Teatro, impresa, ricerca: Ruggero Sintoni racconta la nuova stagione del Masini
Tutto è pronto: si alzerà questa sera, martedì 25 ottobre 2016, il sipario per la nuova stagione di Prosa del Teatro Masini di Faenza con lo spettacolo di Stefania e Amanda Sandrelli “Il bagno“. Per l’occasione abbiamo incontrato Ruggero Sintoni, condirettore artistico di Accademia Perduta/Romagna Teatri.
Gli spettacoli che andranno in scena al Masini, il teatro come impresa culturale, le eccellenze del nostro territorio: sono questi alcuni temi di cui abbiamo parlato con lui nel corso di questa intervista.
Ruggero Sintoni, come descriveresti questa nuova stagione al Teatro Masini di Faenza?
Una stagione pensata per la città e per i faentini. Tutti sanno che noi siamo stati sempre molto attenti al nostro pubblico. Questo, è chiaro, non ci esime dal fare degli errori – non siamo perfetti – ma questi errori li facciamo sempre in buona fede pensando a un teatro di altissima qualità. È una stagione che comprende spettacoli che girano in teatri metropolitani o più grandi del Masini di Faenza, ma nel corso degli anni il sistema di rete realizzato da Accademia Perduta ha attivato rapporti con tutta la comunità italiana dello spettacolo dal vivo, e questa cosa ci permette di offrire al pubblico queste opportunità.
“Mar del Plata è uno spettacolo a cui sono molto legato, unisce sport e società civile”
In cartellone nella stagione di Prosa del Teatro Masini di quest’anno andrà in scena dal 6 all’’8 febbraio 2017 una produzione Accademia Perduta che ha riscosso grande successo nei teatro italiani: “Mar del Plata”. Cosa rappresenta per te questa produzione?
“Mar del Plata” parla di sport e società civile. Il testo è di Claudio Fava e racconta la storia vera dell’unico superstite della squadra de La Plata nell’Argentina dei colonelli. Sono presenti dieci attori, la maggior parte giovanissimi e Claudio Casadio impersona un protagonista perfido e cattivissimo, un personaggio veramente odioso. Amo Claudio perché ha saputo mettersi in gioco con un personaggio che è insopportabile, che sta antipatico a tutti. Lo spettacolo ha già vinto numerosi Premi tra cui il Persefone, ed è una produzione di cui siamo contentissimi. Ha per me un valore particolare in questa stagione perché conosco tutto il lavoro che c’è stato dietro. E anche il rugby faentino si sta facendo coinvolgere. Si stanno preparando in vista dello spettacolo azioni concrete del rugby faentino: con Andrea Sirotti stiamo pensando a delle azioni per fare modo che anche tutti i giovani rugbisti possano vedere questo spettacolo.
Per quanto riguarda il resto della stagione di Prosa che partirà stasera, cosa puoi raccontarci? Come descriveresti questo nuovo anno al Teatro Masini?
Sarà una stagione importante, accattivante e ricca di qualità. Lo spettacolo di stasera sarà “Il bagno” con Stefania e Amanda Sandrelli. Stefania è un’icona del cinema della mia generazione, ma devo ammettere che in questo spettacolo le attrici sono tutte molto brave. A seguire abbiamo da venerdì 11 novembre “Tradimenti” di Harold Pinter, il premio Nobel per la letteratura nel 2005. Sulla scena saliranno Ambra Angiolini – che tutti pensano sia solo quella che faceva impazzire anni fa i teenager ma in realtà è bravissima attrice – e Francesco Scianna, attore del cinema bello e bravo. Poi avremo la compagnia Attori e Tecnici con “Weekend Comedy”, una vera e propria macchina da guerra di comicità. A seguire nel gennaio 2017 al Masini arriva “Le serve” di Jean Genet, un testo che segna decisamente il passaggio tra teatro ottocentesco e teatro del Novecento. Sul palco saliranno tre attrici straordinarie tra cui Anna Bonaiuto, in questo momento una delle attrici più brave in Italia, senza dubbio. Poi avremo uno spettacolo nuovo che non abbiamo visto neanche noi ma che abbiamo deciso di portare a Faenza perché il testo di Luca Miniero è davvero molto bello e la produzione molto seria: è la stessa che l’anno scorso fece “Due partite” di Cristina Comencini al Teatro Goldoni di Bagnacavallo. A recitare troviamo Raoul Bova, lui è una persona molto seria che per la prima volta si cimenta nel teatro. È uno spettacolo che farà tappa solo in grande città, eccezion fatta per Faenza. Torneranno poi da martedì 21 marzo Giobbe Covatta ed Enzo Iacchetti, diretti da Gioele Dix, in “Matti da slegare”: un testo esilarante che racconta il mondo di una casa famiglia dopo la legge Basaglia. Fuori abbonamento e in ampliamento della rassegna di Prosa, Natalino Balasso tornerà nell’aprile 2017 al Masini per presentare il secondo capitolo de “La cativissima”, e in questo episodio sarà irriverente sul mondo arabo.
