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Sei artisti per sei studi di architettura: a Faenza l’arte che si sporca di realtà

Sporcarsi le mani di realtà, manipolarla tramite il potere dell’arte e inserirla in sei studi di architettura di Faenza. È questo il processo creativo che ha portato sei giovani artisti alla realizzazione di opere che, in occasione della parte finale della Settimana del Contemporaneo, saranno esposte negli spazi offerti da sei studi di architettura della città. Un dialogo, quella tra gli artisti e questi luoghi, portato avanti con linguaggi diversi ma con simili approcci alla creazione artistica. Porte aperte dunque per sei studi della città faentina, si tratta di A+4 studio, Studio Archigeo, Bartoletti Cicognani, Cooprogetto, Magaze e Angeli & Brucoli architetti che hanno aperto i loro spazi ad altrettanti giovani artisti: Marco Ceroni, Luca Freschi, Valentina D’Accardi, Victor Agius, Daniele Pulze, Stefano Serretta. Le installazioni saranno visitabili sabato 15 settembre 2016 dalle ore 20 fino alle 23 e domenica 16 settembre dalle ore 16 fino alle 20.

Ogni artista esporrà in uno studio di architettura di Faenza

Sei artisti accomunati dal fatto di voler manipolare la realtà che sta loro di fronte per riuscire a raccontare nuove sfumature del quotidiano. A coordinare il gruppo di lavoro è stato l’artista Marco Ceroni, nato a Forlì nel 1987 e attualmente residente a Milano dove è visiting professor al Naba (Nuova accademia delle Belle Arti). «Mi è stato chiesto – spiega Marco Ceroni – di coordinare un gruppo di artisti dato che avevo avuto già esperienze di curatela a Milano realizzando mostre di studenti. Ho quindi ragionato cercando artisti introno a me con cui avevo già collaborato, chiamandoli a Faenza da diverse parti d’Italia. Pensavo che potessimo ragionare assieme su questo tipo di ambienti, gli studi di architettura, partendo dal fatto che avevamo tutti comunque pratiche e formalizzazioni molto diverse». Quello che accomuna questi sei artisti è una certa attitudine di “sporcarsi le mani di realtà”, ossia una forte attenzione al contesto in cui vivono e al mondo che li circonda riletto e riaperto secondo le singole visioni dell’artista. «Tutti quanti però – racconta l’artista – prendiamo dei frammenti, delle escrescenze di realtà manipolandola e dando un’altra visione di quello che ci circonda».

Marco Ceroni porta Moonwalk allo studio Archigeo

Marco Ceroni, Moonwalk, bianco di Carrara e acciaio, 2015
Marco Ceroni, Moonwalk, bianco di Carrara e acciaio, 2015.

Micro-interventi, installazioni estranianti, materiali comuni e altri insoliti: nel corso della due giorni le opere dei sei artisti arricchiranno con la loro presenza alcuni luoghi significativi di Faenza. Nel condurre il rapporto con gli architetti ogni artista si è relazionato in maniera autonoma, verificando le esigenze e le caratteristiche degli studi di architettura, luoghi già connotati di una forte carica suggestiva. Marco Ceroni esporrà la propria opera nello Studio Archigeo, in via della Croce 17, dove l’artista ha portato un lavoro realizzato nel 2015 dal titolo Moonwalk. «Si tratta di un elemento tipico del paesaggio urbano – racconta Marco Ceroni – ossia un dissuasore del traffico, di quelli utilizzati per impedire alle automobili di circolare, dove i basamenti in cemento vengono sostituiti con blocchi di marmo di Carrara bianco». L’effetto è quello di una sorta di «sradicamento lunare» dato dal fatto che si prende un elemento urbano molto quotidiano, come un dissuasore, facendolo diventare qualcosa di altro anche grazie all’utilizzo di uno dei materiali più pregiati della tradizione scultorea italiana. «Mi piaceva il fatto – afferma l’artista – di inserire questo elemento di intrusione. Di per sé è un gesto semplice, una sostituzione, che però altera completamente la visione dell’oggetto e di quello che gli sta attorno».

“Il paesaggio di Faenza? Emergono frammenti di tante culture”

La copertina di maggio-giugno 2016 di "Artribune" con in primo piano un'opera di Marco Ceroni
La copertina di maggio-giugno 2016 di “Artribune” con in primo piano un’opera di Marco Ceroni.

Autore non solo di opere, ma anche di azioni performative di forte impatto, recentemente apparso sulla copertina di Artribune con una sua opera, la ricerca artistica di Marco Ceroni ha nel dialogo con il paesaggio una delle caratteristiche principali. «Nel descrivere il mio lavoro – racconta l’artista – è stato detto che le mie opere hanno una forte componente architettonica. Quello che mi interessa è amplificare il potenziale immaginifico che risiede all’interno dello spazio che attraversiamo». Da una piccola città di provincia come Faenza, dove Marco Ceroni ha vissuto l’adolescenza, fino a una capitale dell’arte contemporanea, Milano, dove vive tutt’ora. Come ritrova il paesaggio urbano di Faenza l’artista dopo essere stato a contatto con tante realtà diverse? «Mi ha colpito come le diverse culture che ormai compongono la città – racconta l’artista – che i faentini lo vogliano o no, abbiano saputo reinterpretare e rileggere lo spazio. Alcuni luoghi diventati solo di attraversamento sono tornati ad essere luoghi di incontro. Mi affascina la spontaneità di questo tipo di riappropriazione dello spazio pubblico».

“L’arte? Il mio modo di mischiare le carte in tavola”

Marco Ceroni, Bling bling, 2016. Un forma dorata si staglia nel buio di uno spazio indefinito. La carcas- sa di un’auto bruciata si trasforma in oggetto altro: una pietra preziosa che popola territori di confine.
Marco Ceroni, Bling bling, 2016. Un forma dorata si staglia nel buio di uno spazio indefinito. La carcassa di un’auto bruciata si trasforma in oggetto altro: una pietra preziosa che popola territori di confine.

Dopo Barbara De Ponti, un altro artista partecipante alla Settimana del Contemporaneo di Faenza racconta il suo modo di concepire l’arte. «Il mio modo di mischiare le carte in tavola»: questa è la risposta di Marco Ceroni. Dopo la Settimana del Contemporaneo e le esposizioni nei sei studi di architettura a Faenza, il prossimo appuntamento per l’artista sarà a Torino in occasione di Nesxt, uno degli eventi collaterali di Artissima, la fiera di arte contemporanea di Torino. Per l’occasione si raduneranno alcuni spazi no-profit, artist-run space e spazi indipendenti e Marco Ceroni esporrà nello stand di 77 con un altro artista, Mattia Agnelli, dal 4 al 6 novembre 2016.

Studi di architettura: fotogallery

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