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Mcz: call to action ai faentini per realizzate Kabira, il cavallo in ceramica ideato da Chiara Camoni

Una call to action artistica rivolta a tutti i faentini per dare vita a Kabira, il grande cavallo nero collettivo, ideato durante un workshop dell’artista Chiara Camoni, in residenza a Faenza dallo scorso giugno. All’interno della collaborazione che unisce il Museo Carlo Zauli ad AiCC – Associazione Italiana Città della Ceramica nel percorso di ricerca e formazione per ceramisti, il laboratorio del maestro faentino diventa così un luogo temporaneo di creazione collettiva, aperto a chiunque voglia contribuire alla realizzazione di una imponente opera di Chiara Camoni. Il 27, 28 e 29 agosto il laboratorio si apre ai partecipanti del workshop ma anche ad amici, artisti, appassionati, visitatori e a tutti coloro che vorranno contribuire in modo informale e spontaneo a questa azione artistica collettiva. Kabira, il grande cavallo nero collettivo, resterà da quel momento esposto al museo, fino alla data di inaugurazione della mostra di fine residenze, in ottobre, momento in cui partirà per un viaggio espositivo in Europa, per lasciare il posto ad un video che testimonia tutta l’esperienza. Gli orari del laboratorio sono: martedì 27 agosto dalle 16 alle 20; mercoledì 28 agosto dalle 16 alle 20; giovedì 29 agosto dalle 16 alle 22.30.

Durante il workshop di Chiara Camoni è stato ideato un cavallo in ceramica a grandezza naturale

Dopo Paolo Polloniato, Silvia Celeste Calcagno e Francesco Simeti, l’ultima protagonista del progetto formativo per ceramisti, è stata infatti Chiara Camoni, che durante il mese di giugno ha condotto i partecipanti fra scultura, lettura e la costruzione collettiva con la terra nera utilizzata da Carlo Zauli, di un cavallo in ceramica a grandezza naturale. Proprio i luoghi che furono di Carlo Zauli, dal 2002 teatro di sperimentazioni ceramiche promosse dal museo a lui intitolato attraverso residenze con artisti contemporanei internazionali, rappresentano il luogo ideale e naturale sul territorio per creare incontri ed esperienze, generare idee innovative, approfondire temi attuali legati al mestiere del ceramista, così spiegati da Massimo Isola, presidente di AiCC.

L’assemblaggio dell’opera avverrà con il contributo dei faentini dal 27 al 29 agosto

«Il workshop di Chiara Camoni fa parte di un percorso iniziato due anni fa – spiega Isola – in cui il Museo Zauli e AiCC portano avanti una visione della ceramica che tiene insieme il fare con il pensare: una visione che crediamo debba essere alla base della produzione ceramica contemporanea, superando le divisioni fra arte, artigianato e design. Questi workshop vogliono infatti essere, prima di tutto, occasione di incontro e scambio fra artisti e professionisti della ceramica, sempre mantenendo però un’ottica di apertura che nel caso di Chiara Camoni è particolarmente forte e realizza una dimensione di partecipazione unica. L’assemblaggio del cavallo, realizzato da Chiara Camoni e dai partecipanti al workshop dello scorso giugno, è così aperto a tutti coloro che vorranno dare un contributo e incontrare l’artista, entrando nel suo mondo poetico e ceramico e toccando con mano una possibilità del pensare e fare ceramica oggi».

Chiara Camoni: “Abbiamo affrontato il tema del tabù nell’arte, ora parte la seconda fase”

Durante il workshop di giugno si sono alternati momenti di modellazione in studio al disegno dal vero dei cavalli al maneggio, esperimenti con crini e letture di libri che hanno costituito le coordinate all’interno delle quali si è sviluppata l’azione delle mani. «Dopo le reciproche presentazioni, affronteremo il tema del tabù in arte – aveva spiegato l’artista nella prima fase del workshop – Parleremo del soggetto in scultura, delle pratiche collettive e dei saperi condivisi. Dei pieni e dei vuoti, delle zone oscure. Lavoreremo con la creta nera proveniente dal Belgio messa a disposizione dal Museo Zauli, conservata nei locali sotterranei. Il lavoro individuale confluirà in un progetto collettivo. Faremo forse un grande cavallo nero». Dopo l’essicazione e la cottura dei pezzi, il museo torna ad essere laboratorio condiviso e aperto a tutti per la seconda parte, l’assemblaggio di Kabira: «Costruiremo la struttura portante in legno e infileremo in lunghe collane tutti i pezzetti modellati che costituiranno la copertura del corpo. Nato dalla creta scura dei sotterranei, mi immagino ora la presenza di questo cavallo nella stanza dei forni, che guarda verso l’ingresso. Vorrei che questa scultura fosse anche un luogo, che ci si potesse entrare sotto, una specie di capanna»

Il Museo Carlo Zauli come luogo di storia e creatività contemporanea

Spiega Matteo Zauli, direttore del Museo: «Chiara con questa residenza compie un’operazione che non lascia dubbi sulla sua affascinante ricerca legata ai contesti relazionali e alle dinamiche di gruppo. Il lavoro nasce da un suo progetto personale, frutto di un ricordo intenso legato alla figura del cavallo, condiviso fin dai primi momenti del workshop con i partecipanti. Le testimonianze e il confronto scaturito lo hanno immediatamente reso un progetto a più teste, e naturalmente a più mani: ceramiste, artiste, studentesse, amici di passaggio, io stesso insieme al mio staff, tutti abbiamo interpretato in maniera libera le indicazioni tecniche di Chiara, producendo tutto quello che verrà poi assemblato la prossima settimana. Ci piacerebbe questa volta incontrare un coinvolgimento ancora maggiore, e per questo invitiamo chiunque, senza limiti di esperienze, intenzioni, o tempo, a passare dal museo per lavorare insieme». Il laboratorio di tre giorni per la creazione di Kabira è gratuito e aperto a tutti, per info: museocarlozauli@gmail.com.

 

Samuele Marchi

Giornalista, sono nato a Faenza e dopo la laurea in Lettere all’Università di Bologna frequento il master in 'Sviluppo creativo e gestione delle attività culturali' dell’Università di Venezia/Scuola Holden. Ho collaborato con diverse testate locali e nazionali come Veneto Economia, Alto Adige Innovazione, Cortina Ski 2021, Il Piccolo, Faenza Web Tv. Ho partecipato all'organizzazione del congresso nazionale Aiga 2015 e del Padova Innovation Day. Nel 2016 ho pubblicato il libro “Un viaggio (e ritorno) nei Canti Orfici” (Carta Bianca editore) dedicato al poeta Dino Campana. Amo i cappelletti, tifo Lazio e, come facendo un puzzle, cerco di dare un senso alle cose che mi accadono attorno.

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