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Legami Faenza-Russia nel segno della ceramica: “Qui a Mosca vogliamo la pace”

Dopo aver riportato le parole di don Vasyl Romanisk, Buonsenso Faenza ha contattato Veronika  per ascoltare la sua testimonianza da Mosca. Qui è traduttrice e insegnante, lavora presso l’Accademia russa delle scienze e alla scuola italiana Italo Calvino di Mosca; nel dicembre 2019 è stata l’interprete della delegazione del Comune di Faenza in occasione della mostra all’Accademia Andriaka (foto).

Abbiamo visto le immagini delle proteste a San Pietroburgo: com’è, invece, la situazione nella capitale?

«Le parlo dalla mia esperienza personale, io vivo e lavoro in centro, non vado nelle zone operaie o fuori Mosca. La vita non è cambiata, se non per le notizie che sentiamo. Gli eventi culturali e sportivi già prefissati seguono il loro corso. Ovviamente le persone sono attente a quello che sta succedendo, si scambiano opinioni nei negozi e in maniera pacifica si dividono per la strada. Alcuni miei colleghi sono scesi in piazza per esprimere il loro dissenso, ma assolutamente non ci sono state manifestazioni violente. Inoltre, le proteste sono meno numerose di quanto si faccia vedere, ma non posso dire che qui qualcuno gioisca. Parlo del mio ambiente, che forse è solo una piccola parte della società moscovita, ma qui si vuole la pace».

Lei è un’insegnante, i suoi alunni le chiedono spiegazioni?

«I bambini sono i primi a sentire, forse più degli adulti, e per loro la situazione è assurda: molti sono “misti”, hanno genitori che provengono da entrambe le nazioni. Portano a scuola quello che sentono a casa e ne parlano molto, ma il compito di noi insegnanti è mantenere la normalità, anche se è difficile, e di preservare l’integrità della loro psiche, nonostante siano spaventati. Cerchiamo di tranquillizzarli e di trasmettere il concetto di rispetto per il prossimo, in qualunque caso».

Ha citato il fatto che molti bambini provengano da famiglie in cui un componente è ucraino e l’altro russo: una dimostrazione del fatto che i due popoli hanno relazioni intense e molti punti in comune.

«Io sono per metà bielorussa e per l’altra russa e per parecchi anni ho vissuto in Ucraina: chiedermi “Lei chi è?” equivale alla domanda “Chi ami di più, il papà o la mamma?”. Ucraina e Russia sono popoli simili. Sì, le canzoni ucraine sono più allegre e vivaci, sicuramente per via del clima più prospero e un po’ più caldo. Ma se pensiamo alla cucina, all’abbigliamento tradizionale… è tutto molto simile. Parecchi scrittori che fanno parte dei grandi classici della letteratura russa – Bulgàkov, Gogol’, Korolenko – sono di origini ucraine! Parecchi pittori ucraini si formano seguendo la a scuola del realismo russo, non quella europea. Capisce che fare una distinzione netta è impossibile. Non dimentichiamo, poi, che la Russia è immensa: ci sono molte più differenze tra quella europea e quella asiatica, anziché con l’Ucraina».

Maria Rivola

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