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Impresi giovanili in Emilia-Romagna: in un anno se ne sono perse 735

A fine marzo 2020, in Emilia-Romagna, le imprese attive giovanili sono 26.189 pari al 6,6% delle imprese regionali, la quota più bassa tra le regioni italiane. In un anno la perdita è di 735 imprese (-2,7%), mentre le altre imprese sono diminuite dello 0,7%. A livello nazionale, le imprese giovanili scendono a 435.144 (-3,2%), pari all’8,5% del totale, mentre le altre tipologie di aziende subiscono solo una lievissima flessione (-0,1%). Questo emerge dai dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna.

La consistenza della base imprenditoriale giovanile si è ridotta in quasi tutte le regioni italiane. Aumenta solo in Trentino-Alto Adige (+2,4%). Le contrazioni più rilevanti si sono registrate nelle Marche (-5,5%) e in Basilicata (-5,2%). L’andamento negativo delle imprese giovanili appare più contenuto in Lombardia (-2,5%), in Veneto (-2,0%) e in Piemonte (-1,4%).

I settori di attività economica

La diminuzione delle imprese giovanili continua a essere determinata soprattutto dal pesante crollo delle imprese delle costruzioni (-340 unità, -6,9%). A questo si è aggiunta la flessione delle imprese dell’insieme dei servizi (-259 imprese, -1,5%). La tendenza è data dalla decisa caduta nel settore del commercio (-232 imprese, -3,4%), mentre l’aggregato di tutti gli altri settori dei servizi mostrare una leggera flessione (-0,2%). E’ pesante il calo nell’industria (-116 unità, -5,8%), mentre in agricoltura, silvicoltura e pesca c’è una lieve flessione (-20 imprese, -0,9%).

Negli ultimi otto anni, il ruolo dominante dei servizi si è consolidato ulteriormente e la quota delle imprese attive nel settore è lievitata di ben 11,8 punti percentuali, trainata dalla crescita dei servizi non del commercio (+10,0 punti). Nello stesso periodo, è aumentata solo la quota delle imprese attive in agricoltura, silvicoltura e pesca (+2,4 punti percentuali). Al contrario se le imprese giovanili dell’industria in senso stretto hanno visto scendere il loro peso di un punto percentuale, il rilievo delle imprese delle costruzioni è crollato di oltre un terzo (-13,3 punti percentuali), testimoniando delle difficoltà del settore.

In gran parte si tratta di flessione nelle ditte individuali

La riduzione delle imprese giovanili è principalmente da attribuire alla flessione molto ampia delle ditte individuali (-550 unità, -2,7%) e alla contrazione notevolmente più rapida delle società di persone (-7,9%, -141 unità). Le società di capitale hanno messo a segno l’unico, seppur marginale, incremento (+0,4%). Anche cooperative e consorzi hanno subito un’ulteriore e più pesante contrazione (-19,6%). Negli ultimi otto anni, il rilievo delle società di capitale è aumentato di 7,8 punti percentuali, quello delle cooperative e consorzi è sceso di 3 decimi di punto, mentre il peso delle ditte individuali si è ridotto di 3,6 punti percentuali e quello delle società di persone di 3,9 punti percentuali

Samuele Marchi

Giornalista, sono nato a Faenza e dopo la laurea in Lettere all’Università di Bologna frequento il master in 'Sviluppo creativo e gestione delle attività culturali' dell’Università di Venezia/Scuola Holden. Ho collaborato con diverse testate locali e nazionali come Veneto Economia, Alto Adige Innovazione, Cortina Ski 2021, Il Piccolo, Faenza Web Tv. Ho partecipato all'organizzazione del congresso nazionale Aiga 2015 e del Padova Innovation Day. Nel 2016 ho pubblicato il libro “Un viaggio (e ritorno) nei Canti Orfici” (Carta Bianca editore) dedicato al poeta Dino Campana. Amo i cappelletti, tifo Lazio e, come facendo un puzzle, cerco di dare un senso alle cose che mi accadono attorno.

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