Unioncamere: in provincia di Ravenna le imprese cercano periti tecnici e ingegneri
Cosa studiare per avere maggiori chance lavorative? Se lo si chiedesse alle imprese ravennati non avrebbero dubbi nel rispondere: per il diploma l’Istituto tecnico (tutti gli indirizzi: dalla meccanica, all’energia, all’elettronica), per le lauree i vari corsi di ingegneria e le discipline scientifiche, matematiche e fisiche. Tutti questi titoli di studio – che rappresentano rispettivamente 600 e 170 posti di lavoro nel periodo settembre / novembre 2017 – presentano infatti una difficoltà di reperimento nel mercato del lavoro superiore al 50%. Su cinque nuove assunzioni programmate da un’impresa, per esempio, tre profili lavorativi saranno particolarmente difficili da trovare: periti tecnici e ingegneri su tutti. Questo è uno dei principali risultati dell’indagine trimestrale Excelsior sull’anno in corso, curata dalla Camera di Commercio sulla base di un campione di imprese che hanno risposto in merito alle proprie prospettive assunzionali.
Per Unioncamere entro novembre molte assunzioni nei servizi e nel commercio
Metà dei posti di lavoro nelle aree commerciali e di erogazione del servizio. Se è vero che si cercano molto le professionalità tecniche e scientifiche, soltanto il 7% delle nuove assunzioni (480 posti) saranno nello specifico collegate alle aree tecniche e della progettazione. Al contrario, le aziende prevedono fra settembre e novembre 2.440 assunzioni nell’area produzione di beni ed erogazione del servizio e 1.110 nelle aree commerciali e della vendita. Molto esigue le opportunità di lavoro nell’area amministrativa o in quella direttiva, che assieme non arrivano a 500 nuovi assunti. Venendo poi nello specifico ai settori di attività, a fare la parte del leone saranno i servizi turistici e dell’ospitalità, i servizi alle persone (sempre più rilevanti in una società che va rapidamente invecchiando), il commercio, le costruzioni (un settore in leggera risalita dopo il tracollo determinato dalla crisi economica) e i trasporti. Non stupisce quindi che per quanto riguarda i titoli di studio, la laurea venga richiesta solo per l’11% del totale dei posti di lavoro previsti dalle imprese nel trimestre in esame (a fronte di una percentuale di laureati fra i 25 e i 34 anni pari al 24%), mentre ai diplomati sono riservate il 33,1% delle entrate programmate.
Finiti gli incentivi fiscali, solo 1 neo-assunto su 5 è a tempo indeterminato
Le imprese della provincia di Ravenna ci dicono – secondo i dati Unioncamere – anche in che modo intendono assumere i nuovi lavoratori. Quello che emerge è un quadro di grande incertezza, dove le nuove chance occupazionali si concentrano su forme di contratto precarie o non stabili. Delle circa 7mila nuove assunzioni, nella metà dei casi si arriverà a contratti a tempo determinato (anche a carattere stagionale), nel 20% a tempo indeterminato e nell’11% come apprendistato. La rimanente percentuale saranno contratti in somministrazione e forme di collaborazione non dipendente, e va sottolineato che il peso delle forme precarie di assunzione è sostanzialmente stabile rispetto alle prospettive rilevate per luglio-settembre. Uno scenario quindi non roseo per chi si affaccia sul mercato del lavoro, dal momento in cui la sicurezza reddituale viene spostata più avanti nel tempo.
Andrea Piazza