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A gonfie vele: tra i relatori anche Romano Prodi per discutere di Europa

A un anno di distanza dalla prima edizione torna a Faenza anche per l’inverno 2016-2017 la scuola di formazione politica e sociale “A gonfie vele”, animata da alcuni giovani cattolici e rivolta a chi vuole approfondire ed indagare il senso dell’agire politico nella società contemporanea. Ne avevamo parlato l’anno scorso con uno dei soci fondatori, Riccardo Drei. Se l’anno passato il percorso di studio e confronto si è concentrato sulla dottrina sociale della Chiesa, quest’anno il calendario degli incontri si concentra sul tema dell’Europa e delle sfide che si trova costretta ad affrontare. Oltre ai laboratori, sono previste relazioni di ospiti importanti come quelle dell’onorevole Damiano Zoffoli del 10 novembre 2016, dell’onorevole Sandro Gozi del 26 gennaio e di Romano Prodi a febbraio 2017. Abbiamo deciso di fare qualche domanda in più a due degli organizzatori, Irene Balla e Matteo Nati.

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Prima di chiedervi qualche informazione riguardo alle iniziative programmate per i prossimi mesi, vorrei avere una valutazione sulla prima edizione di “A gonfie vele”. Le aspettative di voi organizzatori sono state soddisfatte? È facile coinvolgere giovani e giovanissimi in percorsi di formazione o forse bisogna concentrarsi su “eventi spot” con minore continuità nel tempo ma di più facile successo?

Innanzi tutto vogliamo ringraziare gli oltre 80 iscritti dello scorso anno e sottolineare che le serate hanno avuto presenze medie di 50-60 giovani, ben al di sopra di ogni nostra previsione. Credo infatti che in questo periodo storico di disaffezione alla cosa pubblica, trovare così tanti giovani che abbiano voglia di formarsi, prima di impegnarsi in prima persona per il bene comune, sia cosa non di poco conto. Coinvolgere i giovani non è semplice anche perché si tratta di una proposta impegnativa e che richiede costanza. Sicuramente gli eventi spot, come quello proposto lo scorso 13 ottobre sul referendum, sono più partecipati e questo non può che farci piacere, però lo scopo principale della scuola è quello di formare uno spirito critico e per questo c’è bisogno di tempo e impegno.

a gonfie vele faenzaVenendo all’edizione 2016-2017, perché la scelta di questa tematica ed il bisogno di confrontarsi sull’azione politica nell’ambito dell’Unione Europea? Le istituzioni comunitarie – e più in generale l’idea stessa di una realtà sovranazionale europea – non riscontrano ultimamente l’entusiasmo dei cittadini, che più volte hanno bocciato la condotta delle élite europee con il loro voto. Perché quindi affrontare questo tema e con quali obiettivi?

Parlare d’Europa è ormai indispensabile: il sistema politico italiano deve interfacciarsi ogni giorno con l’Unione Europea e le sue direttive. Inoltre viviamo un periodo in cui le fondamenta dell’Unione sembrano sempre più in bilico, come il recente esito sul referendum britannico ci ha dimostrato. Inoltre, proprio quella consultazione ha messo in luce che i giovani sono assenti e distaccati dalle vicende politiche più importanti. È giusto quindi avere strumenti per confrontarsi con questa realtà, per sentirsi ed agire non solo da cittadini italiani ma anche da cittadini europei.

Nel manifesto di presentazione vengono fatte affermazioni importanti: parlare di Europa significa tirare in ballo la finanziarizzazione dell’economia e il conseguente impatto devastante della crisi economica giunta dall’America; di immigrazione e richiedenti asilo, che minano la coesione europea portando ad una divisione Est-Ovest; ma anche di diritti fondamentali, in primis quelli sociali, messi sotto stress da anni di politiche di austerità. Quanti e quali argomenti cercherete di coprire durante i prossimi mesi?

Inizieremo con la Prolusione, il prossimo giovedì 27 ottobre, in cui cercheremo di capire se e come può esserci una maggior coinvolgimento dei cittadini europei nei confronti dell’Unione. Abbiamo deciso di iniziare con un laboratorio, per interrogarci su come vediamo l’Europa e il nostro ruolo di giovani europei. Avremo poi un momento di riflessione sull’impegno come cattolici in Europa, e quindi parleremo di crisi finanziaria e democratica, dei diritti e doveri in Europa, di come riformare le istituzioni continentali e infine capire quali sono i problemi e le prospettive dell’Unione.

La vostra scuola politica propone un approccio che alterna lezioni frontali da parte di esperti (quest’anno avremo a Faenza l’europarlamentare europeo Damiano Zoffoli, i docenti della Libera università salesiana Massimo Crosti ed Andrea Farina, il sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi e l’ex presidente della Commissione ed ex presidente del Consiglio dei Ministri Romano Prodi) a laboratori di approfondimento. Che caratteristiche avranno quest’anno questi due tipi di incontri?

Le relazioni saranno un’importante occasione per carpire informazioni da questi grandi esperti, coinvolti in prima persona nel tema politico europeo. Gli interventi dureranno circa un’ora e avremo la possibilità di confrontarci attraverso domande. Per stimolare il ragionamento proponiamo delle serate di laboratorio che serviranno per dibattere tra noi iscritti le questioni esposte dai relatori. Infine, per concludere il percorso abbiamo deciso di organizzare un week end (11-12 marzo) per concentrarci sull’aspetto della fede e della missione come cattolici in politica.

Qual è l’equipe che ha curato l’organizzazione dell’evento? Che tipo di riscontro vi aspettate per la vostra proposta di quest’anno?

L’equipe è formata da giovani, impegnati in vari modi nel mondo cattolico e che hanno accolto la proposta del Vescovo di fondare una scuola di formazione sociale e politica. Ci aspettiamo di confermare gli iscritti dello scorso anno e di accoglierne di nuovi, vista anche la grande partecipazione di giovani al dibattito sul referendum.

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