La giustizia attraverso i classici: il 21 aprile studenti in scena al Teatro Masini
Un’occhiata ai “classici” per cercare di trovare la risposta ai problemi di oggi: da questa idea nasce “Classici contro”, un evento culturale giunto alla 9^ edizione che è organizzato da anni dalla università Ca’ Foscari di Venezia, e che quest’anno per la prima volta approda in Romagna, nella cornice del teatro Masini di Faenza. Ogni anno la manifestazione propone una parola che viene dal mondo antico, e quest’anno sarà la parola greca “Dike”, la giustizia. Su questo tema nella serata di sabato 21 aprile 2018 dalle ore 20.30 discuteranno scrittori, docenti e studenti provenienti da università e licei della provincia di Ravenna. Gli studenti del liceo Torricelli-Ballardini presenteranno “Antigone, dalla luce del mio sepolcro canto”, guidati dalla responsabile del laboratorio teatrale, Laura Sciancalepore. Sulla scena anche gli alunni del liceo Alighieri di Ravenna e del liceo Ricci Curbastro di Lugo. Al centro dunque i classici antichi, del teatro e della letteratura, motore del pensiero, in grado di attraversare i secoli e toccare tematiche universali.
Classici Contro 2018: Dike, ovvero della giustizia tra l’Olimpo e la Terra
Classici Contro nasce dal contatto inedito tra due parole: suonano un po’ come un ossimoro o un paradosso, nell’abitudine odierna di percepire i classici come un’istituzione, un punto di riferimento sicuro. E invece i classici, con un rovesciamento delle credenze e degli stereotipi, sono motore potentissimo del pensiero, ci aiutano (o ci obbligano) a metter in discussione tutto e possono contribuire a rivoluzionare la nostra visione del presente.
Soprattutto nei tempi difficili i classici mettono in gioco il loro pensiero libero, che ci permette di superare le semplificazioni e andare oltre le rigidezze dell’abitudine, per guardare al futuro con una prospettiva più ampia e con spirito critico e costruttivo.
Sulle tracce di Xenia e di Utopia (Europa), si proverà a cercare che cos’è la giustizia, a cominciare dalla parola che troviamo per la prima volta in Esiodo e in Omero… Dike, figlia di Zeus e Themis, crocevia di pensiero religioso e razionale, è teodicea, ordine e volere degli dèi, nèmesi di creature soprannaturali, punizione dei torti e ratio di un destino assegnato. Ma è anche un fatto umano, diritto scritto e amministrato nelle città, portato nei tribunali ateniesi in forma di raffinato dibattito e poi lasciato in eredità alla più salda e sistematica codificazione dei Romani, che seguiranno il loro demone per fondare il sistema tuttora alla base di molte delle nostre società.