Arena Borghesi 2020, cultura e giovani: intervista a Gian Marco Magnani

Un tuffo nella commedia italiana dagli anni ’50 fino al recente passato, con un doveroso omaggio a Federico Fellini a 100 anni dalla nascita. Si stanno definendo in questi giorni gli ultimi dettagli perché prenda il via anche quest’anno la rassegna cinematografica dell’Arena Borghesi, uno degli appuntamenti estivi più amati dai faentini. Sia per il ritardo dell’inizio dei lavori di restauro nell’arena sia per le restrizioni anti-Covid, si è deciso di spostare la rassegna in piazza Nenni (ex Molinella), che sarà il centro dell’estate faentina 2020 e, al suo interno, ospiterà vari eventi nel corso dei prossimi mesi tra cui anche la rassegna cinematografica dell’Arena: il sipario potrebbe alzarsi già attorno alla seconda settimana di luglio. «Siamo in attesa delle ultime conferme relative ad alcuni sponsor che sosterranno la manifestazione – dichiara Gian Marco Magnani del cineclub Il Raggio Verde, associazione che cura la rassegna – ma speriamo di definire il tutto in questi giorni. Grazie al supporto dell’Amministrazione abbiamo deciso di appoggiarci alla location di piazza Nenni, che sarà allestita per ospitare eventi di vario tipo rispettando pienamente le norme di sicurezza e ci fornirà anche uno schermo, requisito per noi fondamentale».

L’Arena Borghesi 2020 si sposta in piazza Nenni, previste una ventina di serate

In tutto piazza della Molinella sarà capace di ospitare, rispettando le normative anti-Covid, 199 posti a sedere. Proprio per la condivisione dello spazio pubblico con altre realtà, la rassegna estiva dell’Arena prevede quest’anno una ventina di appuntamenti, un numero minore a quello abituale, ma lo spirito dell’iniziativa rimane immutato, anche per dare un segnale di ripresa e vivacità culturale a tutta la cittadinanza. «Una volta sistemata la parte burocratica – prosegue Magnani – la programmazione cinematografica in realtà è già abbastanza definita. In queste settimane abbiamo dialogato in particolare con la Cineteca nazionale di Roma e ci hanno dato piena disponibilità sui film». Non saranno presenti quest’anno prime o seconde visioni, ma «l’idea è comunque quella di venire incontro alle esigenze di un pubblico ampio – afferma Magnani – puntando in particolare sulla commedia italiana. Proietteremo sicuramente anche dei film di Federico Fellini, un omaggio nel centenario della sua nascita».

Si spera nell’inizio dei lavori di restauro dell’Arena

Se tutto procederà senza imprevisti, l’inizio della rassegna è previso per il 10 luglio, mentre per il 2021 si spera di poter tornare a usufruire della ‘vera casa’ dell’Arena Borghesi. «Purtroppo, anche a causa della pandemia, l’inizio dei lavori di restauro è stato ritardato di molto, e si è deciso di comune accordo con il proprietario (Conad, ndr) di non occupare gli spazi dell’Arena questa estate: in questo modo, appena sarà possibile, i lavori avranno modo di partire senza sovrapporsi alla rassegna».

Cultura e giovani: la necessità di fare rete non solo a parole

Magnani è da dieci anni tra i gestori della rinnovata associazione Fototeca Manfrediana di cui è responsabile dell’archivio storico. Quali sono le priorità su cui deve puntare la città in ambito culturale per i prossimi anni? «In questi anni si è lavorato bene. La nostra nuova gestione della Fototeca compirà dieci anni a dicembre e in questo periodo abbiamo sempre cercato di portare avanti l’associazione con uno spirito aperto al dialogo e al confronto e dall’altra parte abbiamo sempre trovato qualcuno disposto ad ascoltarci, anche in ambito istituzionale, cosa non scontata all’inizio visto che all’epoca avevamo tutti 20 anni e poca esperienza. Da allora siamo cresciuti come realtà e oggi ci poniamo nuovi obiettivi. Mi piacerebbe che in futuro assieme all’Amministrazione si cercasse di portare avanti progetti a lungo termine e di più ampio respiro e sicuramente le associazioni faentine devono dialogare di più fra loro. Sento spesso dire che bisogna ‘fare rete’, ma nella pratica questo raramente avviene, bisognerebbe mettersi più in gioco in tal senso».

La nuova Fototeca Manfrediana compirà 10 anni a dicembre 2020

Filippo Monti
Filippo Monti.

C’è un esempio concreto in cui siete riusciti a realizzare quello che dici?  «Come associazione in questi dieci anni abbiamo sempre cercato di collaborare con tante realtà diverse. Lo facciamo nel piccolo, per esempio nella gestione dell’archivio storico a disposizione degli utenti, ma anche iniziative.  Tra i progetti che ricordo con più piacere c’è per esempio Abitare Monti, realizzato  in collaborazione con il Fab Lab e con un gruppo di architetti e professionisti coordinati da Maria Tampieri: è stata un’iniziativa che ha messo effettivamente in rete la competenza di ciascuna realtà, lavorando in maniera molto valida». Come si immagina Gian Marco Magnani la Fototeca Manfrediana tra dieci anni? «Lo scopriremo man mano: dieci anni fa mai avremmo pensato di arrivare a questo punto. In ogni caso, mi piacerebbe fosse una realtà ancora più istituzionalizzata: il mondo dell’associazionismo ha tanti pregi ma anche dei limiti e quando ti appoggi solo a volontari, anche professionisti, il lavoro procede inevitabilmente con più lentezza. Mi immagino forse una Fototeca che realizza meno eventi ma è più presente nel tessuto cittadino, anche perché in questo modo sarà più facile preservare il tanto bel lavoro svolto finora, facendo in modo che resti nel corso del tempo».

 

Samuele Marchi

Giornalista, sono nato a Faenza e dopo la laurea in Lettere all’Università di Bologna frequento il master in 'Sviluppo creativo e gestione delle attività culturali' dell’Università di Venezia/Scuola Holden. Ho collaborato con diverse testate locali e nazionali come Veneto Economia, Alto Adige Innovazione, Cortina Ski 2021, Il Piccolo, Faenza Web Tv. Ho partecipato all'organizzazione del congresso nazionale Aiga 2015 e del Padova Innovation Day. Nel 2016 ho pubblicato il libro “Un viaggio (e ritorno) nei Canti Orfici” (Carta Bianca editore) dedicato al poeta Dino Campana. Amo i cappelletti, tifo Lazio e, come facendo un puzzle, cerco di dare un senso alle cose che mi accadono attorno.

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