Esclusione di Necki dal consiglio dell’Unione, le reazioni di Pd, Art.1 e M5S
Esprimono solidarietà a l’Altra Faenza e in particolare al consigliere Edward Necki le forze politiche del Pd, Articolo 1 e Movimento 5 Stelle, dopo l’esclusione di Necki dal nuovo consiglio dell’Unione della Romagna Faentina a causa delle votazioni dei gruppi di minoranza che hanno visto saldarsi tra loro le forze di centrodestra (Lega e Rinnovare Faenza) a scapito di Necki, che negli anni aveva ricoperto il ruolo di vice presidente del consiglio dell’Unione.
Pd: “Continueremo a coinvolgere l’Altra Faenza nello sviluppo della Romagna Faentina”
«Il Partito Democratico di Faenza esprime soddisfazione per l’elezione dei consiglieri comunali delle forze politiche di maggioranza che entreranno a far parte del rinnovato Consiglio dell’Unione della Romagna faentina – si legge in una nota del Pd faentino, che assieme alle altre forze di maggioranza ha espresso nove nomi nel nuovo consiglio dell’Unione – Auguri di buon lavoro a Maria Luisa Martinez, Antonello Prati, Niccolò Bosi, Paola Celotti, Roberto Damiani, Francesco Ziccardi, Paolo Cavina, Massimiliano Penazzi e Federica Degli Esposti. L’Unione è una scelta strategica che sta producendo effetti virtuosi: maggiore efficienza ed efficacia dei servizi forniti dai Comuni ed economie di scala, conseguenti ad una gestione unificata, sono già realtà. Per dare più forza alle esigenze del territorio da oggi saremo ancora più determinati nel rafforzare il senso di comunità dei cittadini».
«Se le forze politiche al governo della città hanno potuto dimostrare anche in questa occasione affiatamento e compattezza – prosegue il comunicato del Pd faentino – difficile poter dire la stessa cosa delle minoranze. Senza voler giudicare in casa d’altri non possiamo non evidenziare un aspetto politico macroscopico. L’aver voluto escludere il capogruppo de L’Altra Faenza e vice presidente del Consiglio dell’Unione Edward Necki che ha ricoperto il suo ruolo con passione, competenza ed equilibrio, ha a che fare con un modo cinico e muscolare di vivere la democrazia e la necessità di dare rappresentanza a tutti i cittadini faentini che, non solo non condividiamo ma contrastiamo nel modo più assoluto. Sarà perciò nostro preciso impegno continuare a coinvolgere L’Altra Faenza sui temi dello sviluppo della Romagna faentina. A differenza di chi pensa ogni volta di speculare sullo scontro e la contrapposizione fine a se stessa, restiamo convinti sia solo dal confronto costruttivo e senza pregiudizi che possano nascere le buone idee e scelte che guardino all’interesse generale e non a favore solo di qualcuno».
Articolo 1: “Le forze di centrodestra hanno fatto prevalere i calcoli politici alla competenza”
Sulla stessa linea anche Mdp Articolo 1. «La nomina dei rappresentanti del Consiglio comunale di Faenza nel Consiglio dell’Unione della Romagna Faentina, atto dovuto dopo le recenti elezioni ammistrative, ha portato all’esclusione di Edward Jan Necki, consigliere de L’Altra Faenza – scrive Luca Ortolani di Mdp Articolo 1 – Il nostro gruppo consiliare esprime rammarico e disappunto per questa soluzione, dovuta esclusivamente al contegno tenuto dai gruppi del centro destra, in primo luogo della Lega. Necki è stato vice presidente dell’assemblea dell’Urf e presidente della commissione che ha svolto un lavoro difficile e positivo per la revisione dello Statuto, ricoprendo questi incarichi con capacità, equilibrio e senso delle istituzioni riconosciutigli da tutti. Di ciò non hanno tenuto conto gli esponenti del centrodestra: sull’esperienza e sul merito hanno fatto prevalere il calcolo di parte e gli ammiccamenti. Non è così che si fa l’interesse delle comunità amministrate. Il gruppo consiliare di Art.1 rinnova la sua stima nei confronti di Edward J. Necki, ne apprezza il lavoro svolto nelle istituzioni locali e auspica che questa brutta vicenda non gli impedisca di continuare a fornire il suo prezioso contributo».
M5S: “Dovevano prevalere altre logiche, ma l’Unione dimostra di avere ancora deficit di rappresentanza”
Anche i 5 Stelle esprimono solidarietà a Necki, anche sottolineano il deficit di rappresentanza all’interno dell’Unione anche dopo il rinnovo dello Statuto. «Quattro erano i consiglieri di opposizione da nominare, quattro i gruppi attualmente rappresentati – scrivono i 5 Stelle – Il buon senso diceva, quindi, di eleggere un esponente per ogni gruppo. A nove mesi dal voto faentino, speravamo che la ragionevolezza avrebbe avuto la meglio sulle antipatie politiche, sulle ripicche, sui calcoli e le manovre da campagna elettorale (già abbondantemente in corso…) e invece, no, purtroppo non è andata così. Venendo meno agli accordi presi precedentemente (e non è la prima volta…), la Lega ha deciso, comunicandocelo solo poche ore prima del Consiglio, di votare per due esponenti del proprio gruppo consiliare, lasciando fuori Edward Necki de l’Altra Faenza. Ora vedremo se i nuovi consiglieri parteciperanno attivamente ai lavori dell’Unione dando il loro contributo o se preferiranno passare il tempo in campagna elettorale permanente». «Qualcuno – precisano i pentastellati – potrebbe accusarci di aver avuto un comportamento simile quando qualche anno fa avallammo con il nostro voto l’esclusione della Lega dal Consiglio dell’Unione. Niente di più falso. Le due cose non sono paragonabili. Allora, semplicemente, non ce la sentimmo di votare un altro esponente leghista dopo che due di loro erano decaduti dal Consiglio comunale per cumulo di assenze non giustificate e lo stesso aveva fatto il loro esponente in Unione poco dopo. E, per di più, non nominammo al loro posto un nostro rappresentante, ma un consigliere di un altro gruppo».
«Di certo questa votazione conferma palesemente quello che noi diciamo da mesi – concludono i 5 Stelle – E cioè che il cambio dello Statuto dell’Urf fatto in questo modo non funziona e non raggiunge assolutamente uno dei più importanti obiettivi che si era prefissato: quello di porre rimedio al deficit di rappresentanza. Bastava garantire la presenza di un componente per ogni gruppo dei vari consigli comunali dell’Unione (come noi avevamo più volte inutilmente proposto…) e invece si è deciso, in base a logiche di spartizione, di alzare spropositamente il numero dei consiglieri, senza risolvere nessuna criticità. Così, infatti, i gruppi più numerosi, in base a calcoli e dinamiche politiche locali, possono fare il bello e il cattivo tempo e decidere a proprio piacimento di lasciar fuori consiglieri che rappresentano interi gruppi e conseguenti bacini di voti popolari, anche importanti. E così (tra lo stupore del sindaco e dei consiglieri di maggioranza) è accaduto alla prima occasione e chissà quante altre volte accadrà».