Ecco i vincitori di “Future is design”, premiati all’isia di Faenza
I primi premi del Design del Prodotto
Per la sezione Design Prodotto si è deciso di prevedere due primi premi ex aequo, in quanto entrambi i progetti sono stati ritenuti apprezzabili, pur nella loro diversità. Oltre al 2° e 3° premio sono state attribuite tre menzioni speciali di Prodotto a progetti ritenuti meritevoli di attenzione. Uno dei primi premi è andato “Tailored” (2016-17) di Elisa Inviso, Isia Faenza, tema diversità e integrazione, con la seguente motivazione: «per avere saputo interpretare i migliori segnali della moda contemporanea applicati a un tema rilevante per i portatori di disabilità coniugando ricerca estetica e vincoli tecnici e funzionali». Il progetto nasce dall’esigenza di trovare soluzioni per vestire utenti con disabilità fisica, che spesso sono costretti ad indossare indumenti sportivi, in quanto altri non risultano adeguati alla loro condizione e postura. Gli incontri frequenti di carattere osservativo e dialogico con un ragazzo diversamente abile, hanno permesso di rilevare le problematiche di portabilità degli indumenti e di delineare le caratteristiche di un abito maschile comodo e fruibile.
L’altro primo premio è andato a “Glifo” (2016-17) di Sara Monacchi, Luca Toscano e Andrea Pelino, Naba Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, tema diversità e integrazione, con la seguente motivazione: “per aver risolto il problema del disegno di bambini con disabilità attraverso un sistema di supporto di oggetti per la scrittura riproducibili tramite stampante 3D”. Glifo è un supporto, leggero, lavabile e creato su misura grazie all’utilizzo della stampa 3D. Permette a persone che soffrono di deficit cognitivi e motori di scrivere e disegnare autonomamente, attraverso la corretta stimolazione della mano. Il progetto ha lo scopo di rendere l’attività riabilitativa efficace in ambito domestico e scolastico, favorendo l’integrazione di questi bambini.
1° Premio – Design della Comunicazione
Per quanto riguarda la sezione Comunicazione, il premio è andato a “Monogram. Scrittura come linguaggio non verbale” (2016-17), di Alessia Raiti, Accademia di Belle Arti di Catania, tema linguaggi visivi, con la seguente motivazione: «per aver affrontato un tema difficile e fortemente disciplinare coniugando qualità di ricerca con attenzione progettuale grafica e impaginazione esemplare». L’elaborato “Monogram” descrive l’evoluzione storica del monogramma; da segno simbolico e di potere, come il monogramma di Cristo e degli imperatori, a brand, utilizzato dapprima come segno di firma dai tagliapietre e al giorno d’oggi dai progettisti come elemento per l’identità visiva. L’elaborato analizza anche il metodo e le griglie utili per una buona progettazione, mostrando una selezione dei monogrammi progettati dagli allievi dell’Accademia di belle arti di Catania.