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“La vita oltre il dolore” di Bruno Donati: la storia di una famiglia per la memoria collettiva

Quando il dolore e il lutto trovano la condivisione il ricordo può aprire le porte al racconto, farsi coraggio e andare oltre. Questo il potente messaggio del libro scritto dal faentino Bruno Donati edito da Cartabianca “La vita oltre il dolore”. Il racconto di una storia faentina, quella di Luciano e Silla Donati, genitori dell’autore, ai tempi della guerra. Il racconto di come le atrocità della guerra, i bombardamenti, la vita da sfollati, entrano in un libro in cui la memoria del singolo diventa parte della memoria collettiva della comunità faentina. Cosa raccontano queste pagine e cosa affidano al lettore è qualcosa che va oltre il dolore di un periodo tragico quale fu quello della Seconda Guerra Mondiale. Ne abbiamo parlato con l’autore.

Intervista a Bruno Donati

Come è nata l’idea di raccontare questa storia?

Camminando per via Soldata ho risalito la corrente di dolore che questi racconti avevano lasciato in me e ho condiviso il bisogno di raccontare con Tonino Panzavolta, che all’epoca del passaggio del fronte da Cà d’Dì aveva quattro anni. Anche lui da tempo cercava il modo giusto in cui narrare la storia della sua famiglia, legata alla mia, dunque la collaborazione con lui è stata fondamentale; qui la penna è una ma i cuori sono due.

Qual è il primo ricordo che ha di questi racconti?

La prima volta che ne ho sentito parlare ero molto piccolo. Mi arrivava già però il dolore delle persone, il dolore di mio padre nel raccontare quei momenti. Un dolore dignitoso e profondo.

L’arte per ricostruire l’edificio più importante: l’animo umano

Nel libro si racconta anche la vita dopo la guerra. “Senza arte non c’è vita” è il titolo di un capitolo del libro che parla proprio della ricostruzione. Che cosa significa?

La voglia di bellezza e la voglia di condividerla una volta finito l’orrore tornano in superficie, perchè la bellezza fa parte della natura dell’uomo. E’ l’elemento ricostruttore dell’edificio più importante che è l‘animo umano. I miei genitori condividevano l’amore per il canto e per la musica e questo è stato importante per ricominciare dopo la guerra.

Suo padre dopo la guerra diventa un insegnante. Qual è secondo lei il compito della scuola nel tramandare la Storia ai più giovani?

La Storia ci viene consegnata dalla narrazione che ne facciamo, ma spesso non ci si addentra nel dolore delle persone. La scuola non si cala nella dimensione personale e così mancano tanti capitoli dolorosissimi. Manca un maestro che ci consegni la Storia attraverso il dolore.

La vita oltre il dolore

E’ possibile secondo lei perdonare?

Il perdono fa parte di una sfera intima e personale. Credo che sia l’ultimo passo per non far soccombere l’anima, ma questo vale per il singolo; non è possibile un perdono collettivo. A livello di coscienza collettiva è possibile solo trovare giustizia, trovare una serie di regole condivise per vivere, ma non il perdono.

Nel racconto si ripercorre una storia personale attraversando la storia locale di Faenza: quale ruolo ha avuto la comunità faentina nel racconto?

Sono stati molto importanti i lavori che la comunità faentina ha fatto nel corso degli anni sulla ricostruzione storica di questo periodo; lavori di ricerca che hanno permesso di trovare scritti in biblioteca e libreria. Se ci pensiamo anche la stessa Liberazione di Faenza del 17 dicembre del 1944 che ogni anno ricordiamo è qualcosa che la comunità ha elaborato nel tempo, anche se sappiamo che le atrocità della guerra non finirono esattamente quel giorno.

L’autore: Bruno Donati

Bruno Donati è nato a Faenza, dove vive tuttora, il 10 febbraio del 1963. Diplomatosi al Liceo Scientifico Severi di Faenza, accede al primo corso triennale per la formazione dei tecnici di radiologia medica della allora Usl 37. Viene a contatto con l’ambiente sindacale e ricopre per 15 anni il ruolo di rappresentante dei lavoratori di pubblica sanità per la Cgil. Ha militato presso il circolo faentino di Rifondazione Comunista e poi nelle successive formazioni di sinistra. “La vita oltre il dolore” è la sua prima pubblicazione. Il libro è acquistabile presso librerie faentine al prezzo di 12 euro.

 

Letizia Di Deco

Classe 1998, vivo a Faenza. Mi sono laureata in Lettere Moderne e poi in Italianistica e Scienze linguistiche all’Università di Bologna. Scrivo per il settimanale Il Piccolo di Faenza. In attesa di tornare definitivamente in classe da prof, mi piace fare domande a chi ha qualcosa di bello da raccontare su ciò che accade dentro e fuori le pareti della scuola. Ho sempre bisogno di un buon libro da leggere, di dire la mia opinione sulle cose, di un po' di tempo per una corsetta…e di un caffè

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