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Faenza: a scuola anche con la neve, e gli studenti diventano haters

E’ vero, è arrivato Burian ed è arrivato come è stato descritto: con freddo pungente, neve abbondante e, sicuramente, causando disagi alla nostra vita quotidiana. Inevitabilmente, il disagio richiama polemica nei confronti di un disservizio più o meno percepito da una parte di cittadini.

Fin qui, ancora tutto lecito.

Veniamo ai fatti di lunedì 26 febbraio, ore 21.30.

Il sindaco di Faenza, Giovanni Malpezzi, comunica a mezzo social la decisione di non chiudere le scuole a seguito di un impegno crescente per risolvere la situazione e permettere lo svolgimento delle lezioni nel giorno seguento (ndr, martedì 27 febbraio). Nelle stesse righe, siamo informati dell’attivazione del Piano Neve –qui il link per conoscerne il contenuto-.

Come ci aspettiamo avvenga, i commenti sul post iniziano ad affiorare, chi condividendo la scelta, chi criticandola e facendo notare il rischio di strade ghiacciate per chi vive in collina – ma non solo- e quindi, più in generale un pericolo nell’uscire di casa con mezzi propri o pubblici.

Fin qui, ancora tutto lecito.

Passano ancora alcuni minuti e assistiamo stupiti alla violenza verbale di cui i social network sanno rendersi protagonisti. I commenti, principalmente degli stessi studenti faentini, si trasformano dalla critica all’offesa giungendo fino a limiti scabrosi quali la bestemmia pubblica e l’augurio di ogni sorta di male verso il primo cittadino.

Il post del sindaco di Faenza, Giovanni Malpezzi, seguito da alcuni commenti.

La maggior parte sono i nostri ragazzi. Pazzesco.

Cosa ci è successo? Esiste un motivo lecito che possa portare un/a ragazzino/a di 14-18 anni ad uno sfogo così incontrollato, gratuito e immorale? Non si tratta più di difendere o criticare una scelta dell’amministrazione, ma di salvaguardare un comportamento civile.

Dobbiamo riprendere in mano le redini di questa città, della nostra Faenza, degli studenti faentini, senza alibi e senza il concorso di colpe – i politici, la società, il futuro…. -Questi sono i giovani di Faenza del 2018, non tutti, certo, ma una parte considerevole e dobbiamo, con serenità, accettarlo e combatterlo.

Allora un invito a tutti gli insegnanti ed educatori che leggono questo articolo.

I prossimi giorni, quando tutto sarà finito, investite un’ora delle vostre lezioni e mostrate ai vostri ragazzi quei commenti sui social. Chiediamogli cosa li fa arrabbiare così tanto, cosa non li fa fermare e riflettere un minuto in più. Questo è un appello al buonsenso, che stasera, sotto questo manto bianco che rende tutto ovattata la nostra città, ci sentiamo di farvi.

+++AGGIORNAMENTO+++

Con un secondo post sulla pagina Facebook il Sindaco Giovanni Malpezzi ha criticato il comportamento nei commenti e ha invitato gli autori dei post offensivi e, nel caso di minorenni, i loro genitori ad un incontro chiarificatore in Comune. Qui lo screenshot del messaggio.

Il nuovo post del Sindaco Malpezzi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto di Ilaria Visani

 

 

One thought on “Faenza: a scuola anche con la neve, e gli studenti diventano haters

  • 28 Febbraio 2018 in 11:59
    Permalink

    Non sono gli studenti che ho conosciuto io.
    Il 12 gennaio, invitato dalla scuola, ho discusso, intervistato dagli studenti del liceo classico Torricelli-Ballardini, sul mio libro recentemente pubblicato IL CAMPANILE DEVE CADERE, imperniato su un fatto storico accaduto a Budrio durante l’ultima settimana del secondo conflitto mondiale.
    Ho trovato gli studenti sensibili ai temi della assurdità della guerra, alle problematiche di un dopoguerra italiano carico di odi e di tensioni, alla volontà di approfondire anche documenti locali che possono aiutare a migliorare la ricerca storica (il libro è un romanzo che pone l’accento su una diversa versione circa la caduta del campanile della chiesa di San Lorenzo di Budrio eseguita dai tedeschi per effettuare una strage di 200 persone rifugiate in canonica).
    A questo punto mi sorge una domanda: perché parlare soltanto dei fenomeni deprecabili dei giovani e degli studenti (quelle frasi sono un concentrato di arroganza e maleducazione) e non mettere in risalto anche i pregi, gli interessi e le iniziative in cui i giovani sono coinvolti.
    Proprio la cultura, lo stimolo agli interessi e la ricerca sono gli antidoti al pressapochismo, alla negligenza, alla prepotenza.

    Risposta

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