E per quanto riguarda la stagione dei Protagonisti invece?
Lucrezia Lante della Rovere porta “Io sono Misia”, la musa di tutti i grandi artisti del Novecento, ispiratrice tra gli altri di Stravinsky a Coco Chanel. È un personaggio incredibile che lei interpreta trascinando il pubblico in un mondo tutto suo. L’11 dicembre invece avremo Sabina Guzzanti con “Come ne venimmo fuori”: in questo spettacolo oltre alla sua solita irriverenza c’è anche una forte drammaturgia, per lei un vero e proprio salto di qualità. Il 21 gennaio sarà il turno di Copì: grande disegnatore franco argentino interpretato da Eva Robin’s. Lui davvero segna il passaggio tra un teatro comico e assurdo del Novecento e quello che diventerà il teatro assurdo e comico di questo tempo.
Cosa ci puoi raccontare delle altre rassegne? Ci sono particolari spettacoli che vorresti segnalare?
Per quanto riguarda le Favole, fuori abbonamento segnalo “Pollicino” di Claudio Casadio realizzato in collaborazione con Enpa il cui ricavato sarà interamente devoluto per il canile faentino di via Righi. Nella rassegna del Ridotto, sarà portato sulle scene per due sere alla Casa del Teatro lo spettacolo “H+G” di Alessandro Serra, una produzione di Accademia Perduta con cui abbiamo vinto tanti Premi. Racconta la storia di Hansel e Gretel e vede per protagonisti due ragazzi down. È uno spettacolo che fa ridere i bambini e commuove gli adulti. La disabilità non è intesa come buonismo, anzi, è intesa come possibilità espressiva che supera quella di chi non è disabile. È uno spettacolo molto bello che ha debuttato l’anno scorso al Festival di Mantova.
L’operetta è giustamente al teatro Masini, perché il Masini deve essere di tutti i cittadini e c’è un pubblico che esce di casa solo per vedere l’operetta ed è giusto che il teatro sia anche per loro. Certo, mi piacerebbe che le operette fossero fatte con altro tipo di qualità ma i costi non lo permettono.
H+G, il trailer
H + G from t e a t r o p e r s o n a on Vimeo.
“Come Accademia Perduta siamo produttori, prima ancora che organizzatori”
Spesso si parla di Accademia Perduta per quanto riguarda la gestione di teatri, ma si sottolinea poco il valore di questa realtà come centro di produzione teatrale e vera e propria impresa culturale. È così?
A tutti gli effetti noi siamo produttori ancor prima che organizzatori. Io credo che abbia fatto bene questa Amministrazione, nel rinnovo della Convenzione, a mettere al centro del progetto l’aspetto della produzione teatrale. Un Teatro e una Città si caratterizzano più per quello che producono rispetto a quello che ospitano. Accademia Perduta ha sei formazioni che girano per i Teatri di tutta Europa, esportando Faenza in Italia e in Europa e lo fa con dei prodotti e delle opere di grande qualità artistica e culturale sia nel teatro per ragazzi sia nel teatro per adulti.
“La nostra impresa dà lavoro a 69 dipendenti fissi. I Teatri devono essere considerati vere e proprie imprese”
Nello specifico, cosa ci può raccontare Ruggero Sintoni di Accademia Perduta come impresa?
