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Castel Bolognese e Solarolo: al via uno studio su una possibile fusione

Castel Bolognese e Solarolo: due realtà che in futuro saranno unite in un unico Comune? Ancora presto per dirlo, nel frattempo però i due consigli comunali delle due città dell’Unione della Romagna faentina hanno dato l’ok per la realizzazione di uno studio di fattibilità che valiti opportunità e criticità del progetto di fusione tra le due amministrazioni. I risultati dello studio di fattibilità saranno poi presentati ai rispettivi consigli comunali, che dovranno valutare l’eventuale attivazione del percorso di fusione tra i due enti.

Anconelli: “Bisogna guardare oltre le attuali organizzazioni”

Adeguata rappresentanza delle due comunità, suddivisione delle risorse statali, equa distribuzione dei servizi “terzi”: sono questi alcuni degli elementi che la comunità di Solarolo vuole che vengano portati alla luce attraverso questo studio di fattibilità. «Vogliamo conoscere quali meccanismi è possibile adottare concretamente – ha dichiarato il sindaco di Solarolo Fabio Anconelli – allo scopo di garantire, effettivamente, ad entrambe le comunità, nel rispetto di una loro pari dignità, gli eventuali benefici che il processo di fusione potrebbe portare attraverso uno studio che ne evidenzi anche le criticità. Chi amministra – continua il primo cittadino – deve avere la capacità di guardare oltre le attuali organizzazioni, allo scopo di valutare ogni possibilità che possa portare beneficio ai propri territori, nella consapevolezza che l’ultima parola rimane sempre ai cittadini».

Uno studio di fattibilità per valutare la fusione dei comuni

Una fusione che potrebbe portare diversi benefici dati dalle recenti normative regionali e nazionali hanno introdotto elementi che consentono, in caso di fusione fra due Comuni, di acquisire diversi benefici normativi collegati alla opportunità di ottenere fondi regionali e statali destinati a favorire lo sviluppo dei territori coinvolti. Il Consiglio comunale ha valutato che «il Comune di Solarolo ed il Comune di Castelbolognese potrebbero trarre ragionevoli vantaggi in termini di sviluppo, tanto da ritenere plausibile un’iniziativa che vada in questa direzione». Fra l’altro l’attuale processo di trasferimento delle funzioni dei due enti nell’Unione della Romagna Faentina non ostacolerà un eventuale percorso di fusione.

Jacopo Berti: “Chiediamo prima un referendum consultivo”

Critiche invece le posizioni di Jacopo Berti (Lega Nord), consigliere comunale di Faenza e coordinatore della lista Prima Castello nel comune di Castel Bolognese: «La maggioranza dice che la fusione porterà solo benefici al territorio, fondi regionali stanziati a favore dei comuni coinvolti per una decina di anni, ma questa è solo una faccia della medaglia. Una volta conclusa la fase dei finanziamenti, si passerà alla spending review, cioè il taglio dei servizi o il peggioramento degli stessi, e il tutto come sempre a discapito degli ignari cittadini».

Il coordinatore di Prima Castello prosegue criticando la poca informazione data ai cittadini sull’ipotesi fusione e chiedendo un referendum che dia a loro possibilità di esprimersi: «Al momento non siamo né favorevoli né contrari alla fusione, ma crediamo che ci sia un unico metodo per portare avanti la questione; cioè quello di dare la parola ai cittadini. Chiediamo perciò che il comune si attivi per un referendum consultivo, per capire quali sono le intenzioni dei cittadini. Una volta legittimati dal volere popolare, l’amministrazione, anzi le amministrazioni (anche quella solarolese), potranno avviare l’iter della fusione».

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