Art of Food: dove il cibo e la pittura si incontrano

Prosegue fino a venerdì 8 giugno presso la Galleria d’Arte Ronchini, in corso Baccarini 15, l’esposizione “Art of Food”, ad opera di Francesco Caroli e curata da Anna Camelli. La mostra, nata dalla fusione delle passioni di un giovane faentino, vuole creare un parallelismo visivo fra alcuni grandi capolavori pittorici del Novecento e una serie di piatti e pietanze che ne riproducono le forme e i colori. Così, se una natura morta trova la sua naturale trasposizione culinaria, ci si può imbattere anche in rese gastronomiche di una tela di Lucio Fontana (con i suoi celeberrimi “tagli”) o del pittore romantico Caspar Friedrich. Un tentativo che, attraverso una citazione (La cucina rende edibili le idee, così come l’arte le rende visibili e tangibili), riceve la benedizione indiretta di uno dei grandi chef italiani – ed emiliano-romagnoli: Massimo Bottura. Per scoprire qualcosa di più abbiamo fatto qualche domanda a Francesco.

Francesco Caroli: i colori al centro dell’arte, ma anche della cucina

«Secondo me l’arte ha molto in comune con il cibo, anche riguardo al fatto che quest’ultimo, avendo una molteplicità di propri colori, si presta bene a essere rappresentato in maniera abbastanza naturale attraverso l’arte pittorica» ci confida l’autore. E così le campiture di colori primari di Piet Mondrian sono riprodotte attraverso linee di cioccolato, salsa alla fragola, budino e confettura di mirtillo.

«Io credo che il cibo sia una vera a propria forma d’arte – continua Francesco Caroli – ha lo stesso potere dell’arte pittorica; riesce a comunicare, emozionare e a parlare come quest’ultima». E in effetti, anche grazie alla trasposizione di opere ben note a chi si appassiona di storia dell’arte, l’esposizione riesce a stupire il visitatore con una serie di adattamenti basati sugli alimenti. Alla ricerca dei quadri di partenza si è quindi associato un lavoro di indagine relativo a quali materie prime andare ad utilizzare. «Jackson Pollock sicuramente è stato un autore semplice da riprodurre, dal momento in cui la sua tecnica caratteristica è quella del dripping, ossia linea libera frutto dello sgocciolamento della pittura… mi è venuto in meno subito che potevo rappresentarlo usando una salsa al cioccolato, bianca e nera».

Dal simbolismo all’astrattismo, in Art of Food le varie correnti artistiche diventano commestibili

La mostra è organizzata partendo con i “quadri salati” e va poi a terminare con le opere realizzate con i dolci e la frutta, percorrendo idealmente una sorta di menù. Le fotografie realizzate da Giovanni Ambrosini guidano quindi il visitatore da un maestro dell’arte a un altro, attraverso un pranzo o una cena che si trasformano in una carrellata artistica. A inizio percorso balza subito all’occhio “La persistenza della nonna”, trasposizione del quadro di Salvador Dalì “La persistenza della memoria”, nella quale però i famosi orologi molli lasciano il posto a forme di pasta sfoglia, e il collegamento con l’opera del pittore dadaista è assicurato dalla presenza di un orologio (questa volta in forma solida).

Troviamo poi poco più avanti il quadro preferito dall’autore, “L’isola dei rimorsi”, che si presta a essere lo specchio vegetariano de “L’isola dei morti” del pittore svizzero Arnold Böcklin. «La forma originale è quella di un’isola con dentro una piccola foresta: mi è venuto in mente un cavolfiore con all’interno degli asparagi», ci dice Francesco Caroli. «Durante la realizzazione mi sono divertito a dare una forma al vegetale più simile possibile al quadro di Böcklin e forse è una delle foto meglio realizzate, anche grazie al tagliere metallico che richiama lo specchio d’acqua della tela».

Infine, uno sguardo al futuro. Oltre al progetto del presente – l’esposizione si sviluppa a partire da una tesina di maturità – Caroli ci dice che è intenzionato a proseguire gli studi nell’ambito di quella che sta diventando sempre più un nuovo filone professionale, iscrivendosi a Scienze gastronomiche all’Università di Parma, in un distretto – la cosiddetta “Food Valley” – che nella sola provincia ducale nel 2017 ha fatto registrare produzioni Dop e Igp per un valore di 1,4 miliardi di euro (dati Ismea). Con un’attenzione però anche a una piccola ricaduta nella realtà locale: «molti giovani di Faenza si lamentano che in città ci sia poco da fare o da vedere, l’obiettivo era anche quello di dare una scossa leggera e dire: ‘se non c’è nulla è anche colpa nostra, creiamo qualcosa noi!’».

L’esposizione Art of Food è visitabile presso la Galleria d’Arte Ronchini, corso Baccarini 15, dalle ore 18 alle 20 fino a venerdì 8 giugno 2018

Andrea Piazza

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.