Fusione di comuni: uno sguardo sul nuovo progetto di legge in E-R

Fusione di Comuni: si concretizzerà nella nostra provincia quella tra Castel Bolognese – Solarolo? Al momento si è solo nella fase preliminare dello studio di fattibilità per valutare opportunità e criticità che darebbe questo nuovo assetto istituzionale, a cui seguirà il confronto con i cittadini la decisione delle amministrazioni comunali. Può essere utile dare uno sguardo alle nuove disposizioni approvate dalla Giunta regionale il 4 luglio scorso, misure che vogliono da una parte rafforzare il referendum obbligatorio per procedere all’aggregazione, dall’altra rendere più semplice la fusione fra i Comuni. Come si può vedere nell’infografica sotto, finora nella regione Emilia-Romagna sono nati nuovi 8 Comuni a seguito di fusione: Valsamoggia (Bo), Fiscaglia (Fe), Sissa Trecasali (Pr), Poggio Torriana (Rn), Ventasso (Re), Alto Reno Terme (BO), Polesine Zibello (PR), Montescudo-Monte Colombo (RN)

Fonte: Regione Emilia-Romagna
Fonte: Regione Emilia-Romagna

Referendum più forte nei processi di fusione

Primo aspetto del progetto di legge: il referendum rimane consultivo, così come espressamente previsto dalla Costituzione (art.133, comma 2), ma nel caso in cui i “no” alla fusione avessero la maggioranza dei voti e vincessero nella maggioranza dei Comuni, l’Assemblea regionale non può procedere con la fusione. Nel caso in cui invece vincessero i “sì” nelle percentuali totali, ma uno o più Comuni votassero contro, per continuare con la fusione ci sarà bisogno di un via libera da parte dei Consigli Comunali dei Comuni coinvolti. In questo modo si responsabilizzano gli amministratori locali, che possono fermarsi nel caso in cui la popolazione anche di un solo Comune bocci la fusione. In questo senso sono state accolte alcune maggiori garanzie che erano state richieste dai consiglieri regionali della Lega Nord e del Movimento 5 Stelle dell’E-R, che volevano si evitasse che fosse possibile fondere Comuni contro la loro volontà (episodio mai avvenuto in questa regione). Recentemente, per quanto riguarda l’avvio di uno studio di fattibilità sulla possibile fusione dei comuni di Castel Bolognese e Solarlo, proprio Lega e Movimento 5 Stelle hanno richiesto un ampio coinvolgimento dei cittadini.

Fonte: Regione Emilia-Romagna
Fonte: Regione Emilia-Romagna

Fusione di Comuni: le altre novità

Secondo aspetto della nuova legge: sono introdotti strumenti di armonizzazione fra gli strumenti urbanistici dei Comuni, che a volte possono differire oltre che nei contenuti anche nella forma perché approvati in anni differenti (presenza sia di PSC sia di più vecchi PRG…). Si rende poi possibile ridefinire i confini degli ambiti territoriali ottimali (Ato) allo svolgimento delle funzioni fondamentali dei Comuni, che sono 47 e sono stati tracciati dalla Regione nel 2012. In questo caso diviene possibile una fusione che ora è a cavallo di due Ato diversi, perché le amministrazioni comunali valutano che la delimitazione della Regione non corrisponda ad un distretto realmente integrato.

Infine è ulteriormente regolato l’Osservatorio delle fusioni, il comitato a cui partecipano gli amministratori dei Comuni istituiti tramite fusione e che fornisce alla Regione feedback in merito a possibili ostacoli incontrati durante e dopo la fusione, al fine di fornire immediate soluzioni ad hoc, e che parallelamente vuole garantire una rappresentanza alla sempre più ampia platea di Comuni fusi.

I contributi ai Comuni: più del 40% previsto

Ad aprile 2016, il fondo del Ministero dell’interno di 30 milioni di euro per i contributi 2016 ai Comuni nati da fusione ha distribuito maggiori fondi di quelli attesi dai Comuni. Gli 8 Comuni istituiti da fusione in Emilia-Romagna hanno ricevuto infatti più del 40% dei trasferimenti erariali 2010 come era previsto, poiché il tetto delle risorse disponibili a livello nazionale (30 milioni) non è stato toccato, e il Governo ha deciso di ridistribuire le eccedenze 2016 (circa 7 milioni) ai Comuni fusi. In questo modo il Comune più grande a livello nazionale, Valsamoggia (provincia di Bologna) ha toccato il tetto dei 2 milioni di euro.

La Regione ha fatto partire ad aprile una sperimentazione per progetti partecipativi curati dall’Ervet, per coinvolgere i cittadini dei Comuni interessati da fusione prima del referendum, di modo che possano farsi un’idea prima del voto. Sono state realizzati e saranno tenuti una dozzina di incontri per tre fusioni in totale (Valsanterno-BO; Valconca-RN, Mirabello-Sant’Agostino-FE).

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