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I sindacati non sottoscrivono gli accordi di cassa integrazione con il Gruppo Bucci

«Le Direzioni delle divisioni Iemca, Giuliani e Vire del gruppo Bucci Automations di Faenza, hanno respinto le richieste avanzate dai sindacati in merito a quasi tutti gli elementi che qualificano un accordo di cassa integrazione, a partire dall’inaccettabile rifiuto all’anticipo del trattamento di integrazione salariale da parte dell’azienda»: sono queste le parole utilizzate dai sindacati Cgil, Cisl e Uil nel descrivere il mancato accordo di cassa integrazione per i dipendenti dell’azienda faentina. «Sono numerosi gli accordi di cassa integrazione con causale Covid 19 che Fim, Fiom e Uilm della provincia di Ravenna hanno dovuto gestire e contrattare “a distanza” con le aziende e le relative associazioni datoriali – precisano i sindacati – Tuttavia, fino a questo momento, la normale dialettica tra sindacati e imprese non ha impedito il perfezionarsi di diversi accordi. Ci sono però delle infelici eccezioni».

Con il Decreto Cura Italia, 300 lavoratori del Gruppo Bucci sono in cassa integrazione

Nello specifico, per quanto riguarda la vicenda Bucci «significa che i circa 300 lavoratori, che a partire da lunedì 23 marzo sono collocati in cassa integrazione ai sensi del Decreto Cura Italia, dovranno attendere il pagamento da parte dell’Inps dell’indennità di cassa integrazione. L’azienda infatti non intende anticipare tale indennità alle normali scadenze di pagamento delle retribuzioni, mettendo in difficoltà numerose famiglie di lavoratori che non avranno certezza sui tempi di corresponsione del trattamento di cassa integrazione».

La discordia nasce dal fatto che, secondo i sindacati, l’azienda non ha voluto anticipare l’indennità

«Nessuno è in grado di conoscere le tempistiche dell’Inps in una situazione come questa – scrivono i sindacati – ma temiamo che siano comprensibilmente piuttosto lunghe, data l’enorme mole di lavoro che sarà chiamata a svolgere. Per questa ragione Fim, Fiom e Uilm hanno deciso di non sottoscrivere gli accordi di cassa integrazione per Covid 19 con il gruppo Bucci, non possiamo condividere e autorizzare un ulteriore peggioramento delle condizioni economiche dei lavoratori in un momento così delicato. Se le aziende metalmeccaniche del gruppo Bucci vogliono farlo, lo facciano senza l’avvallo delle organizzazioni sindacali di categoria».

«Le richieste del gruppo Bucci si giustificano in aziende con difficoltà di carattere finanziario – concludono i sindacati – Tuttavia, dalle informazioni che le tre Direzioni ci forniscono periodicamente, non abbiamo questo tipo di riscontro. Siamo, piuttosto, portati a pensare che le aziende in questione, approfittando delle novità introdotte in materia di cassa integrazione dal Decreto Cura Italia, si siano sottratte alla propria funzione sociale, mettendo in difficoltà centinaia dei propri dipendenti proprio nel momento peggiore della storia recente del Paese. I sacrifici fatti dai lavoratori in questi giorni così difficili, per poter permettere alle aziende in questione di fatturare fino all’ultimo giorno utile, si sono rivelati mal ripagati. Infatti, alla prima occasione, le divisioni Iemca, Giuliani e Vire di Bucci Automations Spa hanno dimostrato un cinismo fuori dal comune, di cui i lavoratori non potranno non tenere conto per il futuro».

Samuele Marchi

Giornalista, sono nato a Faenza e dopo la laurea in Lettere all’Università di Bologna frequento il master in 'Sviluppo creativo e gestione delle attività culturali' dell’Università di Venezia/Scuola Holden. Ho collaborato con diverse testate locali e nazionali come Veneto Economia, Alto Adige Innovazione, Cortina Ski 2021, Il Piccolo, Faenza Web Tv. Ho partecipato all'organizzazione del congresso nazionale Aiga 2015 e del Padova Innovation Day. Nel 2016 ho pubblicato il libro “Un viaggio (e ritorno) nei Canti Orfici” (Carta Bianca editore) dedicato al poeta Dino Campana. Amo i cappelletti, tifo Lazio e, come facendo un puzzle, cerco di dare un senso alle cose che mi accadono attorno.

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