Export, nei primi 6 mesi del 2019 nessuna regione cresce come l’E-R. Ma l’artigianato fatica
L’Emilia-Romagna si conferma la seconda regione italiana per valore delle esportazioni e nel primo semestre cresce del 4,7% staccando il Veneto (+1,8%) e più ancora Lombardia e Piemonte, che invece arretrano. L’andamento positivo è stato determinato, riguardo alle destinazioni, dalla capacità di cogliere un notevole spunto sui mercati asiatici, mentre il principale contributo settoriale è venuto dall’eccezionale aumento delle vendite estere dell’altra manifatturiera. Sempre dai report di Unioncamere emerge però un settore in difficoltà: segnali in rosso arrivano dall’artigianato industriale e delle costruzioni.
Emilia-Romagna: da gennaio a giugno export +4,7%
Limitatamente al secondo trimestre del 2019, la forte crescita delle vendite all’estero dell’Emilia-Romagna arriva a +4,5%, risultate pari a 17.010 milioni di euro, secondo i dati Istat delle esportazioni delle regioni italiane, analizzati da Unioncamere Emilia-Romagna. L’aumento dell’export regionale ha trainato quello nazionale che ha mostrato una tendenza positiva, ma più contenuta (+3,3%). L’Emilia-Romagna si conferma decisamente come la seconda regione per quota dell’export nazionale (13,9%), preceduta dalla Lombardia (26,8%) e seguita dal Veneto (13,5%) e dal Piemonte (10%). Nel primo semestre dell’anno, la crescita delle esportazioni emiliano-romagnole (+4,7%) brilla se si considerano le altre regioni principali esportatrici italiane. Solo le esportazioni del Veneto sono aumentate (+1,8%), mentre segnano un arretramento quelle della Lombardia (-0,2%) e del Piemonte (-2,5%).
Alta manifattura settore trainante, bene moda, metallurgia, auto
Osservando i risultati dei comparti che hanno fornito i contributi principali alla crescita nel trimestre, si rileva come il risultato regionale sia da attribuire principalmente all’eccezionale aumento delle vendite estere dell’altra manifattura (+86,2%) e in seconda battuta all’industria dei mezzi di trasporto che ha ottenuto una crescita del 12,4%. Seguono distanziati gli apporti della metallurgia e dei prodotti in metallo (+6,5%), delle industrie della moda (+4,5%) e di quella alimentare (+3,5%). Segno rosso per le esportazioni agricole (-4,8%).
Cresce l’export nei mercati asiatici (+20,4%)
Nel secondo trimestre 2019, l’andamento delle esportazioni regionali ha tratto vantaggio da una forte crescita sui mercati asiatici (+20,4%) e dalla capacità di consolidare una tendenza positiva sia sull’area europea, in particolare dell’Unione (+2,6%), sia su quella americana, con risultati più consistenti negli Stati Uniti (+4,1%). Da segnalare un rallentamento della, finora prolungata, tendenza negativa delle esportazioni verso la Turchia (-12,3%).
Bene l’export, male l’artigianato industriale e delle costruzioni
Segnali non positivi dall’indagine sulla congiuntura dell’artigianato realizzata da Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna arrivano però dall’artigianato nell’industria. Nel secondo trimestre 2019 la produzione si è ridotta del 2,5% rispetto al corrispondente trimestre del 2018, con una nuova brusca accentuazione della tendenza negativa, avviata nel terzo trimestre dello scorso anno. L’andamento del fatturato valutato a prezzi correnti ha anch’esso accelerato la tendenza negativa (-2,7%) e una nota di ulteriore cautela per il futuro deriva dalla caduta degli ordini (-3,1%) più ampia rispetto all’andamento del fatturato e della produzione.
Si accentua l’emorragia delle imprese artigiane attive nell’industria in senso stretto, che a fine giugno erano 27.680, in flessione del 2%, ovvero 571 imprese in meno, rispetto a un anno prima. La tendenza negativa domina tutti i macro-settori ed è determinata soprattutto dall’industria metallurgica e delle lavorazioni metalliche dalle altre industrie manifatturiere e dalla moda.
L’artigianato delle costruzioni
Tra aprile e giugno il volume d’affari a prezzi correnti delle imprese artigiane del settore si è ridotto nuovamente e più rapidamente (-1,5%) rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Il movimento accentua la flessione dello 0,7% registrata dal complesso delle costruzioni regionali. Il registro delle imprese. A fine giugno le imprese artigiane attive nelle costruzioni erano 50.607 (-1,8%), 926 in meno rispetto a un anno prima, una riduzione pressoché analoga a quella riferita al trimestre precedente, leggermente superiore a quella dell’artigianato delle costruzioni nazionale (-1,5 per cento), ma più pesante di quella dell’insieme delle costruzioni regionali (-1,1 %). La flessione è risultata più rapida per le imprese attive nella costruzione di edifici, ma più ampia per quelle che eseguono lavori di costruzione specializzati (-697 unità).