Faenza 2020: i 10 punti sulla cultura indicati da Italia Nostra
In vista delle elezioni amministrative che si svolgeranno il 20 e 21 settembre prossimi a Faenza, il consiglio direttivo dell’associazione Italia Nostra ha voluto indicare alcuni elementi chiave «da elaborare in sinergia con istituzioni come la Biblioteca Comunale, il Teatro, musei, raccolte artistiche e associazioni al fine di un indirizzo unitario di un unico progetto con una identità ben riconoscibile. Certi che questi argomenti di riflessione possano essere valutati e discussi per fornire un contributo a un progetto per la città, ci dichiariamo disponibili ad un incontro con i candidati e i rappresentanti delle forze politiche» conclude la nota inviata da Italia Nostra.
I 10 punti indicati da Italia Nostra
1. Pinacoteca
In primo luogo la ricomposizione e il completamento nella sua interezza della Pinacoteca, una delle più importanti e ricche della regione, il cui valore è dato solo dalla esposizione completa. Deve essere assolutamente integrata con le collezioni dal ‘700 al ‘900, e con i nuclei spesso frutto di munifiche donazioni compreso opere importanti e di respiro europeo, valutando anche la possibilità di utilizzo di spazi attigui sotto utilizzati.
2. I mosaici
L’individuazione di opportuni spazi per le raccolte archeologiche, prevedendo in primo luogo il rientro da sedi fuori città di quegli importanti mosaici, la cui assenza causa una lettura parziale e lacunosa delle vicende antiche.
3. Il Mic
L’interazione tra il Mic, che pesa notevolmente sul bilancio comunale, con la città e il territorio, al fine di trarre vantaggio dalle ampie possibilità offerte dalla città, evitando che il Museo sia come ora una cattedrale nel deserto, integrandolo e rendendolo comprensibile, ponendolo in relazione alle vicende storiche e artistiche di Faenza.
4. Il neoclassico
La valorizzazione del ricco e di altissima qualità “percorso neoclassico” che va pubblicizzato e fatto conoscere: Teatro e Galleria dei Cento Pacifici, Palazzo Laderchi, in primis lo straordinario Palazzo Milzetti anche se di proprietà statale, l’architettura neoclassica, fino a pensare ad opportune periodiche disponibilità dei privati.
5. Il Palazzo Comunale
La valorizzazione degli ambienti storici del palazzo Comunale, luogo di forte valenza simbolica quindi segno identitario della Città, mettendo in relazione le esigenze pratiche con l’individuazione di un percorso da proporre come l’avvio di un itinerario della città, previo il restauro, il riordinamento e la cura degli spazi e degli arredi.
6. La sala dell’Arengo
A questi elementi si aggiunge la necessità di individuare quanto prima una destinazione appropriata, credibile e meditata, del Salone del Podestà i cui lavori, che hanno comportato ingenti somme di denaro pubblico, sono ormai in fase di completamento; soprattutto si auspica non si tratti di scelte bizzarre cioè come quella fatta poco tempo fa di destinare a bar l’unico luogo deputato a scala e ascensore, pregiudicando le scelte successive. Si sottolinea che le soluzioni dovranno essere in funzione della pubblica utilità, tenendo conto però della scarsa visibilità degli accessi, della difficoltà degli allestimenti e del trasporto dei materiali, problemi che sconsigliano una destinazione per mostre d’arte.
7. Palazzo Esposizioni
Visto poi che sono stati reperiti i fondi necessari per un recupero funzionale del Palazzo delle Esposizioni, sottolineiamo che venga conservata la possibilità di un uso totale ai fini espositivi in rapporto alla tradizione e vocazione degli spazi, come del resto indicato dall’attuale amministrazione nel documento di scelte strategiche da effettuare nei prossimi anni, salvaguardandolo da usi impropri anche parziali.
8. Palazzo Laderchi
Sempre nell’ottica di un più volte sollecitato utilizzo delle proprietà comunali, anche palazzo Laderchi deve essere riqualificato nella sua interezza, liberando tutti gli spazi da occupazioni incongrue e restituendo a dignità gli ambienti di pregio a partire dall’area del cosiddetto Gabinetto d’Astronomia e tutti gli spazi non compresi nel Museo del Risorgimento e quelli della Società Torricelliana.
9. Il centro storico
Il centro storico vive momenti difficili per la criticità e mancanza di identità oltre alla trascuratezza, caos, assenza di indirizzi precisi che si riscontrano dagli aspetti secondari perfino in targhe, insegne e arredi, fino a quelli più importanti, ad esempio la mancanza di utilizzo di diversi immobili vuoti, già sede di enti pubblici, e numerosi negozi vuoti. In merito si ritiene urgente un progetto di valorizzazione da parte dell’ente pubblico grazie ad accordi con privati con gestione a scopo di qualificazione. Cercando di dimenticare l’immagine imbarazzante del centro storico estemporaneamente sede di manifestazioni, addobbi, tappeti erbosi ecc., che nulla hanno a che fare con la dignità degli spazi e dei monumenti, pensiamo sia il caso piuttosto di tener conto dell’immagine della città e della sua tradizione anche nel settore della ceramica con interventi opportunamente equilibrati.
10. Ambiente
Infine un ultimo, e non certo per importanza, problema. Per Faenza, città collocata sull’asse della via Emilia con l’invidiabile posizione a ridosso del territorio collinare di pregio storico e ambientale, deve essere individuata una linea di tendenza urbanistica che abbia obiettivi strategici al fine di porre un limite agli estemporanei interventi in svariate localizzazioni che comportano generalmente elevati costi per infrastrutture e collegamenti, oltre a frequenti danni di carattere ambientale. Siamo inoltre convinti che per il bene della città e della sua immagine debba essere ribadito il principio della tutela delle aree verdi prossime al Centro Storico anche se questo va a scapito degli interessi privati.