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Albisola ad Argillà: una grande tradizione che si apre a nuovi orizzonti

Una lunga carrellata di stili ed epoche differenti, a testimonianza di come la ceramica faccia viaggiare non solo nello spazio ma anche nel tempo per raccontare luoghi lontani. In occasione di Argillà Italia – la mostra mercato internazionale della ceramica in svolgimento a Faenza dal 31 agosto al 2 settembre – è stata allestita al Ridotto del teatro Masini una mostra dedicata ad Albisola: 15 stili, dalla fine del Cinquecento ad oggi, capaci di raccontare la tradizione antichissima ma tuttora vitale di questo piccolo centro della Liguria. Al Ridotto sono presenti 45 pezzi provenienti dalle due Albisola (sono infatti esposte opere sia di Albissola Marina sia di Albisola Superiore). Piatti e vasi dai mille colori, anche molto diverse – dallo sfarzo rinascimentale all’arte più povera dell’Ottocento – che le manifatture e le botteghe di oggi hanno reinterpretato restando fedeli alla poetica di ogni periodo storico. Visitando la mostra è possibile delineare i 15 stili ceramici che si sono susseguiti nella storia di Albisola: dalla fine del Cinquecento al Futurismo passando attraverso il “taches noires” Liberty e molto altro. Un modo per indagare come il gusto e lo stile siano cambiati attraverso i secoli e di come la storia sia capace di “parlarci” sempre e con linguaggi differenti.

Gli stili di Albisola: la mostra al Ridotto del teatro Masini

Nicoletta Negro, vice sindaco di Albissola Marina (a sinistra) ed Enrica Noceto, curatrice della mostra.

Un territorio letteralmente plasmato dalla ceramica, quello di Albisola, tanto da stregare alcuni degli artisti più importanti del Novecento come Lucio Fontana o poeti come Salvatore Quasimodo. «L’influenza della ceramica per il borgo di Albisola si riscontra persino nell’economia e nell’urbanistica – spiega Nicoletta Negro, vice sindaco di Albissola Marina – la città è letteralmente cambiata nei secoli a seconda delle direzioni che prendeva la ceramica». In tutto, i due Comuni di Albisola arrivano a circa 15mila abitanti e sembra incredibile come questo territorio sappia essere un concentrato incredibile di storie e culture. Non è un caso che questo viaggio nella storia parta dal mare e dall’incontro con culture diverse: il primo stile in esposizione al Ridotto è quello delle ceramiche turche di Iznik (Nicea), segno di un territorio a contatto con le novità provenienti dal Mediterraneo. E si prosegue poi con lo stile Calligrafico (o Orientalizzante naturalistico). «Le opere esposte – spiega Enrica Noceto, curatrice della mostra – sono realizzate da ceramisti contemporanei, ma gli stili rappresentati sono da sempre tramandati di generazione in generazione ad Albisola, e ancora oggi vengono realizzati nelle botteghe e nelle manifatture della nostra terra». Non si tratta dunque di un’operazione folkloristica, ma del racconto di come la tradizione nel tempo sia stata tramandata in maniera naturale, di padre in figlio, cottura dopo cottura, pezzo dopo pezzo.

Un viaggio che arriva fino al Futurismo e oltre, attraverso 15 stili differenti

La ceramica ha valore oltre che per l’estetica  anche per la sua storia, per cui di ogni stile viene spiegata anche l’origine: sia essa l’influenza di popoli esterni, la ricchezza o la povertà della gente, o la contaminazione con altre arti. «In particolare nel Novecento – spiega Nicoletta Negro – Albisola ha avuto grandi fermenti culturali in particolare con il Futurismo e negli anni ’50. Si è creato un mix interessante tra l’ambiente marittimo piacevole, le fabbriche artistiche e personaggi, come Tullio Mazzotti, capace di avvicinare importanti artisti del suo tempo». Ecco allora che è possibile tastare con mano la forza e l’irruenza delle ceramiche futuriste esposte: il sogno illusorio di costruire una nuova era di progresso tecnico.

Esempio di ceramica in stile futurista di Abisola.

Tornando indietro nel tempo, «l”Antico Savona‘ è invece forse lo stile più caratteristico di Albisola» commenta Noceto, e visivamente è sicuramente d’impatto e monumentale. Uno stile molto diverso da quello che si avrà successivamente con la cosiddetta ‘ceramica povera’ dell’Ottocento. «Con l’arrivo della porcellana la situazione ad Albisola cambia – spiega la curatrice – e per riuscire a essere competitivi si sviluppa una ceramica più economica, in giallo, come la taches noir, o la ceramica povera in nero, che è comunque molto d’effetto».

