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Festival dell’Orientamento: 1.345 studenti faentini pronti a progettare il proprio futuro

Quale futuro dopo la scuola superiore? Università o lavoro? Corso di formazione o studiare all’estero? A queste, e tante altre domande, vuole dare spunti e strumenti di approfondimento la prima edizione del Festival dell’Orientamento, in programma martedì 10 dicembre 2019 a Faenza. Migliaia di studenti e studentesse di quarta e quinta superiore potranno così confrontarsi, attraverso diversi incontri e laboratori tematici, sull’orientamento professionale: conoscenza del mondo del lavoro e delle professioni, conoscenza degli strumenti e dei servizi per la ricerca del lavoro, conoscenza di sé e delle opportunità che si possono cogliere.

Per la città, 135 incontri sul mondo del lavoro per fare il punto su cosa fare una volta ottenuto il diploma

Il Festival prevede una mattinata in tour tra vari luoghi della città per mettersi in gioco e prendere in mano il proprio futuro. Tutte le scuole secondarie faentine di secondo grado partecipano all’evento (liceo Torricelli-Ballardini, Itip Bucci, Persolino-Storcchi, istituto Oriani) e a Faenza in tutto si svolgeranno 135 incontri e occasioni di approfondimento per 1.345 studenti, a partire dalle 8 di mattina fino alle 13.30 in diversi spazi della città in cui saranno coinvolti, oltre ai ragazzi e alle ragazze, più di 200 fra professionisti e aziende, associazioni di categoria, ordini professionali, Centri per l’impiego, Informagiovani e sindacati. Ogni studente e ogni studentessa frequenterà quattro incontri della durata di un’ora ciascuno, individuati sulla base di risposte date dai ragazzi stessi a questionari somministrati loro nei mesi di settembre e ottobre.

Alcuni rappresentanti del progetto del Festival dell’Orientamento.

«Abbiamo fortemente voluto portare il Festival dell’Orientamento, oltre che a Ravenna, anche a Faenza; ed è frutto di un grande lavoro di squadra – spiega l’assessore alle Politiche giovanili, Simona Sangiorgi – in cui sono coinvolte tante realtà diverse che lavorano assieme per il futuro dei nostri giovani. Dagli enti locali al tessuto imprenditoriale della città, vogliamo stringere legami per far sì che la scelta dei giovani su cosa fare dopo le superiori sia una scelta ponderata». In questo territorio il festival si realizza grazie a un particolare impegno delle associazioni di categoria che, coordinate dal dott. Ferri di Confcooperative, si sono attivate per la ricerca di aziende e professionisti e l’organizzazione di buona parte dei singoli incontri.

Cosa cercano i giovani: metà di loro vuole formarsi all’estero

Al centro del Festival c’è il singolo e non la massa indistinta di giovani: ogni studente, secondo i propri interessi, parteciperà durante la mattinata a quattro incontri tematici, della durata di circa un’ora ciascuno, secondo un percorso personalizzato ad hoc e gli incontri spaziano da approfondimenti sul mondo del lavoro (ingegneria, chimica dei materiali, medicina, veterinaria…) o dei nuovi media (comunicazione, videomaking, informazione); ma anche laboratori su come sostenere un colloquio o le opportunità di formazione tramite Its o percorsi all’estero.

Questo evento è una delle azioni che si realizzano nel contesto di attuazione del “Piano di azione triennale per l’orientamento e il successo formativo”, messo a punto dalla Provincia di Ravenna in collaborazione con la rete degli istituti scolastici, l’Ufficio scolastico, i Comuni e la Camera di commercio sulla base delle indicazioni e del finanziamento della Regione Emilia-Romagna. Le attività sono operativamente messe in campo da un insieme di enti di formazione coordinato dal gruppo Aeca (Associazione emiliano-romagnola centri autonomi formazione professionale).

Altra caratteristica peculiare è l’approfondita fase preparatoria che ha preceduto il festival e che ha consentito di mettere a punto per ogni studente e per ogni studentessa un percorso personalizzato che porterà ogni giovane a ottenere le informazioni maggiormente in linea con le proprie attitudini e interessi. Infine il fatto che non si tratta di un momento destinato a esaurirsi con la fine del festival ma inserito in un percorso più ampio e articolato. «Dai questionari che abbiamo somministrato – spiega Simona Pepoli di Aeca – è emersa una fotografia significativa su cosa i giovani si aspettano dal futuro. La richiesta più gettonata, e che riguarda quasi la metà di loro, è quella di lavorare all’estero: viene ritenuto più facile andare a formarsi professionalmente fuori dall’Italia, mentre restare nel proprio Paese secondo loro non dà molte opportunità. Tra gli ambiti lavorativi più richiesti, ci hanno stupito i settori moda, design e sport su cui tanti giovani vorrebbero puntare». Seguirà, sempre nel mese di dicembre, un “dopo festival”, durante il quale le singole classi e gruppi di studenti parteciperanno a laboratori di ricerca attiva del lavoro o ad altri approfondimenti informativi.

Samuele Marchi

Giornalista, sono nato a Faenza e dopo la laurea in Lettere all’Università di Bologna frequento il master in 'Sviluppo creativo e gestione delle attività culturali' dell’Università di Venezia/Scuola Holden. Ho collaborato con diverse testate locali e nazionali come Veneto Economia, Alto Adige Innovazione, Cortina Ski 2021, Il Piccolo, Faenza Web Tv. Ho partecipato all'organizzazione del congresso nazionale Aiga 2015 e del Padova Innovation Day. Nel 2016 ho pubblicato il libro “Un viaggio (e ritorno) nei Canti Orfici” (Carta Bianca editore) dedicato al poeta Dino Campana. Amo i cappelletti, tifo Lazio e, come facendo un puzzle, cerco di dare un senso alle cose che mi accadono attorno.

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