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Caritas Brisighella: affrontando vecchie e nuove povertà

Aiutare – stavolta senza poter mostrare o ricevere un sorriso, nascosto da una mascherina – ma aiutare, tenendo vivo un rapporto umano con la propria comunità, specialmente quella che si trova più in difficoltà ad affrontare l’emergenza Coronavirus. La Caritas del Monticino di Brisighella, pur tra tante difficoltà, in questi mesi ha fornito un supporto concreto a tante famiglie della vallata. A partire dal centro di ascolto di Fognano diversi volontari, protetti da tutti i dispositivi di sicurezza necessari, si dati da fare nel distribuire pacchi viveri, offrire assistenza e monitorare le situazioni più critiche di una pandemia che ha colpito non solo la salute: diversi i casi di povertà in aumento e che minano anche il benessere psico-fisico delle persone.

Distribuiti viveri a circa 40 nuclei famigliari

«Nella fase più acuta della pandemia abbiamo tenuto chiusa la struttura chiusa – spiega Davide Rava, componente del coordinamento del Centro di Ascolto – poi siamo ripartiti garantendo la consegna a domicilio di pacchi viveri ad alcune famiglie. Successivamente, dopo quaranta giorni, seguendo le direttive della Caritas diocesana Faenza, abbiamo iniziato la distribuzione dei viveri a circa 40 nuclei famigliari, composti per metà italiani e per metà stranieri. Inoltre abbiamo anticipato 600 euro di buoni alimentari all’assistenza sociale perché questi finanziamenti non erano ancora arrivati dal Governo, così come abbiamo emesso noi dei buoni da 30 euro per fare la spesa consegnati ad alcuni nuclei specifici per esigenze particolari».

La pandemia Covid ha fatto emergere diversi casi di povertà

Oltre alle persone che erano sempre state seguite dalla Caritas, anche altre, in queste settimane, si sono rivolte alla struttura, circa una decina di nuclei famigliari. «Abbiamo visto per la prima volta diverse famiglie che non si erano mai rivolte a noi – afferma Rava – altre invece dopo un periodo in cui avevano raggiunto una certa autosufficienza economica sono tornate perché erano rimaste senza fondi». Con l’allentamento del lockdown, da circa due settimane sono man mano ripartiti alcuni altri servizi della Caritas come quello relativo ai vestiti, inoltre nel supporto alle consegne domiciliari dei viveri hanno partecipato anche alcuni volontari del gruppo scout Valdilamone e del Centro Volontari Brisighella. «Uno dei problemi che abbiamo dovuto affrontare – afferma Rava – è che la maggior parte dei nostri volontari sono over 65, e non potevamo certo metterli a rischio. Per questo ci siamo rivolti anche ad altre realtà, aiutati da don Mirko Santandrea di Fognano, come gli scout o giovani volontari di Brisighella».

Anche gli scout del Valdilamone in servizio alla Caritas

«È stata un’esperienza davvero molto bella – spiega Susanna, capo scout del Valdilamone – mi sono sentita molto utile, non tanto dal punto di vista materiale ma soprattutto dal lato umano, interagendo con le persone. Allo stesso tempo, mi ha lasciato molte domande sulla situazione della povertà a Brisighella». «Era da tanto che non facevo un servizio di questo tipo – aggiunge Sebastiano, un altro capo scout – ho avuto modo di incontrare e parlare con diverse persone e quando sono tornato a casa ho riflettuto su diverse cose, come il fatto che anche nella nostra comunità ci sia tanta gente che ha bisogno ma di cui non ci accorgiamo».

“Abbiamo ricevuto tanta generosità dalla vallata”

Don Mirko Santandrea alla sede Caritas di Fognano.

Se la vita dei cittadini, con prudenza, sta tornando alla normalità, gli effetti economici e lavorativi portati dalla pandemia dovranno essere supportati ancora per un lungo periodo. «Al momento il nostro servizio di distribuzione avviene in maniera non calendarizzata – conclude Davide Rava – non è mai lo stesso giorno e ora, mentre prima c’erano orari e giorni ben precisi. Speriamo di tornare il prima possibile a un regime di normalità che può aiutare sia noi nello svolgere il servizio sia soprattutto le famiglie. Appena le condizioni ce lo permetteranno, ripartiremo con gli ascolti come già sta avvenendo a Faenza. Una delle cose più belle di queste settimane sono stati i tanti gesti di solidarietà e le donazioni che ci sono arrivate da tutta la vallata».

Samuele Marchi

Giornalista, sono nato a Faenza e dopo la laurea in Lettere all’Università di Bologna frequento il master in 'Sviluppo creativo e gestione delle attività culturali' dell’Università di Venezia/Scuola Holden. Ho collaborato con diverse testate locali e nazionali come Veneto Economia, Alto Adige Innovazione, Cortina Ski 2021, Il Piccolo, Faenza Web Tv. Ho partecipato all'organizzazione del congresso nazionale Aiga 2015 e del Padova Innovation Day. Nel 2016 ho pubblicato il libro “Un viaggio (e ritorno) nei Canti Orfici” (Carta Bianca editore) dedicato al poeta Dino Campana. Amo i cappelletti, tifo Lazio e, come facendo un puzzle, cerco di dare un senso alle cose che mi accadono attorno.

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