppato proprio all’interno del CLab e che opera ora in maniera innovativa nel settore turistico romagnolo.

Il progetto si è sviluppato all’interno del Contamination Lab di Faenza

«Quella del CLab è stata un’esperienza importante – spiega Fiorentini – con riscontri positivi specialmente dal lato networking, perché ci ha permesso di conoscere tante realtà e ci ha aiutato nello sviluppare il progetto con professionisti qualificati, acquisendo know-how e nuove competenze. Un altro aspetto importante è stato il continuo e costante confronto con i tutor del CLab, che ci hanno affiancato con una critica costruttiva per far emergere gli aspetti deboli del progetto e superarli, e questo non è scontato». In questo modo, passo dopo passo, l’idea astratta – unire il mondo del vino a quello del trekking e della natura – che aveva portato i tre componenti del team (oltre a Nicola, gli altri fondatori del progetto sono Gioele Melandri e Giada Sabatino) all’interno del pre-incubatore prende sempre più forma, acquisisce solide basi di business model: si verificano elementi di criticità e potenzialità, si studia il proprio target e il futuro lancio sul mercato.

Dal prodotto all’esperienza turistica: laboratori e attività con al centro il mondo del vino

I tre fondatori del progetto. Da sinistra Nicola Fiorentini, Giada Sabatino, Gioele Melandri.

E l’idea è quella giusta, perché una volta terminato il percorso all’interno del pre-incubatore nasce DiWine experience, che oltre ai tre fondatori, si avvale ora di otto collaboratori e diverse partnership nazionali e internazionali per promuovere un turismo che sa innovarsi per stare al passo con i tempi facendo rete con le realtà del territorio. «Creiamo esperienze turistiche per le cantine vinicole che vogliono ampliare il proprio pubblico e posizionarsi come strutture ricettive a 360 gradi» spiega Fiorentini. Ai turisti viene così proposto non solo il soggiorno in un albergo o in un agriturismo, ma laboratori che spaziano dalla pasta fresca alla norcineria fino a quelli di ceramica, a seconda del genius loci del territorio, e sempre accompagnati da vino, sommelier e guide turistiche attraverso un calendario che permette di valorizzare le diverse località della Destinazione turistica Romagna. Oltre a questo, DiWine experience promuove eventi enogastronomici e laboratori formativi di team bulding rivolti ad aziende, e non manca di progettare nuove tipologie di attività come i dog trekking, con menu fatti su misura da un lato per gli uomini e dall’altro per i loro amici a quattro zampe.

Gli effetti del Covid 19: “Il turismo 2020 privilegerà scelte locali”

Un’idea, per quanto buona, deve però mettere sempre in conto il rischio d’impresa, e il settore turistico è certamente uno di quelli più in difficoltà a causa delle misure di contrasto alla pandemia Covid-19. «Il nostro target principale è il turista incoming che viene da fuori regione o dall’estero – afferma Fiorentini – A seguito della crisi Coronavirus stiamo adottando alcune modifiche al nostro business che ci permettano attivarci in un qualche modo, molto dipenderà però dalle normative che verranno concretamente messe in atto nei prossimi mesi. A mio parere, si tornerà a un turismo che privilegerà scelte di prossimità, e tante esperienze le stiamo rimodellando concentrandoci su un target di turisti locali che vogliono riscoprire il proprio territorio. Un aspetto positivo fin dall’inizio del nostro progetto è l’aver incentivato la collaborazione con realtà imprenditoriali e associazioni per promuovere l’enoturismo in Romagna. Questa rete, già attiva, sarà fondamentale nella fase di restart: insieme è più semplice».

Faenza 2020: “La futura amministrazione deve conoscere e ascoltare le realtà turistiche”

Le elezioni amministrative 2020 per Faenza si allontanano al prossimo autunno. Cosa chiede un operatore del turismo alla futura amministrazione? «Seguendo l’approccio che ho indicato prima, sicuramente quello di collaborare e  creare sinergie tra i vari attori del territorio – risponde Fiorentini – senza avuta paura di rompere certi meccanismi o di coinvolgere sempre più enti nel delineare delle strategie. Per fare questo deve sicuramente prendersi l’impegno di ascoltare e conoscere le varie realtà locali, cosa niente affatto scontata. Solo con un dialogo costante è possibile avviare canali istituzionali in grado di fare la differenza per ottenere risorse o elaborare progetti di valore».

Samuele Marchi

Giornalista, sono nato a Faenza e dopo la laurea in Lettere all’Università di Bologna frequento il master in 'Sviluppo creativo e gestione delle attività culturali' dell’Università di Venezia/Scuola Holden. Ho collaborato con diverse testate locali e nazionali come Veneto Economia, Alto Adige Innovazione, Cortina Ski 2021, Il Piccolo, Faenza Web Tv. Ho partecipato all'organizzazione del congresso nazionale Aiga 2015 e del Padova Innovation Day. Nel 2016 ho pubblicato il libro “Un viaggio (e ritorno) nei Canti Orfici” (Carta Bianca editore) dedicato al poeta Dino Campana. Amo i cappelletti, tifo Lazio e, come facendo un puzzle, cerco di dare un senso alle cose che mi accadono attorno.

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