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Massimo Cacciari: “Gli europeisti sono i veri difensori della sovranità nazionale”

Un confronto appassionato e senza sconti sul futuro dell’Unione Europea in vista delle prossime elezioni di maggio: il cinema Sarti ha accolto giovedì 4 aprile 2019 il dialogo tra il filosofo Massimo Cacciari e lo storico Roberto Balzani organizzato dal Movimento Federalista Europeo. Tra gli ospiti presenti in sala, oltre al sindaco Giovanni Malpezzi, anche l’ex rettore dell’università di Bologna Ivano Dionigi. A introdurre l’incontro è stata Luisa Trumellini, segretaria nazionale del Mfe, poi la parola è passata ai due relatori.

Il confronto sulle prospettive dell’Unione Europea in vista delle elezioni del 26 maggio 2019

«Il processo di formazione dell’Ue finora si era sviluppato in condizioni favorevoli e per certi versi miracolose – dichiara Cacciari – ma oggi la situazione è completamente mutata, in particolare dopo la caduta del Muro di Berlino, e non si potrà più tornare indietro. La situazione storica attuale non ha nulla di simile a quella dei padri fondatori dell’Ue». Secondo Cacciari, l’ideologia che ha guidato gli ultimi decenni di Ue – la ricerca di stabilità finanziaria e libero mercato, che avrebbe portato conseguentemente a un aumento del benessere e del welfare per i cittadini – è stata completamente disattesa. «Nessuna democrazia può reggere se non dà prospettive di benessere – spiega – se queste vengono meno, i cittadini smettono di essere democratici. Non è un caso che i populismi nascano dopo la crisi del 2007, e siano l’effetto delle inconcludenti politiche europeiste portate avanti dai cattolici popolari, dai liberali e dai socialdemocratici: queste forze politiche nelle ultime elezioni sono uscite, meritatamente, sconfitte per i propri errori».

Massimo Cacciari: “Se vincono i sovranisti, siamo destinati a recitare la parte dei nani nello scenario contemporaneo”

Per invertire la rotta, per Cacciari è necessario un movimento che parta dal basso e che porti verso il federalismo europeo con al centro politiche di solidarietà e sussidiarietà. «Ci deve essere la volontà politica di farlo, e questa può venire solo dal basso: non credo nella capacità delle forze politiche che ho citato di autoriformarsi. L’alternativa, fallimentare in partenza, è quella indicata dai sovranisti, che ci porterebbe a recitare la parte di ‘nani’ nello scenario contemporaneo. E questo non vale solo per l’Italia ma anche per la Germania: che ruolo potrà mai avere in futuro questo Paese che detiene solo il 3% del Pil mondiale a confronto con veri e propri imperi come Stati Uniti, Cina e Russia? Bisogna smetterla di pensare che aumentare la sovranità europea significhi perdere la sovranità nazionale: è invece vero il contrario. Gli europeisti sono infatti i primi a difendere la sovranità nazionale, e il motto per un progetto simile non dovrebbe essere ‘siamo europei’, con cui si parte sconfitti in partenza, ma ‘siamo italiani e dunque europei’. L’alternativa è essere sudditi di qualche altro impero e ciò annullerà ogni nostro stato sociale. E questa non è profezia, ma previsione matematica».

Roberto Balzani: “L’Ue è una straordinaria necessità”

Dalle basi gettate da Cacciari si muove il discorso di Balzani, che ha ricordato come le premesse per un’Europa unita fossero già state poste negli anni ’20 da Francia e Germania, prima che la crisi del ’29 e l’ascesa delle dittature facesse cadere nell’oblio questo progetto. Il rischio, per Balzani, è che anche l’attuale Ue possa finire nell’oblio così come quella di allora. «Se vogliamo essere indipendenti e sovrani nel mondo contemporaneo – illustra lo storico – dobbiamo condividere parte della nostra sovranità, altrimenti saremo formalmente indipendenti ma non sovrani, perché l’Italia da sola non ce la può fare. L’Europa è dunque una straordinaria necessità. Inoltre – precisa – solo l’Europa, con le mille contraddizioni che ha, può esprimere una cultura scientifica di massa capace di portare il progetto ambientale nel cuore dell’umanità per risolvere il disastro a cui siamo davanti». Entrambi i relatori sono stati poi d’accordo sul fatto che si debba formare una nuova classe dirigente a partire dai giovani.

Si è approfondito anche il tema delle nuove forme di comunicazione. «I social network e i nuovi media per me rappresentano una grande opportunità – conclude Massimo Cacciari – è vero, come in un grande fiume, all’interno c’è di tutto, anche tanti rifiuti e sporcizia, ma sono nulla in confronto alle tante possibilità che ci offre. A patto però di riempire il web di contenuti, e proprio per questo bisogna incentivare i giovani a imparare a navigare il prima possibile questo fiume, per coglierne le opportunità».

Samuele Marchi

Il video dell’evento organizzato dal Movimento Federalista Europeo

Samuele Marchi

Giornalista, sono nato a Faenza e dopo la laurea in Lettere all’Università di Bologna frequento il master in 'Sviluppo creativo e gestione delle attività culturali' dell’Università di Venezia/Scuola Holden. Ho collaborato con diverse testate locali e nazionali come Veneto Economia, Alto Adige Innovazione, Cortina Ski 2021, Il Piccolo, Faenza Web Tv. Ho partecipato all'organizzazione del congresso nazionale Aiga 2015 e del Padova Innovation Day. Nel 2016 ho pubblicato il libro “Un viaggio (e ritorno) nei Canti Orfici” (Carta Bianca editore) dedicato al poeta Dino Campana. Amo i cappelletti, tifo Lazio e, come facendo un puzzle, cerco di dare un senso alle cose che mi accadono attorno.

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