Una storia affascinante ma che non vuole limitarsi a guardare nostalgicamente indietro. «Oggi le manifatture continuano a fare un lavoro importante, in particolare sul design – racconta la vice sindaco – È importante avere la capacità di evolversi, e questa mostra testimonia come Albisola abbia avuto questa capacità nel corso dei secoli». Nella mostra sono esposti anche 15 piatti in vendita – realizzati da dieci ceramisti di Albisola – che riproducono i 15 stili differenti del territorio.

Argillà: la grande intuizione di unire storie, luoghi e culture differenti

Argillà Italia FaenzaLa mostra dedicata alle due Albissola si inserisce in un mosaico più ampio, quello del festival Argillà, capace di richiamare a Faenza nella scorsa edizione oltre 95mila visitatori da tutto il mondo. «Grazie all’impulso del Comune di Faenza, Argillà sta crescendo molto non solo come manifestazione europea ma anche mondiale – afferma Nicoletta Nego – per le nostre città è importantissimo essere qui. Argillà è un crocevia potente che permette di incontrare lungo le strade tante realtà differenti». Nicoletta Negro ha fatto parte anche del comitato di selezione dei partecipanti alla mostra mercato. «Come componente di giuria è stata dura selezionare i duecento espositori, sono state tantissime le richieste di adesione alla mostra mercato. Il Comune di Faenza ha avuto la grande intuizione di mettere insieme realtà, storie, nazioni, lingue e culture differenti: penso sia questo il futuro a cui si debba guardare. Il futuro non è chiudersi nelle proprie piccole realtà, ma aprirsi e contaminarsi».

“La ceramica apre nuovi orizzonti nell’arte”

Argillà rappresenta uno spaccato non solo sulla ceramica ma anche sul gusto, su come si trasforma e come cambi il concetto di bellezza. Ma dove sta andando la ceramica del nuovo millennio? «Venire ad Argillà ti apre davvero a nuovi orizzonti. Da quello che ho visto – risponde Nicoletta Negro – nella ceramica gli orpelli stanno lasciando posto alla pulizia delle forme. C’è una direzione verso il rigore, la pulizia e la qualità, che sta diventando elemento imprescindibile di selezione. La ceramica si deve prendere un ruolo di primo piano nell’arte, e dall’altra parte mi sembra di vedere molta attenzione dell’arte al mondo contemporaneo della ceramica: oggi nei musei c’è spazio per grandi installazioni in ceramica, gli artisti sperimentano molto questo materiale. E questo è bello, perché apre nuovi orizzonti. Anche il design sta riscoprendo la ceramica, apre nuove strade per un comparto che andato un po’ in crisi negli ultimi anni. Attraverso la qualità hai la possibilità di raggiungere una certa fetta di mercato: se no non c’è possibilità di confronto con altri materiali più economici e appaganti».

Gli stili di Albisola: photogallery, alcuni dei 15 stili storici

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Nicoletta Negro: “La ceramica unisce i popoli”

Cosa cerca Nicoletta Negro nella ceramica? «Io sono architetto di formazione – risponde – anche per questo io cerco nella ceramica la funzionalità. La ceramica nasce in questo contesto: “per mangiarci dentro”, sono le ciotole dei nostri antenati in cui veniva fatto il minestrone alla genovese. La ceramica nasce popolare e a me piace ricordare l’importanza della sua origine, tenendo conto poi che ogni epoca ha la sua dignità. La mia preferenza va dove la ceramica ha comunque una sua funzione: a me mangiare in un piatto di ceramica piace e penso sia giusto rivendicare questa cosa». La ceramica è poi un crocevia di culture, come testimonia anche la mostra di Albisola. «Io credo molto in questa apertura al diverso: la ceramica può insegnarci tanto. È stata inaugurata giovedì 30 agosto la nuova Strada Europea della ceramica e penso siano strade che concretamente uniscono. La ceramica unisce, sempre».

“L’Aicc sta andando nella giusta direzione: creare una forte coesione tra la città”

Un ruolo sempre più crescente in questo contesto lo sta avendo l’Aicc, l’associazione italiana Città delle Ceramiche, di cui Albisola Marina è città socio fondatrice. «Io credo che la nuova visione che Massimo Isola (presidente Aicc, ndr) ha ereditato stia dando spinta alla coesione fra le città, realizzando più eventi possibili che mettano in circolo un’unica manifestazione comune, come per esempio Buongiorno ceramica. Si tratta di un evento che fa parlare di ceramica tutte le città e che ha una forza enorme a livello mediatico, anche a livello nazionale… con la ceramica non succede spesso. La forza di essere insieme e fare qualcosa in rete sta dando grandi risultati. Per una piccola città come Albissola Marina, l’Aicc è una grande risorsa».

A cura di Samuele Marchi

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