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L’ex bibliotecario Giuseppe Bellosi dona un fondo di quasi cinquanta fotografie alla Fototeca Manfrediana

Le fotografie sono tasselli della storia di una comunità. Questo il messaggio della donazione del fondo che l’ex bibliotecario Giuseppe Bellosi ha consegnato alla Fototeca Manfrediana e che andrà quindi ad aggiungersi alle 10mila foto già in possesso dell’associazione faentina. L’appello che sia Bellosi sia la Fototeca lanciano è quello di incoraggiare chi possiede queste fotografie a donarle alla comunità affinchè possano essere parte della storia collettiva.

48 fotografie familiari: una storia sociale

Le fotografie donate, 48 ritratti singoli o di famiglia, sono state acquistate da Giuseppe Bellosi una ventina di anni fa presso un mercatino a Faenza. Bellosi, ex-bibliotecario si occupa di cultura popolare e questo lo porta a sottolineare il valore sociale che un fondo di questo tipo può avere per la ricostruzione di un periodo storico, quello tra fine ‘800 e inizio ‘900, che ha attribuito alle fotografie e alle lettere un valore sostanziale, soprattutto con la funzione di colmare quell’assenza che nelle famiglie era creata dalla guerra e dall’emigrazione. “Oltre a questa funzione privata però le fotografie svolgono un’importante funzione sociale. In particolare quando si parla di fotografie private, come in questo caso. Soggetti che esulano dal classico paesaggio, particolarmente caro ai collezionisti”, dice Bellosi, “Per questo si deve cercare di salvaguardare i fondi di ritratti”.

Custodire e salvaguardare: il ruolo della Fototeca

Quello della Fototeca Manfrediana è un archivio di accumulo nato nel 1971 da una mostra sui cambiamenti di Faenza nell’arco di un secolo, che prevedeva un fondo di circa 300 fotografie donate da famiglie faentine e proprio la generosità delle donazioni è l’elemento più importante per l’associazione. Gian Marco Magnani, in rappresentanza della Fototeca, invita perciò a donare qualora si avessero fondi fotografici che riguardano la città in un’ottica di messa a disposizione della comunità ma soprattutto di salvaguardia di materiali che senza opportuni accorgimenti come la digitalizzazione e i supporti per la conservazione, sarebbero facilmente deperibili. “La digitalizzazione in particolare ha reso possibile la fruizione delle fotografie anche sul sito della Fototeca”, ha sottolineato Magnani, “e continuiamo a caricare sempre più immagini per renderle visibili più facilmente”

Verso l’istituzionalizzazione della Fototeca

Un problema legato alla fruizione di queste fotografie è dato dal fatto che l’associazione della fototeca è privata. “E’ sempre più necessario invece”, ha sottolineato il sindaco Massimo Isola, “fornire anche da un punto di vista burocratico-legale una dimensione pubblica alla Fototeca Manfrediana e questo sarà un prossimo obiettivo da raggiungere, anche perchè la funzione che l’ente svolge è già pubblica dal momento che donare un fondo alla Fototeca significa trasformare una storia personale, come può essere quella di un ritratto, in pezzi di storia collettiva”.

Letizia Di Deco

Classe 1998, vivo a Faenza. Mi sono laureata in Lettere Moderne e poi in Italianistica e Scienze linguistiche all’Università di Bologna. Scrivo per il settimanale Il Piccolo di Faenza. In attesa di tornare definitivamente in classe da prof, mi piace fare domande a chi ha qualcosa di bello da raccontare su ciò che accade dentro e fuori le pareti della scuola. Ho sempre bisogno di un buon libro da leggere, di dire la mia opinione sulle cose, di un po' di tempo per una corsetta…e di un caffè

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