Accademia Perduta è un “Centro di Produzione Teatrale” riconosciuto dal Mibact nell’ambito della stabilità teatrale e riconosciuto anche dalla Regione. È un’impresa che conta 69 dipendenti fissi, ma quando si fanno le coproduzioni crescono di numero. Tra di essi ci sono artisti, tecnici, amministratori e organizzatori. Il lavoro culturale è un lavoro a tutti gli effetti e la cosa incredibile è che spesso non ci si accorga che dietro a un centro di produzione teatrale ci sia una quantità di famiglie che vivono di questo lavoro. Se chiude una piccola industria tutti ovviamente – e giustamente – ci indigniamo ma se chiude un teatro no, perché sembra che non siamo imprese… eppure lo siamo a tutti gli effetti: Accademia Perduta ha un fatturato di quasi 3 milioni di euro. Per questo sostengo il prossimo Cultura Impresa Festival, perché la cooperativa Cultura Popolare ha deciso di affrontare in maniera coraggiosa l’aspetto della cultura meno romantico e retorico, che è quello dell’Impresa.
Come si dà forma alla vostra “catena di valore”? Come si prendono le decisioni per realizzare i vostri obiettivi?
In quattro anni abbiamo realizzato tre spettacoli che sono stati ripresi per due stagioni e addirittura “Il mondo non mi deve nulla” verrà ripreso nel 2018 per la terza stagione. Accademia Perduta fin dalle origini è sempre stata un’impresa che ha fatto della multidisciplinarietà la sua caratteristica principale, evitando ogni integralismo artistico. Ci sono diverse anime artistiche alcune delle quali molto giovani, come Alessandro Serra, il regista di “H+G”.
Giovani artisti che noi sosteniamo, accompagniamo e trasciniamo con noi fintanto che non sono in grado di andare nel teatro nazionale. Ogni anno realizziamo sei nuovi spettacoli e quindi tutti si confrontano per decidere su come fare, cerchiamo di fare il possibile per non avere per esempio doppi titoli. Arriviamo a decisioni a volte cruente, e si discute molto in maniera forte anche solo per costruire le Stagioni Teatrali: le stagioni sono per noi sono veri e propri parti. Ci mettiamo tanto per decidere, un casino: ecco, casino è l’unità di misura sia temporale sia mentale che descrive bene questo processo creativo.
Ruggero Sintoni: “In Romagna ci sono tante eccellenze di teatro contemporaneo”
Per cosa si caratterizza il teatro in Romagna?
In Emilia Romagna ci sono quasi 11mila lavoratori dello spettacolo. La Fiat e tutto il suo indotto ne hanno 7.800. E la Romagna è il punto di eccellenza in regione: dei quattro Centri di Produzione, due sono in Romagna e qui abitano alcune eccellenze del teatro contemporaneo italiano: Raffaello Sanzio, Motus, Valodcca, Città di Ebla, Masque Teatro, cooperativa Fanny Alexander e Menoventi. La stessa rassegna del Ridotto porterà sulla scena spettacoli di teatro contemporaneo che affrontano i temi del nostro tempo, come per esempio lo spettacolo sul gioco d’azzardo del 14 dicembre “Slot Machine”: io me lo immagino ambientato nelle nostre campagne e che riguarda qualcuno che è sicuramente vicino a noi, un nostro parente giovane che si sta rovinando. Dove non arriva la civiltà arriva il Teatro con questa denuncia! E poi arriva al Ridotto il 25 febbraio Daria Paoletta, la nuova narratrice per eccellenza con “Il Ballo”. Ha una forza straordinaria, io non vedo l’ora che i faentini la vedano. Di seguito avremo Luigi Dadina e Teatro della Albe che raccontano in forma di rap la tragedia della Mecnavi di Ravenna, una storia sulla morte sul lavoro di un po’ di anni fa. Sabato 25 marzo è il turno di Nicola Borghesi e la compagnia Kepler 452: sono quelli che hanno inventato “Festival 20 30” e sono artisti molto curiosi, sostengono che non esista un teatro contemporaneo veramente del nostro tempo e che parli alla generazione dei ventenni di cui invece si straparla su tutto. Il loro “La rivoluzione è facile se sai con chi farla” è uno spettacolo che nasce da in workshop in città, un work in progress tutto in divenire. Intervisteranno i giovani dell’Isia e delle scuole faentine, quelli delle società sportive e da queste interviste trarranno lo spettacolo.
Un sogno di Ruggero Sintoni per il futuro del Teatro Masini?
Riuscire a comprare 200 sedie per i palchi del Masini perché quelle attuali sono davvero consumate e il pubblico giustamente si lamenta. I Club Cittadini – così come fino all’anno scorso hanno contribuito al restauro del Ridotto – da quest’anno contribuiranno ad acquistare le sedie: dall’anno prossimo contiamo di riuscire a cambiarne circa la metà.