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Ottimi dati per il turismo in Romagna nei primi mesi del 2017

Si prospetta un buon 2017 per gli operatori turistici della Romagna e di tutta la regione. È questo il quadro che emerge dai dati raccolti da Unioncamere durante i primi sei mesi del 2017, presentati giovedì 29 giugno a Bologna alla presenza dell’assessore al turismo Andrea Corsini e del presidente della Regione Stefano Bonaccini. Nel primo semestre 2017 gli arrivi (numero di turisti) e le presenze (numero di notti in pernottamento) segnano entrambi un balzo in avanti rispetto ai dati già soddisfacenti del 2016: +8% gli arrivi (oltre 5 milioni di turisti) e +7,6% le notti passate nelle strutture alberghiere (oltre 17 milioni di presenze). Un dato frutto dell’aumento sia dei turisti italiani che di quelli stranieri.

La Riviera romagnola e le città d’arte cuore dell’offerta turistica

Questi risultati sono stati possibili grazie alle buone presenze registrate fra i lidi ferraresi e Cattolica, con la Riviera romagnola che rappresenta l’ossatura dell’offerta turistica regionale, intercettando il 62% delle presenze. Un trend confortante dal momento in cui nelle tre province romagnole oltre il 22% degli occupati lavorano nel campo del turismo. Ma i primi mesi del 2017 – complici i tanti ponti e fine settimana baciati dal beltempo – hanno visto anche un netto aumento dei turisti nelle città d’arte: +8,2% di arrivi e +11,5% di presenze, con più di un terzo dei visitatori provenienti da paesi esteri. Insomma, tanti turisti a Parma, Modena, Bologna, Ferrara e Ravenna, senza dimenticare le realtà minori come Carpi, Fidenza, Sassuolo e Imola, che grazie a una maggiore promozione e alla presenza di eventi di spettacolo di grande richiamo hanno segnato aumenti vicini al 10% nell’arco di un anno.

Molto interessanti anche i risultati del sondaggio effettuato da Trademark Italia e Sigma Consulting tra il 14 e il 20 giugno su un campione di 2.100 potenziali turisti italiani, volto ad indagare le prospettive delle varie piazze turistiche. La Riviera romagnola si colloca al terzo posto a livello nazionale per aumento delle intenzioni di viaggio: +4%, dopo il Salento (+5%) e la costiera amalfitana (+6%). I trend futuri dovrebbero portare a un numero maggiore di turisti, con presenze più ridotte nel tempo ma con maggiori disponibilità di spesa, a beneficio degli operatori del commercio e della ristorazione.

Il turismo è il terzo pilastro dell’economia emiliano-romagnola

Con questi numeri il turismo fra Piacenza e Rimini può legittimamente aspirare ad essere il terzo pilastro dell’economia della regione, assieme al settore primario, con le proprie eccellenze eno-gastronomiche, e alla vocazione manifatturiera, molto radicata in Emilia. Il valore aggiunto del turismo nel 2017 vede infatti un ammontare complessivo di 14,6 miliardi di euro (+11%), cioè l’11% dell’economia regionale, composto per il 54% da attività dirette (alloggio, ristorazione e altro) e per il 46% da attività indirette (trasporti, commercio, attività di intrattenimento, servizi alla persona). Ciò significa che ogni 100 euro spesi in attività turistiche dirette se ne generano altri 85 a vantaggio di attività che beneficiano dei flussi turistici.

Per l’assessore regionale al Turismo, il cervese Andrea Corsini, «con questi dati il turismo si conferma un’industria strategica della nostra regione e un pilastro per la crescita economica e il raggiungimento della piena occupazione. Abbiamo infatti superato il 10% del Pil regionale, che era uno degli obiettivi politici di questa legislatura. Ora continuiamo a lavorare per far crescere ulteriormente il settore, anche nelle aeree storicamente meno vocate ma oggi fondamentali per aumentare l’attrattività regionale perché ricche di eccellenze, di Destinazioni e di prodotti con un forte profilo internazionale».

Andrea Piazza

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