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CANDIDATI SINDACO AL QUARTIERE CENTRO SUD

CANDIDATI SINDACO AL QUARTIERE CENTRO SUD

 

Analisi del livello del dibattito critico faentino

 

Venerdì 23 si è tenuto al Quartiere Centro Sud il primo dei cinque incontri tra tutti e 9 (ebbene sì, ben 9!) i candidati sindaco. Quale occasione migliore per un cittadino di potersi informare, cominciare ad avere una propria idea sui candidati e dire la sua nel dibattito critico? La sala era piena, il ritmo delle risposte doveva essere necessariamente serrato e ben scandito. In questo primo resoconto che abbiamo steso ci siamo voluti focalizzare non tanto sui singoli candidati, ma sul livello generale del dibattito e le idee portate nella discussione. Per cui non troverete chi ha detto cosa, ma solo il contenuto (se presente) della discussione. Sappiamo che questo tipo di approccio rischia di essere un po’ vago, ma, a nostra difesa, crediamo che per la situazione cittadina che stiamo vivendo sia ESSENZIALE evadere il modo di comunicare che alcune testate locali stanno sfruttando, strumentalizzando ogni tipo di parola, frase pronunciata da ciascuno dei candidati. Questo non è buon giornalismo, questa non è informazione per la persona.

Ai candidati sono state poste 3 domande a cui hanno risposto per sorteggio e con un tempo limitato. Vi raccontiamo un po’ come è andata, puntando, come detto, i nostri riflettori sulle idee e i progetti. Per semplificare, ad ogni domanda posta abbiamo assegnato un colore del semaforo: semaforo verde = buon livello di contenuti, semaforo giallo = livello discreto di contenuti, semaforo rosso = livello insufficiente.

 

DOMANDA 1 – IN UN PERIODO IN CUI È SEMPRE PIU’ FORTE LA SFIDUCIA NELLA POLITICA, COME RISOLVERE IL PROBLEMA DELLA CITTADINANZA ATTIVA E DEL RAPPORTO TRA CITTADINO E AMMINISTRAZIONE?

SEMAFORO ROSSO: Sarà che questa era la prima domanda e i candidati sindaco si dovevano ancora scaldare, ma le idee proposte sono state davvero povere di contenuti, e ci dispiace molto sottolinearlo in una città che avrebbe quanto mai bisogno di partecipazione attiva da parte della cittadinanza. Considerato che i candidati conoscevano in anticipo la domanda, è difficile capire come mai le risposte fossero così vaghe e confuse, quasi come se il problema del rapporto tra cittadino e amministrazione – certamente importante – fosse stato trattato con sufficienza. Si è navigato tra frasi fatte (“il sindaco deve parlare con la gente”, “il mondo associativo è da coinvolgere”, “potenziare i quartieri”, “più trasparenza”) ed interventi spot più che altro legati alla trasparenza (bilancio partecipativo, open data, proposta di una giornata della popolazione, costruzione di centri aggregativi multifunzionali). In sostanza nessuno dei 9 candidati è riuscito a esporre in maniera chiara un progetto concreto (ma nemmeno ideale) sulla questione, ossia attraverso un’analisi precisa dei problemi, gli obbiettivi da raggiungere e gli strumenti con i quali realizzarli. La sensazione, speriamo sbagliata, è stata invece quella di non avere ben chiaro il problema finendo poi nel classico “butta su idee e speriamo che una di queste funzioni”. Da delle persone che vogliono provare ad amministrare un comune da più di 50.000 persone è lecito aspettarsi molto di più che tutto questo pressapochismo.

DOMANDA 2 – COME RIUSCIRE A RILANCIARE E VALORIZZARE IL CENTRO STORICO?

