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Orient Experience, Hijab Paradise e altre storie di successo di imprenditori stranieri

C’è chi ha aperto un ristorante etnico con piatti unici nel loro genere o un negozio alla moda capace di intercettare nuove fasce di mercato, altri si sono messi in proprio gestendo una macelleria dopo tanti anni da dipendente. Già di per sé fare impresa richiede coraggio e solide competenze, ma le storie di questi imprenditori assumono ancora più valore considerando che sono tutti cittadini stranieri, in Italia da più o meno tempo, perfettamente integrati e desiderosi di creare nuove opportunità di lavoro per sé e per tutto il territorio. L’occasione per conoscere queste esperienze, locali e nazionali, è stata data lunedì 28 gennaio dal circolo Arci Prometeo e dalla Consulta dei cittadini stranieri di Faenza in un incontro dal titolo “Migrare: imprenditorialità straniera”.

Orient experience: ristorante etnico premiato dal Gambero Rosso

Dalle feste organizzate per far conoscere i migranti tramite i loro piatti tipici fino all’apertura di veri e propri ristoranti etnici in giro per l’Italia premiati dal Gambero Rosso. Con i suoi progetti Orient experience e Africa Experience, l’imprenditore afghano Mohamad Karim Hamed ha aperto un ristoranti a Venezia, Padova e Catania che danno lavoro a una settantina migranti, legando il cibo al tema del viaggio. «Sono arrivato in Italia nel 2006 – spiega Karim – e sono stato richiedente asilo per otto mesi in un centro d’accoglienza, che già allora, è bene ricordarlo, esistevano. Terminato questo periodo, sono stato selezionato come mediatore culturale dall’amministrazione comunale di Venezia perché c’erano tanti ragazzi minori afghani che stavano arrivando in Italia e dovevano riuscire a integrarsi». Nasce l’esigenza di creare relazioni tra queste persone e con il territorio, e cosa c’è di meglio del cibo per raccontare la propria storia e il proprio viaggio? «A quell’epoca organizzavamo molte feste, e abbiamo creato un menu di piatti tipici legato al viaggio dei migranti. Gli eventi piacevano e le feste aumentavano, portando questa attività anche fuori città. Io non ho un background da ristoratore, però sapendo che avevo un buon servizio sottomano l’ho sviluppato e ho cercato uno spazio per avviare questa impresa-ristorante”. Grazie al contributo di tanti soci che hanno accettato il rischio d’impresa, nel 2012 inaugura così Orient experience a Venezia per raccontare, attraverso il cibo, il viaggio lungo la rotta Afghanistan-Italia.

Hijab Paradise: due ragazze aprono a Bologna il 1° negozio di moda islamica in Italia

Dal food alla moda, con veli e vestiti pensati per le donne musulmane, ma non solo. È questa l’idea che ha fatto nascere a Bologna “Hijab Paradise”, la prima boutique italiana per donne musulmane. A raccontare questa esperienza sono Keltoum Kamal Idrissi e Fatiha Mouradi, due giovani ragazze originarie del Marocco e residenti a Cesena che hanno scelto di mettere il velo. «La nostra attività imprenditoriale nasce da un’esigenza che sentivamo noi in prima persona – spiegano – quella di vestirci in un certo modo e non c’era nessun posto con che garantisse ampia scelta e libero di pregiudizi su questo tema. Mancava un negozio che coniugasse l’essere occidentale al rispetto per la tradizione islamica, e questo non è un ossimoro, come non è un ossimoro essere italiani e musulmani. Non esiste un codice fisso di abbagliamento islamico, ma si può adattare ai diversi luoghi e culture». Non sono mancati tanti pregiudizi da superare, ma anche tante norme vincolanti della legislatura italiana – che non le permettono per esempio, in quanto straniere, di partecipare ai bandi di finanziamento pubblici.  «Ognuno persona è un  imprenditore – concludono le ragazze – ‘fare impresa’ è una cosa che in realtà ognuno di noi, nel suo piccolo, fa tutti  i giorni, e non è legato solo ai soldi ma alla propria realizzazione personale».

A Faenza il Toki Sushi e la Macelleria islamica

Huang Qiying è cinese ed ha avviato il ristorante Toki Sushi presente anche a Faenza. «Sono arrivato in Italia nel 2001 come sarto – racconta – ed è stato grazie all’aiuto di tanti amici e parenti che ho potuto poi avviare questa attività. Penso che la mentalità cinese sia diversa rispetto a quella di altre comunità di stranieri: per noi è una cosa naturale quella di mettere insieme le nostre competenze aiutandoci a vicenda». L’imprenditore ha annunciato anche l’apertura di un nuovo ristorante di alta qualità a Faenza, di fronte alla Filanda. All’incontro ha partecipato anche Bouzza Jawad, anche lui del Marcocco, titolare della Macelleria islamica a Faenza aperta dopo diverse esperienze da dipendente. Boyzza rispetta le tecniche tradizionali per la macellazione della carne, che consentono di ottenere una carne molto tenera.

All’incontro di Prometeo anche il sindacalista Whaid Ghribi

Infine era presente anche il tunisino Wahid Ghribi, in Italia dal 1989 e componente del direttivo nazionale Cgil e Fiom sezione di Faenza. Dopo varie esperienze in giro per l’Italia, con datori di lavoro non sempre limpidi nei suoi confronti e che non rispettavano le regole, ha imparato lingua, cultura e diritti della legislatura italiana e ora lavora alla Curti di Castel Bolognese. «lo dico sempre che non sono razzista: anche se sono un sindacalista straniero, sono il sindacalista di tutti i lavoratori che rappresento, compresi gli italiani. A parte gli scherzi, il problema vero oggi in Italia è sviluppare il lavoro, non certo focalizzarsi sui problemi legati all’immigrazione, basta vedere quanti giovani italiani scappano all’estero. Consiglio sempre inoltre di andarci a rileggere l’articolo 3 della Costituzione che tanto spesso dimentichiamo e non applichiamo: ‘Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali’».

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