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Pinacoteca: la Grande Guerra raccontata da una generazione di artisti

Tratto da Il Piccolo – venerdì 20 ottobre 2017

Varie generazioni di artisti romagnoli hanno partecipato alla Prima Guerra Mondiale. Si inaugura venerdì 20 ottobre 2017 alle ore 17.30 nella Pinacoteca Comunale di Faenza (via S. Maria dell’Angelo 9) la mostra “Una generazione stroncata. Barbieri, Malmerendi e Nonni: tre artisti romagnoli nella Prima Guerra Mondiale”. Alla inaugurazione saranno presenti il vicesindaco e Assessore alla cultura Massimo Isola, lo scultore Alberto MIngotti e il direttore della Pinacoteca Claudio Casadio. In mostra ci saranno 80 opere di Gino Barbieri (foto di copertina, ndr), Francesco Nonni e Giovanni Malmerendi per raccontare il dramma della guerra in bianco e nero, con disegni a matita e xilografie. La mostra sarà visitabile fino al 1° aprile 2018.

In mostra 80 opere di Barbieri, Malmerendi, Nonni

Partiti in molti casi volontari, furono profondamente segnati dagli anni di guerra. Il faentino Pietro Melandri in una lettera scritta a Francesco Nonni il 22 maggio 1915 invitò l’amico ad avere coraggio ed espresse la speranza “di infilzare tanti tedeschi”. Per lui la guerra finì nel campo di prigionia ungherese di Somoria. Anche per Francesco Nonni l’esperienza di guerra finì in un campo di prigionia: fatto prigioniero dopo la rotta di Caporetto fu rinchiuso nel campo di Cellelager in Germania dove rimase dal novembre 1917 al gennaio 1919. Proprio una riflessione di Francesco Nonni, scritta cinquanta anni dopo la sua esperienza di guerra, ha dato lo psunto per il titolo alla mostra. Il 4 novembre 1967, in occasione del suo ottantesimo compleanno, l’artista faentino scrisse infatti di far parte di quella generazione che la guerra 15-18 aveva stroncato inesorabilmente.

La mostra sulla Grane Guerra visitabile fino al 1° aprile 2018

Dei tre artisti in mostra, Gino Barbieri ha inciso su legno la sua vita in trincea e Francesco Nonni con 55 disegni ha documentato il suo anno di prigionia nel lager di Celle. Pur utilizzando due tecniche diverse, il disegno e la xilografia, per denunciare la crudeltà e brutalità della Guerra ricorrono entrambi alla forma espressionista. Nonni realizza disegni col duro segno espressionista sulla sua vita di prigionia a Cellelager durata un anno e due mesi, mentre in precedenza si era espresso con il Liberty e successivamente realizza veri e propri capolavori Decò. Barbieri prima di incidere nel legno, con grande durezza del segno, la sua vita in trincea si era distinto per l’eleganza classica della sua arte.

Le xilografie di Giovanni Malmerendi fanno parte di un progetto editoriale con un racconto autobiografico della guerra che doveva essere pubblicato nel 1929 ma non è mai stato realizzato dall’autore. Nel suo racconto della guerra, costruito quindi a qualche anno dal termine,rimangono però presenti segni di primitivismo ed elementi figurativi che partono da una matrice futurista per arrivare all’urlo dell’immagine, tipico della grafica espressionista.

Tutto il materiale in mostra proviene dalle raccolte della Pinacoteca Comunale di Faenza. Ad accompagnare la mostra anche un commento critico delle opere, inserito nell’app e audioguida della pinacoteca. L’ingresso alla mostra è gratuito e sarà aperta sabato e domenica dalle ore 10 alle 18. Mostra visitabile anche dal martedì al venerdì dalle ore 10 alle ore 13 suonando il campanello di via S.Maria dell’Angelo 5 oppure telefonando al 0546 680251. Lunedì chiuso. Per le scuole si consiglia la prenotazione.

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