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Orientamento post-diploma: intervista alla consigliera provinciale Maria Luisa Martinez

“Cosa farai dopo la scuola?” è una delle domande più spesso rivolte a ragazzi e ragazze di quinta superiore. Il tema dell’orientamento scolastico verso il mondo del lavoro e dell’università è un tema di grande interesse, soprattutto in un periodo storico con un alto tasso di disoccupazione giovanile. Ne abbiamo parlato con Maria Luisa Martinez, consigliera provinciale per edilizia scolastica e patrimonio e preside dell’Istituto Oriani di Faenza fino al 2015. A tal proposito segnaliamo anche l’evento di orientamento organizzato dal Comune di Faenza rivolto agli istituti locali.

Intervista a Maria Luisa Martinez

Informazione e formazione per gli studenti delle scuole superiori in territorio ravennate

Cosa offre il nostro territorio per l’orientamento post-diploma in termini di informazione per gli studenti?

A livello provinciale esiste un progetto, il “Festival dell’Orientamento”, attivo su tre distretti: Ravenna-Russi-Cervia, Bassa Romagna e Unione della Romagna Faentina. Si tratta di un percorso di informazione per gli studenti di quarta e quinta superiore di tutte le scuole del territorio che coinvolge direttamente anche le aziende e le imprese locali. Viene sottoposto un questionario ai ragazzi per capire quali sono le loro aspettative e sulla base delle loro risposte possono far seguito anche colloqui. La risposta a quest’iniziativa è stata molto positiva sia l’anno scorso in presenza che quest’anno anche se in modalità telematica. Per quanto riguarda Faenza tra le aziende coinvolte Confartigianato, Cna, Confindustria, ma anche il mondo dell’agricoltura. Sicuramente sarà un progetto che verrà riproposto anche il prossimo anno.

E in termini di formazione invece ?

Oltre all’informazione è importante anche la formazione dei ragazzi al mondo del lavoro. Una formazione che tenga conto delle attitudini ma anche delle aspirazioni degli studenti dovrebbe avere inizio già dalle scuole elementari, ma esistono comunque anche dei corsi di formazione post-diploma sul nostro territorio. In particolare a Ravenna due ITS della durata di due anni che si appoggiano all’istituto Nullo Baldini sono l’istituto tecnico superiore per l’economia circolare attraverso una corretta e sostenibile gestione degli scarti e l’istituto tecnico superiore per la gestione dei sistemi energetici 4.0. Sempre al Nullo Baldini fa capo anche l’IFTS per la programmazione logistica sostenibile della durata di un solo anno, mentre al Callegari di Ravenna un IFTS s per l’automazione industriale. A Faenza invece si appoggia al Ballardini e all’Itis Bucci l’IFTS per la formazione del tecnico del prodotto ceramico: sviluppo, sostenibilità e design per il made in Italy a Faenza. Un istituto che cerca di coniugare ceramica e sostenibilità e che sta cercando di coinvolgere anche l’Isia. Si tratta di figure specializzate che mostrano come alcune figure lavorative siano molto cambiate negli ultimi anni.

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I ragazzi devono seguire le proprie aspirazioni: scuola e famiglia dialoghino tra loro

Nella formazione al lavoro in una società fatta di standard e di misurazione dei risultati secondo lei è più importante la competenza o la competizione?

Penso che dovrebbe essere un mix delle due cose a guidare i ragazzi. Noi non siamo mai formati a 360 gradi; finchè abbiamo curiosità cresciamo ed è certo che servano competenze ma non si è soddisfatti se si usano solo per raggiungere standard. Abilità, competenze, aspirazioni sono cose diverse tra loro. Ai ragazzi dico di seguire le proprie aspirazioni, i propri sogni: è la soddisfazione personale che ti fa arrivare a cose a volte impensabili. Fare le cose per accontentare qualcuno non dà soddisfazione ed empatia. In questo senso un ruolo fondamentale deve essere attribuito al rapporto tra scuola e famiglia. Il problema attuale è che queste due dimensioni dialogano poco tra loro. L’alunno è l’attore principale ma sul palco ci sono anche dei coprotagonisti, scuola e famiglia, che non devono rubargli la scena ma devono ugualmente essere presenti e rispondere al proprio ruolo.

Il covid ha creato un prima e un poi. Cosa e come cambierà nella scuola anche in una prospettiva post-diploma?

Il covid ha allontanato lo studente da scuola rendendo il mondo sempre più incerto. Ci sono varie prospettive ma anche molta preoccupazione. Un problema è proprio il fatto che spesso manchi nei ragazzi la conoscenza di cosa il territorio offra. Il covid deve però far riflettere e portare a ripensare la scuola. E’ venuta meno la relazione con l’altro ed è necessario rimetterla al centro della scuola. La dispersione scolastica si arresta lavorando con i ragazzi, mettendo da parte il programma e trovando stimoli e obiettivi per gli studenti, facendo affacciare al mondo del lavoro gli studenti così che possano entrare in contatto anche con input diversi.

Letizia Di Deco

Classe 1998, vivo a Faenza. Mi sono laureata in Lettere Moderne e poi in Italianistica e Scienze linguistiche all’Università di Bologna. Scrivo per il settimanale Il Piccolo di Faenza. In attesa di tornare definitivamente in classe da prof, mi piace fare domande a chi ha qualcosa di bello da raccontare su ciò che accade dentro e fuori le pareti della scuola. Ho sempre bisogno di un buon libro da leggere, di dire la mia opinione sulle cose, di un po' di tempo per una corsetta…e di un caffè

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