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Al Museo del Risorgimento la mostra sul Muro di Berlino dell’Istituto Oriani

Saranno le letture tenute dagli studenti delle classi quinte dell’Istituto Tecnico ‘Oriani’, e le musiche del musicista di Eisenach Johann Sebastian Bach a inaugurare a Palazzo Laderchi, sotto le volte affrescate della ‘Galleria di Psiche’ di Felice Giani nella sede del Museo del Risorgimento e dell’Età contemporanea, l’esposizione intitolata ‘Quando il cielo era diviso: la caduta del muro di Berlino’, dedicata ai trent’anni della caduta del Muro di Berlino, elevato nel 1961 e che sancì la divisione non solo di una città e di una nazione, ma anche di un intero continente e del mondo tra opposte ideologie.

La mostra a Palazzo Laderchi delle classi 5^ dell’Istituto Oriani Faenza

Dopo la conferenza di apertura del professor Giuseppe Masetti (Istituto Storico della Resistenza di Ravenna) sulla ‘Storia delle Istituzioni e dei trattati europei’, riservata ai giovani studenti, lunedì 4 marzo 2019, alle ore 10, alla presenza delle autorità civili, un breve momento inaugurale sarà esteso alla cittadinanza, accolta dagli indirizzi di saluto dei curatori della mostra e del progetto, i professori Masetti, Luca Bandini e Michele Orlando, accompagnati da alcune riflessioni sul senso della memoria di questo evento storico. La cerimonia sarà accompagnata anche dalle musiche del compositore e organista tedesco J.S. Bach, eseguite al violoncello da Filippo Lo Piccolo, membro attivo dell’orchestra d’archi della Scuola comunale di musica ‘G. Sarti’.  La mostra sarà esposta fino al 7 aprile, seguendo gli orari di apertura del Museo del Risorgimento.

Il Muro di Berlino: mezzo secolo di storia in 11 pannelli

Quello dell’Istituto Oriani è un itinerario improntato tutto allo studio del Novecento: gli studenti infatti sono al centro di un’esperienza di promozione della conoscenza storica attraverso l’interpretazione non solo dei fatti della grande storia, ma anche della quotidianità continuamente segnata dai muri. La mostra, infatti, composta di undici pannelli di grande formato, illustra la storia del muro all’interno delle più ampie vicende europee tra il 1945 e il 1989. Ciascun pannello è corredato di ampie didascalie, documenti, cartine e foto d’epoca e vuole configurarsi come terreno di riflessione e messa in evidenza delle contraddizioni che attraversano le nostre società e che determinano i muri della vergogna: alcuni sono stati distrutti, proprio come il Muro di Berlino. Una frattura destinata a segnare per quasi trent’anni i rapporti tra gli Stati e la vita quotidiana di milioni di persone. Tanto la sua costruzione, quanto la caduta del muro, nel 1989, sono state tra gli eventi fortemente simbolici del XX secolo, un evento che ha decretato la fine di un’epoca, aprendo la strada alla speranza di un futuro di pace e di solidarietà tra i popoli.

Muri di ieri, muri di oggi: il ruolo della scuola

Altri muri, tuttavia, sono ancora in piedi, come quello di Cipro, che dà a Nicosia il triste primato di unica capitale europea ancora divisa da un muro che separa le due comunità principali, greco-cipriota e turco-cipriota. Nuovi muri sono stati costruiti e sono in costruzione, come il muro lungo il fiume Evros tra Grecia e Turchia, il muro di Ceuta e Melilla, tra Spagna e Marocco, il muro tra Bulgaria e Turchia. Muri, frontiere invalicabili: tutto questo accade in Europa, ma anche nel resto del mondo. I muri possono assumere forme diverse, simboli di mondi separati, lacerati da nazionalismi, xenofobia, stereotipi sociali e culturali che rendono impossibili processi di riconoscimento e inclusione. Da queste riflessioni è partito il progetto dell’IT ‘Oriani’, vincitore del bando regionale ‘Viaggi attraverso l’Europa’, intitolando ‘Costruire la Pace sui sentieri della Memoria’ il percorso che a marzo porterà i giovani alunni a calpestare i sentieri della Memoria europea con il viaggio d’istruzione a Berlino, tappa fondamentale per la coscienza e la conoscenza della nostra Storia più recente.

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