Il lavoro contadino e l’arte di Mattia Moreni: il 1° maggio a Brisighella inaugura la mostra

In esposizione oggetti dalle antiche cucine rustiche, dal ciclo del vino nelle cantine e dai mestieri, come il banchetto del calzolaio, la fucina del fabbro e il bancone del falegname. Mercoledì 1° maggio, alle ore 16.30, a Brisighella, nel chiostro dell’Osservanza (via Antonio Masironi, 3), si inaugura l’esposizione “Dagli antichi mestieri all’umanoide tutto computer. Mattia Moreni e il lavoro contadino nella Vena del Gesso Romagnola”. All’inaugurazione sono previsti gli interventi di Gian Ruggero Manzoni, scrittore e artista, e dell’artista Nicola Samorì. Saranno inoltre presenti le figlie di Mattia Moreni, Popy e Maria Francesca. A seguire, dalle ore 18, a cura dell’associazione “Il lavoro dei contadini”, nello splendido ex orto del convento dell’Osservanza sarà possibile degustare i prodotti della Vena del Gesso Romagnola: piadina, salumi, formaggi, garganelli e vino del territorio. La mostra, promossa dal Comune di Brisighella e dal Parco della Vena del Gesso Romagnola, comprende un omaggio a Mattia Moreni e una selezione degli oggetti del Museo del Lavoro contadino già esposti alla Rocca di Brisighella.

Il racconto del mondo contadino

L’esposizione riunisce una preziosa selezione di attrezzi e strumenti di un mondo ormai scomparso, ma che per secoli è stato protagonista a Brisighella e in tutte le borgate di campagna. Era il lavoro degli umili artigiani che nelle “botteguzze” contribuivano a integrare il complesso degli attrezzi agricoli dei contadini o ad assicurare vari servizi alla comunità locale, con un pagamento che spesso era reso in natura con i prodotti del lavoro contadino.

Un artista che da Parigi decise di vivere nelle ‘dolci colline di Brisighella’

A fianco di questi oggetti sono esposte le opere di Mattia Moreni, un artista che negli anni Cinquanta, a partire dalla Parigi dove abitava, esponeva con proprie mostre personali in tutta Europa e che negli anni Sessanta decise di vivere sulle “dolci colline di Brisighella” (titolo di un suo quadro vincitore del VI Premio “Golfo della Spezia”) dove è stato sepolto. A vent’anni dalla sua morte il Comune di Brisighella e il Parco della Vena del Gesso Romagnola hanno promosso questa mostra delle sue opere, collegandole proprio agli strumenti del lavoro umano di un tempo, individuati come uno degli aspetti più significativi del territorio. Sono le testimonianze, già esposte dal 1976 al 2002 nel Museo del Lavoro contadino nella Rocca di Brisighella, di una realtà ormai definitivamente scomparsa che in questa nuova dimensione, a fianco delle opere di Mattia Moreni, rafforzano il senso della tradizione.
Anche il percorso artistico di Mattia Moreni, ben documentato da una selezione operata dalle figlie Popy e Maria Francesca, mostra in pieno il suo vigore nel connubio con gli strumenti del lavoro quotidiano creati dalla cultura popolare.

Samuele Marchi

Giornalista, sono nato a Faenza e dopo la laurea in Lettere all’Università di Bologna frequento il master in 'Sviluppo creativo e gestione delle attività culturali' dell’Università di Venezia/Scuola Holden. Ho collaborato con diverse testate locali e nazionali come Veneto Economia, Alto Adige Innovazione, Cortina Ski 2021, Il Piccolo, Faenza Web Tv. Ho partecipato all'organizzazione del congresso nazionale Aiga 2015 e del Padova Innovation Day. Nel 2016 ho pubblicato il libro “Un viaggio (e ritorno) nei Canti Orfici” (Carta Bianca editore) dedicato al poeta Dino Campana. Amo i cappelletti, tifo Lazio e, come facendo un puzzle, cerco di dare un senso alle cose che mi accadono attorno.

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