SEMAFORO GIALLO: Qualcosa di meglio rispetto alla prima domanda si è visto. Finalmente la campagna elettorale prova ad entrare un po’ nel vivo di questioni concrete e non di sterili polemiche. Si parla di uno dei problemi più sentiti da parte della cittadinanza: la questione del centro storico, come rivitalizzarlo e farne uno dei punti di forza della nostra città. Un punto comune tra i candidati è stato quello della riqualificazione urbanistica dei palazzi del centro (su tutti il Palazzo del Podestà, ma non solo). Tra gli interventi positivi (positivi non “in sé”, ma che quantomeno portano idee e sviluppo al dibattito) segnaliamo: proposte di valorizzazione dei nostri edifici storici, il cercare di ottenere sgravi fiscali per gli affitti sui negozi del centro, riportare alcuni servizi di base, e nuove idee come quella di investire in un mercato coperto in Piazza Martiri della Libertà. Piano sosta in larga parte giudicato positivamente, anche se va rivisto.

Negativo invece il dibattito quando è scivolato sulla questione “eventi in centro”: molti candidati si sono soffermati su questo argomento portando via tanti minuti alla discussione. D’altronde è un argomento su cui è facile parlare, fare propaganda e mettere tutti d’accordo. La parola “eventi” è smart e piace un po’ a tutti, ma una politica che spera di risolvere il problema centro-storico con eventi spot (la cui natura è poi tutta da definire, e ricordiamoci che un evento non è di per sé positivo) va certamente incontro al fallimento. I problemi del centro storico (a Faenza, come in altre città italiane) sono strutturali e svincolare il problema parlando di “eventi” (un po’ a caso) non è per noi la scelta giusta. Va bene parlare di eventi, ma solo dopo che si è buttato giù un programma ben chiaro su come rivitalizzare il centro storico di modo da far sì che queste manifestazioni siano a loro volta valorizzate. Non è certo portando ogni domenica pomeriggio un’associazione sportiva o un mercatino in piazza che si risolve il problema centro-storico a Faenza.

DOMANDA 3 – COME È POSSIBILE RISOLVERE LE CRITICITA’ EDILIZIE DELLA SCUOLA MEDIA EUROPA? 

SEMAFORO GIALLO: Con la domanda sulla Scuola Media Europa si entra di più su questioni tecniche, ma non per questo meno impellenti, dato che riguardano la sicurezza di molti ragazzi della nostra città. In questa domanda si sono avuti i primi “botta e risposta” tra i candidati: i conti tornano o non tornano? Gli oppositori hanno accusato la precedente amministrazione di aver perso, nella contrattazione dell’acquisto della scuola dalla curia, circa 180.000 euro, sostanzialmente “bruciati”. D’altro canto l’amministrazione ha ribadito che si è trovata stretta in una sorta di ricatto quando il costo d’affitto è passato da 110.000 a 297.000 euro l’anno. Il piano d’acquisto per l’edificio prevede per il Comune la spesa di 5.500.000 euro, compresa di ristrutturazione, a fronte della costruzione di un nuovo edificio che costerebbe non meno di 7.000.000 di euro. Alcuni dei candidati hanno sottolineato invece come questa seconda scelta sarebbe la migliore e che ci sarebbe lo spazio per la costruzione di un nuovo edificio in alcune aree (tra le altre, è stato proposta l’area della Graziola). Al di là di queste proposte che vanno certamente approfondite, sicuramente è stato importante mettere finalmente la parola “sicurezza” accanto a questioni veramente sensibili come quella degli edifici scolastici e non solo accanto ai soliti furti di cui i media locali vivacchiano. Purtroppo però anche qui ci è dispiaciuto trovare alcuni candidati impreparati a rispondere alla domanda e altri incapaci di fornire un quadro preciso di quello che vorranno fare per risolvere una criticità che necessità di risposte urgenti e concrete.

A conclusione di questa serata usciamo con la convinzione che la strada da fare in questa campagna elettorale, sia ancora tanta. La sensazione è che ci sia molta superficialità da parte dei candidati nell’affrontare le questioni, ma d’altra parte devono essere in primis i cittadini a pretendere una maggior responsabilità civica. Dall’altra abbiamo fiducia che qualcosa (anche se ancora troppo poco) di buono sia stato messo in cantiere e su questo bisogna insistere. Nove candidati sindaco purtroppo appaiono davvero troppi in serate di questo tipo e non favoriscono il livello del dibattito. Questo è quanto però. Cerchiamo di tirare fuori il meglio possibile da queste serate per far sì che le prossime si alzi il livello.

Samuele Marchi

(Foto- Matteo Battaglia)

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