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Karin Putsch-Grassi: dalla Germania all’Italia nel nome della ceramica

Prosegue il fine settimana faentino all’insegna della ceramica artistica. Argillà è diventata negli anni una manifestazione internazionale sempre in crescita, capace di riempire il centro storico della città manfreda di artisti, pubblico e di innumerevoli occasioni di scoperta e di scambio culturale. Un’occasione unica per viaggiare nei cinque continenti passeggiando tra le strade della mostra-mercato e per partecipare agli oltre ottanta eventi collaterali che trasformano i luoghi cittadini in una vera a propria galleria diffusa. Quest’anno il Paese ospite della kermesse artistica faentina è la Germania. Abbiamo parlato con Karin Putsch-Grassi, artista tedesca che ha scelto di vivere in Italia – nella zona del Valdarno – e avviare qui la sua attività. Cosa porta un artista a trasferirsi in Italia? Cosa non perdersi assolutamente durante Argillà 2018? 

 

Karin, come nasce la sua passione per la ceramica? Quando ha capito che nella vita avrebbe fatto questo lavoro?

Non c’è un momento preciso o rivelatore. In Germania la ceramica è molto presente a scuola attraverso laboratorio scolastici, per cui diciamo che ho iniziato ad avvicinarmi al tornio già alla scuola superiore. Sono tedesca ma ho completato il mio percorso di studi in Italia. L’amore per la ceramica è nato quando ho iniziato l’Istituto d’arte a Firenze, nella sezione ceramica. Lì ho studiato tornitura con i maestri Salvatore e Stefano Cipolla e mi sono appassionata a questa specialità.

 

Lei è una ceramista tedesca che vive in Italia. Una scelta che deriva anche dal desiderio di scoprire la tradizione italiana in questo ambito?

Figulinae

Sono venuta in Italia perché volevo conoscere il Paese e non esclusivamente per studiare ceramica. Quando sono arrivata qui sono rimasta subito colpita dalla cultura e dal calore degli italiani. Poi mi sono avvicinata al mondo ceramico attraverso il percorso di formazione, scoprendo così la tradizione artistica italiana che è molto ricca e affascinante. Mi interessa tutta la ceramica nelle sue forme ma quello che mi colpisce in primo luogo è la materia stessa. L’argilla viene utilizzata in vari ambiti e anche attraverso diverse tecnologie. Mi piace la materia stessa: trasformarla, plasmarla.

 

Quali sono le tecniche che utilizza per le sue opere?

In primo luogo lavoro al tornio. Poi in generale ho scelto le lavorazioni ad alta temperatura come il grès e la porcellana colorata. A 1280 gradi l’argilla diventa un materiale impermeabile e a volte si arriva al punto di fusione. E’ affascinante. La maiolica invece l’ho fatta in passato ma ora mi sono avvicinata a questi nuovi processi creativi ed è sempre una bellissima sfida. Ultimamente mi sono dedicata ad una nuova linea che si chiama Figulinae: sono dei vasi di piccolo taglio che poi comprimo e trasformo in un’opera unica. Il progetto prende il nome da piccoli pezzi o statuine di argilla di epoca medievale, tipiche della zona di Figline Valdarno, dove vivo. Con questo atto di pressione i piccoli vasi si sformano e il loro accostamento dà origine all’opera finale, risultato di un “informe messo in forma”. Così il funzionale, che in scala ridotta perde il suo scopo iniziale, diviene opera d’arte.

 

Figulinae

Da dove trae ispirazione per il suo lavoro?

Sempre dal materiale. Sono l’argilla stessa e il modo in cui la posso plasmare che rappresentano la fonte di ispirazione. Ma non solo. Anche la natura mi regala sempre ispirazioni e in particolare mi piacciono molto i paesaggi vulcanici: la terra vulcanica, che è appunto sempre argilla liquida che esce da un cratere e prende una forma naturalistica. Anche questo è un modo di cottura dell’argilla.

 

 

E’ la sua prima volta ad Argillà? Cosa ne pensa di questa mostra-mercato?

Sono presente sin dalla prima edizione, per cui questa è la mia sesta presenza ad Argillà. Negli anni è diventata una manifestazione molto importante, non solo per ceramisti ma anche per il pubblico partecipante. Questa volta nello specifico la Germania è Paese ospitante, per cui oltre che al mio stand, le mie opere sono rappresentate in quattro diverse mostre. Credo che Argillà sia un appuntamento a cui bisogna andare e sono onorata di essere in una delle città ceramiche più importanti d’Italia. Faenza è sempre stata in Europa e nel mondo un punto di riferimento. Per me personalmente è Faenza la città ceramica per eccellenza in Italia. Faenza poi la conoscevo già ad 8 anni perché i miei genitori hanno avuto sempre passione per la ceramica e sin da piccola ne ho sempre sentito parlare.

 

Figulinae

Consiglierebbe di visitare Argillà Italia? Quali sono gli eventi da non perdere?

Assolutamente. E’ una manifestazione che è andata sempre crescendo negli anni. Gli eventi collaterali sono aumentati esponenzialmente di edizione in edizione e soprattutto è un’occasione di scambio artistico e culturale con altri continenti. Con l’arte si può aprire la mente e non solo se si è artisti, vale per tutti. Tra gli appuntamenti da non perdere al di fuori della mostra-mercato, il forno che allestiscono nella piazza principale dove tutti possono ammirare il processo di cottura della ceramica che è molto interessante e di sicuro il Mondial Tornianti a cui quest’anno non non riuscirò a partecipare… ma spero di riuscire ad assistere a qualche gara e iscrivermi magari alla prossima edizione.

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