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Nomadland di Chloé Zhao

Dopo aver perso il lavoro in seguito alla chiusura di una fabbrica di cartongesso, Fern, da poco vedova, si ritrova a dover vivere di sussistenza svolgendo lavori stagionali e a breve termine, passando dai magazzini Amazon alla raccolta delle bietole. Rimasta senza casa e costretta a muoversi all’interno del suo camper, Fern entra a contatto con una tribù di nomadi, le cui storie ed esperienze le daranno la forza di superare le perdite e quindi di adattarsi alla sua nuova vita. Nomadland, fresco vincitore di tre premi Oscar (miglior film, regia ed attrice protagonista), del Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia, nonché di svariati premi tra i più importanti assegnati da giurie americane, è senza dubbio il film del momento.

Nomadland: il valore delle piccole cose

Protagonista assoluta, ancora prima di Frances McDormand, è la regista, sceneggiatrice e montatrice Chloé Zhao: di origini cinesi, la giovane cineasta ha convinto tutti grazie al suo approccio sensibile nei confronti di una minoranza spesso ignorata, ovvero quella dei nomadi (“senzacasa, non senzatetto” come puntualizzato da Fern). Ci viene proposta un’immersione nella natura sconfinata e selvaggia dell’America, e Zhao con sguardo documentaristico mette in scena una serie di personaggi che Fern incontra sulla strada. Molti di essi sono nomadi veri, non attori: alcune delle storie raccontate sono probabilmente reali e da questo viene l’autenticità del film (così come del libro da cui è stato tratto). Scopriamo così che vissuti come quelli di Fern sono all’ordine del giorno per molti di loro: persone che hanno perso tutto, o quasi, che non per scelta (la maggior parte delle volte) si ritrovano sulla strada, a dover vagare in un ciclo infinito nel deserto a bordo di un semplice furgone. Il contatto con la natura, come impara anche Fern, elimina la dipendenza dal dio-denaro e incrementa il valore delle piccole cose, in particolare degli oggetti che già si possiedono e che ci si porta dietro nel proprio viaggio. Ecco quindi che un piatto rotto, che nella realtà di tutti i giorni verrebbe sostituito senza troppi problemi, diventa un piccolo lutto.

Una protagonista di spessore, il bisogno primordiale di libertà

Anche quando si ha la possibilità di tornare a una vita “normale”, a contatto col mondo industrializzato (che Zhao ci mostra nei suoi angoli più reconditi e alienanti), non si può più tornare indietro. Fern infatti crea dei legami inossidabili con la comunità nomade attraverso piccoli gesti, come scambi materiali o condivisioni di vite, adattando così la sua stessa vita ad un nuovo punto di vista mai considerato prima. La vicinanza con la natura, il poterla vedere, toccare con mano e respirarne ogni brezza, fa risvegliare in lei un bisogno primordiale di libertà. Frances McDormand è l’interprete perfetta per questo personaggio: lontana da qualsiasi canone hollywoodiano (nonostante la fama e il terzo Oscar da protagonista), pulita e libera nel suo mettersi in scena in modo spontaneo e senza alcun fronzolo, ma dotata, nonostante tutto, di grande carisma, presenza scenica ed empatia. Solo un’attrice come lei poteva calarsi in un ruolo del genere e il film punta il focus sul suo personaggio, circondato dalla comunità nomade che le dà nuova linfa.

Un’esperienza visiva da non perdere

Nomadland è quindi sicuramente un film da vedere: in primo luogo perché ne abbiamo la possibilità grazie alla (parziale) riapertura dei cinema (per chi non può, è disponibile anche in streaming su Disney+); in secondo luogo perché la regia di Chloé Zhao, coi suoi lenti indugi sugli spazi aperti della natura incontaminata e sulle vite dei nomadi, col suo sguardo efficace nel catturare una McDormand ancor più istintiva del solito, ci permette di vivere un’esperienza visiva molto affascinante. Da non perdere presso le sale di Cinemaincentro.

Alessandro Leoni

Alessandro Leoni

Sono nato a Faenza nel 1993. Mi sono diplomato presso l’istituto tecnico agrario “G. Scarabelli” a Imola, e al momento studio Tecnologie Alimentari presso l’Università di Bologna – Sede di Cesena. Sono attore nella compagnia teatrale “Amici dell’Europa” da circa una decina d’anni nell’ambito prosa; ho fatto esperienza anche nell’operetta e nel musical collaborando, tra gli altri, con la “Compagnia del Cancello”. Nel tempo libero mi interesso di cinema, di cui sono molto appassionato, e pratico kung fu.

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