Presentato il libro sul Map a cura di Ennio Nonni: “Con questo progetto la città si fa museo”
Un Museo che esce dagli spazi chiusi per abbracciare e confondersi con la città stessa, diventando così patrimonio di ogni cittadino sempre e in qualsiasi momento. È stato questo il progetto ambizioso dell’architetto urbanista Ennio Nonni, che da sempre lavora puntando l’accento sulla contaminazione artistica nella progettazione degli spazi urbani. Proprio in quest’ottica Nonni ha ideato e diretto il “Map”, il Museo all’Aperto città di Faenza, nato nel 2014 con l’obiettivo di elevare gli spazi, anche periferici, a punti identitari di riferimento, superando il concetto di collezione museale o di mostra relegata in spazi al chiuso, sostituendolo con la città, che diventa così il contenitore ideale di 85 opere realizzate a partire dal Novecento, ma che è in continua evoluzione.
In tutto sono 85 le opere dislocate in vari punti della città di Faenza
Le anfore di Franz Stahler che ci accolgono a Faenza, le gabbie di fronte all’ex Omsa di Germano Sartelli e le colonne di ceramica di Ivo Sassi sono solo alcune delle opere che arricchiscono, con la loro bellezza, il tessuto urbano in un dialogo costante tra passato, presente e futuro. Giovedì 3 settembre si è tenuta al Relais Villa Abbondanzi la presentazione del libro che racconta e descrive questo progetto (e il cui ricavato dalla vendita verrà devoluto all’associazione Aiuto Materno di Andrea Banzola). Il libro è un viaggio all’interno di Faenza e la sua tradizione artistica e sarà, con una mappa dettagliata dei punti di interesse del “Map”, guida e punto di riferimento per scoprire e riscoprire luoghi insoliti.
“E’ un work in progress, e rappresenta una sfida innovativa”
Durante la presentazione Nonni ha sottolineato l’importanza cruciale dell’arte diffusa nella città di Faenza, da sempre in continua evoluzione tra tradizione e innovazione, con la ceramica che fa da filo conduttore e protagonista. «È un museo che nasce dal nulla – spiega Nonni – e che non è chiuso all’interno di muri ma abbraccia tutta la città fino alle periferie. Non ci sono particolari luci da puntare, orari di visita o biglietti da comprare: è la città che si fa museo. Sono i luoghi della città che, con la loro bellezza, ci accompagnano durante le ore del giorno, magari mentre siamo in giro o in auto. Viene così documentato, senza trucchi, lo scorrere del tempo e penso che il futuro della concezione dei musei vada in questa direzione».
La presentazione del libro al Relais Villa Abbondanzi
Alla presentazione del volume sono intervenuti anche Martina e Massimo Bucci, grandi appassionati di cultura e di paesaggio nonché promotori con il gruppo Bucci Industries e Relais Villa Abbondanzi di questo progetto divulgativo. Alla presentazione è intervenuta, condividendo la sua importante testimonianza anche Anty Pansera, critica e storica del design milanese. Anty, da sempre amante della città di Faenza ribadisce le parole di Nonni, del quale rimarca le capacità progettuali di micro e macroscala, esaltando il progetto che nutre e arricchisce il contesto culturale faentino. Ultima a intervenire è Martina Bucci, direttrice del Relais Villa Abbondanzi, che annuncia la futura inaugurazione, a ottobre, del ristorante Il Fenicottero Rosa Gourmet e delle suite di Villa Abbondanzi, villa neoclassica di proprietà della famiglia Bucci.