“Per una nuova democrazia”: il vescovo Toso presenta a Parma il suo libro
«La democrazia non è mai una conquista definitiva, permane sempre l’esigenza di darle un’anima e un corpo nuovi, essa va continuamente legittimata offrendole un ambiente che la nutra e la rivitalizzi». Con queste parole il moderatore Andrea Coppola, dirigente e responsabile organizzativo di Intesa San Martino, promotrice diretta dell’evento, inaugura la Seconda Conferenza sulla crisi dei valori cristiani, ispirata dal volume Per una nuova democrazia, scritto da mons. Mario Toso, vescovo della diocesi di Faenza-Modigliana, e che ha come scopo quello di valorizzare il contributo dei cattolici all’interno della società moderna, ragionando sull’apporto culturale, sociale e politico della dottrina sociale cattolica in funzione del raggiungimento di una democrazia compiuta.
La presentazione in occasione della 2^ Conferenza sulla crisi dei valori cristiani
Un’occasione per guardare al futuro. La presentazione è avvenuta giovedì 13 settembre 2018 a Parma. Oltre all’autore del volume, hanno offerto il loro contributo Gino Gandolfi, presidente della Fondazione Cariparma, il magistrato Alfredo Mantovano, presidente della fondazione vaticana Acs con un’importante passato da sottosegretario al ministero degli interni, il professor Lorenzo Ornaghi, che dopo un’importante esperienza accademica all’Università Cattolica ha rivestito il ruolo di rettore e ha occupato la poltrona di ministro dei beni culturali nell’anno 2011 e don Luciano Genovesi già parroco di Marano noto in città per i suoi vari incarichi pastorali e diocesani. La conferenza ha avuto il prezioso supporto della Fondazione De Gasperi e del Comune di Parma, con il patrocinio del Senato della Repubblica, della Fondazione Cariparma, delle diocesi di Parma e Faenza e con l’emittente Giovanni Paolo Tv nelle vesti di media partner.
Mario Toso: “Bisogna ripartire dalla dottrina sociale della Chiesa”
Mons. Toso ha aperto il suo intervento con ciò che ha definito una «provocazione positiva. Superare assopimento e adattamento». Grande importanza viene data alla dottrina sociale dei cattolici che a secondo il vescovo non sempre viene attuata, anzi è spesso messa da parte anche da figure già molto vicine alla Chiesa. Non solo i fedeli ma anche le associazioni dove «La dottrina della chiesa è dimenticata, scritta nello statuto ma mai applicata. Nella mia università, presso catechisti, l’80% di questi ignora la dottrina sociale della chiesa». Il tema dei giovani diventa centrale, lontani dalla Chiesa e che porteranno alla mancanza di cristiani adulti. Parlando del suo volume mons. Toso spiega: «non ha la pretesa di indirizzare politicamente delle persone. Sono discorsi di carattere fondativo: base con cui costruire il domani. Siamo abituati all’immediatezza. La vita ha bisogno di tempo. Come per creare una nuova generazione di cattolici. Sempre ci siano, vista la lontananza dei giovani. Cosa fare per rinnovare questo rapporto e per concepire questa democrazia?».
I tre fondamenti della democrazia
Quest’ultimo concetto, centrale nella conferenza, viene meglio spiegato attraverso tre concetti: «La democrazia si adatta e si rinnova. Tre sono i pilastri della crisi della democrazia: crisi etica/spirituale, stato di libertà di diritto e stato sociale. La democrazia nasce per sostenere il diritto morale, che conserva lo Stato stesso e la vita delle persone, tutela le proprietà dei singoli – e aggiunge – notando la nostra società, pensiamo a Charlie Hebdo. Mostrava una libertà infinita, senza limiti e rispetto, che ha portato al massacro. La democrazia si basa sul concetto di libertà senza limiti? Le libertà è una libertà che pone limiti alla libertà di tutti, che deve essere condizionata. Non si parla di spezzare le catene proprie, ma combattere per liberare quelle altrui. Per la verità, la solidarietà. Questa è la libertà della democrazia».
“Dobbiamo vincere la separazione tra fede e vita”
La conferenza si chiude con una riflessione di mons. Toso sulla dimensione sociale della fede, già approfondita nel quarto capitolo della Evangeli Gaudium: «è emotiva e sociale. Il male sociale è la separazione tra fede e vita. Abbiamo una fede che ci indirizza all’interno del bene comune. Nel mondo politico dobbiamo tradurre e confrontarci in modo che i credenti siano presenti, ma non solo in termine quantitativo, ma in termini qualitativi. Dove la fede di immersa nella dottrina sociale della chiesa. Bisogna lavorare alla base».