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Pride Faenza: il 27 giugno il flash mob in piazza per superare i pregiudizi

Un evento sui diritti della comunità Lgbtq+ per sensibilizzare tutta la cittadinanza in un clima festoso che permetta di superare i pregiudizi tra le persone. Sabato 27 giugno 2020 Faenza si unisce alle celebrazioni del Pride month che coinvolgono la comunità per i diritti Lgbtq+, e non solo, in Italia e nel resto del mondo. «Anticipando di un giorno l’anniversario del primo Pride, tenutosi in concomitanza ai moti di Stonewall il 28 giugno 1969, e a distanza di quattro anni dall’approvazione della legge Cirinnà che legalizza le unioni civili tra persone dello stesso sesso – scrivono gli organizzatori – vogliamo ricordare i traguardi raggiunti, seppur con enorme difficoltà, e far presente che, anche nella piccola e spesso chiusa realtà di Faenza, esiste una rete di associazioni che cerca di sensibilizzare la cittadinanza sui diritti civili delle soggettività Lgbtqi+».  Per questi motivi si invitano tutti i partecipanti a essere muniti di  mascherine e mantenendo la distanza di sicurezza di almeno un metro e mezzo, al flashmob che si terrà in piazza della Libertà alle ore 19.30. Sarà a disposizione dei partecipanti un “microfono aperto” con la possibilità di condividere pensieri, riflessioni ed esperienze personali.

“Vogliamo dare visibilità a una comunità che già esiste, anche a Faenza”

All’evento hanno aderito numerose associazioni faentine: Gruppo fotografia Aula 21, circolo Arci Prometeo, 6.000 Sardine di Faenza, Gioventù federalista europea, Fridays for Future, Fronte Comune, Fatti d’Arte, Teatro Due mondi. «Si tratta del secondo anno di questo tipo di manifestazione – afferma Sara De Giovanni, una delle coordinatrici dell’evento faentino – nel 2019 fu un evento più informale, ma quest’anno abbiamo cercato di coinvolgere ancora di più il mondo dell’associazionismo e tutta la cittadinanza. Ci aspettiamo un centinaio di persone e siamo orgogliosi inoltre di aprire questo tipo di manifestazioni che si svolgeranno, in settimana, in tutta Italia: il giorno dopo infatti si terrà l’evento di Bologna. Quella di Faenza vuole essere una manifestazione che porti una riflessione e un confronto su questi temi, ma ha anche l’obiettivo di dare visibilità a una comunità che anche a Faenza esiste, ma che proprio perché viviamo in un ambito provinciale può riscontrare difficolta maggiori, ancora legate a pregiudizi di vario tipo». Da qui la voglia, soprattutto, di dare voce a questa comunità coinvolgendo tutta la cittadinanza, sensibilizzando la comunità sui diritti civili in un contesto felice e gioioso tipico del Pride.

Al centro, la lotta per garantire gli stessi diritti a tutti. «In Italia manca ancora una legge contro l’omotransfobia – spiega De Giovanni – e nel solo 2019 in Italia ci sono stati 200 casi di aggressione, anche mortali, legati a persone omosessuali, transessuali e transgender: vale dunque davvero la pena di spendersi ancora per garantire più diritti, ed è questa una battaglia che riguarda non solo la comunità strettamente Lgbtq+, ma tutti in quanto persone». Le discriminazioni possono avvenire su piani anche diversi: dalla famiglia alla scuola, con episodi di bullismo, per non parlare a casi del mondo del lavoro che non emergono perché spesso le persone hanno paura di denunciare. «Per questi episodi le persone possono rivolgersi a numerosi sportelli di aiuto legati ai sindacati, e nei casi di violenza è fondamentale non restare in silenzio ma rivolgersi alle associazioni competenti».

“Fondamentale è anche il supporto dell’Amministrazione nel creare azioni sul tema discriminazioni”

Sara vive a Faenza ma lavora a Bologna e si occupa della gestione della biblioteca del Cassero, realtà Lgbtq+ dove sono presenti numerosi servizi di consulenza legale sulle discriminazioni. «C’è una differenza abissale in quei 50 km che separano Faenza da Bologna: in provincia sono presenti più pregiudizi e paure: d’altronde quando una cosa non la si conosce veramente per quello che è, la reazione naturale dell’uomo è questa. Per questo penso sia fondamentale sensibilizzare tutta la cittadinanza, e in particolare le nuove generazioni, incontrandosi e parlandosi. Inoltre credo sia importante avere il supporto dell’Amministrazione perché dia attenzione a questa comunità (come a tutte quelle presenti nel proprio Comune) creando per esempio uno sportello informativo dedicato. Esistono già varie realtà in tal senso, penso alla Rete Ready contro le discriminazioni delle Pubbliche amministrazioni, presenti anche in alcuni Comuni della Romagna, che mettono in pratica azioni annuali di letture e approfondimento in sinergia con la comunità Lgbtq+»

 

Samuele Marchi

Giornalista, sono nato a Faenza e dopo la laurea in Lettere all’Università di Bologna frequento il master in 'Sviluppo creativo e gestione delle attività culturali' dell’Università di Venezia/Scuola Holden. Ho collaborato con diverse testate locali e nazionali come Veneto Economia, Alto Adige Innovazione, Cortina Ski 2021, Il Piccolo, Faenza Web Tv. Ho partecipato all'organizzazione del congresso nazionale Aiga 2015 e del Padova Innovation Day. Nel 2016 ho pubblicato il libro “Un viaggio (e ritorno) nei Canti Orfici” (Carta Bianca editore) dedicato al poeta Dino Campana. Amo i cappelletti, tifo Lazio e, come facendo un puzzle, cerco di dare un senso alle cose che mi accadono attorno.

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