Bianca Maria Canepa racconta la Cena itinerante: “Un evento che cambia di anno in anno”
Tanti volti, tanti protagonisti alla prima sera della Cena Itinerante 2017 che ha visto percorrere le vie del Distretto A di Faenza da numerose persone, mappa dell’evento in una mano e calice di vino nell’altra, con la possibilità di conoscere diversi spazi “nascosti” del centro storico di Faenza in un clima di socialità e di festa. «La cosa che mi piace di più di questo evento – spiega l’architetto Bianca Maria Canepa, una delle organizzatrici di Cena Itinerante – è il suo spirito: la condivisione, la partecipazione e la contaminazione tra mondi diversi. La gastronomia, la cultura e soprattutto l’arte: l’arte è comunque il collante di tutto». Dopo la prima sera di venerdì 19 maggio, la Cena itinerante proseguirà anche sabato 20 e la mattina di domenica 21 maggio.
Bianca Maria Canepa: “Il clima che si crea è unico”
Una festa unica anche dal punto di vista sociale: spazi privati si aprono infatti al pubblico che può così entrare in contatto con mondi diversi all’interno delle stesse vie della città. «Il clima che si crea è unico. Le persone tornano a salutarsi – spiega l’architetto Canepa – i vicini di casa hanno occasione per conoscersi meglio. Si consolidano relazioni tra le gente».
La storia della Cena Itinerante, giunta quest’anno alla decima edizione, comincia ad arricchirsi di numerosi aneddoti, frutto di una tradizione ormai consolidata. «Ce ne sono tanti di ricordi belli – racconta Bianca Maria Canepa – Mi è piaciuto moltissimo quando abbiamo fatto fare dei dolci speciali nella piazzetta Carlo Zauli realizzati dallo street artist Etnik. L’artista fece fare dei pupazzetti come dolci nel laboratorio della pasticceria Fiorentini che vennero trasformati in delle specie di biscotti. Fu una bellissima esperienze che mise in relazione dei pasticceri, degli street art e la cake design».
La scuola Penny Wirton alla Cena Itinerante
Tra gli episodi significativi di questa edizione c’è la collaborazione con la scuola Penny Wirton, realtà di volontariato che insegna, con un innovativo metodo educativo, l’italiano ai richiedenti asilo. La scuola ha 26 sedi in tutta Italia ed è stata fondata dallo scrittore Eraldo Affinati. Non si presenta con la forma tradizionale di un insegnante frontale che spiega alla classe, ma procede lavorando per piccoli gruppi, favorendo così la partecipazione del diverso livello di ciascun “alunno”. Anche Faenza ha la sua scuola Penny Wirton, fondata da tre amiche. In questo modo la scuola rappresenta un’esperienza di incontro e relazione umana che la Cena Itinerante ha voluto coinvolgere in questa festa capace così di avvicinare i richiedenti asilo alla città. «La nostra collaborazione è stata sicuramente bella – spiega Canepa – Ci ha contattato la responsabile della scuola dicendo che c’erano questi tre ragazzi disponibili ad andare a fare servizio di volontariato all’Osteria della Sghisa. Per l’occasione si sono vestiti di tutto punto ed erano emozionatissimi. Anche per noi è stata una grande emozione».
“Il futuro della Cena Itinerante? Impossibile dirlo, è diversa ogni anno”
Cena Itinerante ieri, Cena Itinerante domani. Come vede Bianca Maria Canepa la Cena Itinerante nei prossimi anni? «Nel futuro la vedo profondamente diversa – risponde l’architetto – perché questo tipo di manifestazione è un evento che evolve di anno in anno: cambiano gli spazi, cambiano gli artisti. Se guardo indietro nel tempo e lo confronto con quello che è la Cena Itinerante oggi mi rendo conto dei tanti mutamenti che ci sono stati in questi anni e non si può ipotizzare cosa sarà in futuro. Deve però rimanere intatto questo spirito».
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