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Tanti giovani all’incontro “Europa per tutti”

La presenza dell’Europa nella vita quotidiana delle persone, l’aumento della forbice dei redditi tra ricchi e poveri, i fenomeni migratori: sono stati questi alcuni dei temi su cui si sono confrontati sei rappresentati delle forze politiche durante l’incontro del 25 febbraio scorso “Europa per tutti” organizzato dalla sezione faentina della Gioventù federalista europea a Faventia Sales. Un appuntamento che, in vista delle elezioni politiche del 4 marzo, voleva offrire l’opportunità ai cittadini di approfondire meglio la posizione delle forze politiche sui temi di ambito europeo. Hanno partecipato all’incontro Antonio Bandini (Liberi e Uguali), Adriana Castellano (+Europa), Samantha Gardin (Lega Nord), Lorenzo Ghetti (Potere al Popolo), Francesca Savelli (Movimento 5 Stelle), Damiano Zoffoli (Partito Democratico).

In 250 hanno partecipato al dibatto organizzato dai Giovani federalisti europei

Un evento organizzato da giovani per i giovani: al dibattito hanno partecipato circa 250 persone, di cui moltissimi ragazzi e ragazze interessati a capire quale sarà il ruolo dell’Italia in Europa dopo il 4 marzo e quali misure verranno adottate per perfezionare la struttura dell’Unione Europea. «La risposta della cittadinanza c’è stata ed è stata molto positiva – afferma il presidente della sezione faentina dei Giovani federalisti europei (Gfe), Nicola Oriani – e siamo stati molto contenti della partecipazione dei giovani e di come si è sviluppato il dibattito, anche se in futuro cercheremo soluzioni per snellire il format». Secondo la Gfe l’Europa non deve essere una tematica marginale di queste elezioni politiche, anzi. «Crediamo che l’Unione Europa costituisca un punto di partenza per il dibattito politico per due ragioni – afferma Francesco Casalini, segretario dei Gfe – il primo è che l’Italia è uno dei Paesi fondatori dell’Ue. Inoltre oggi gran parte della legislazione italiana è frutto di quanto deciso in ambito europeo e chi è al governo dello Stato non può sottrarsi al dibattito europeo. In conclusione non pensiamo che l’Ue sia perfetta, ma crediamo sia perfettibile».

A confronto gli esponenti di 6 forze politiche

Il dibattito – moderato dal professor Alberto Emiliani – ha visto ognuno dei relatori avere circa due minuti di tempo per rispondere alle diverse domande (alcune concordate e altre provenienti dal pubblico). In generale, emerge la necessità di un’Europa più democratica, più coesa (anche a livello fiscale e militare) e capace di garantire i diritti fondamentali dei cittadini.

L’Europa nel quotidiano delle nostre vite, in particolare con riferimento agli obiettivi Strategia Europa 2020: questo il tema della prima domanda posta dai Giovani federalisti europei. La Strategia Europa 2020 ha indicato cinque target da raggiungere entro quella data da ognuno degli stati membri – col sostegno di bandi e finanziamenti europei – sulla base di tre linee guida: una crescita intelligente, sostenibile, inclusiva.

«Per quel che riguarda i fondi europei – ha spiegato Damiano Zoffoli -, questi vengono programmati ogni sette anni, per un totale di circa mille miliardi messi a disposizione: sembrano tanti ma sono solo l’1% di quello che si produce in Europa e dunque stiamo parlando ancora di poco. L’Europa deve scegliere una crescita che sia però intelligente, sostenibile, inclusiva e più rispettosa delle persone e dell’ambiente». Per quanto riguarda il futuro, Zoffoli ribadisce che «se non rimaniamo uniti rischiamo di diventare un museo del mondo. Dobbiamo inoltre valorizzare le diversità dei popoli europei».
«Dobbiamo smettere di additare l’Europa di essere colpevole di tutti i mali – spiega Antonio Bandini – dobbiamo invece mettere in primo piano i decenni di pace che ha garantito e i suoi valori di riferimento. Manca ancora però una vera identità europea, e per questo devono aumentare gli strumenti di partecipazione». Per il futuro e per ridurre le disuguaglianze Bandini pensa che «sicuramente non si possono contrastare con blocchi alla spesa pubblica, ma abolendo per esempio il fiscal compact». «L’Ue deve rimettere al centro i cittadini – commenta Fracesca Savelli – dicendo basta alle politiche imposte dall’alto e aumentando democrazia diretta. Ci vuole più trasparenza. Il Parlamento europeo per il Movimento 5 Stelle è ancora troppo marginale al vero potere decisionale». Per ridurre le disuguaglianze, Savelli propone i tagli ai privilegi e investendo maggiormente nel sociale. «Io sono cresciuta con un’idea dell’Unione Europea come fonte di coesione – spiega Samantha Gardin – ma manca ancora il giusto livello di democraticità. Purtroppo in Italia non riusciamo a utilizzare i fondi europei e questo aspetto deve essere assolutamente corretto». Gardin ha ribadito poi l’importanza di una maggior competenza da parte delle pubbliche amministrazioni per il reperimento di fondi europei e la necessità di aumentare i fondi per la coesione sociale. «Non mi meraviglio del poco senso di appartenenza verso un’Europa che è molto astrazione – spiega Lorenzo Ghetti – Si assiste oggi all’avanzata di movimenti populisti e questa avanzata sarà sempre più ampia se non cambiano regole. Al centro ci deve essere il servizio pubblico fornito ai cittadini europei». Per quanto riguarda le disuguaglianze, per Ghetti «questa forbice tra ricchi e poveri in Europa si è sviluppato dal neoliberismo che è andato a colpire le classi popolari» e propone di rompere il trattato di Maastricht. «C’è molta pubblicità contro l’Europa in questa campagna elettorale , e non può essere questo il nostro futuro – commenta Adriana Castellano – +Europa propone un percorso per l’elezione del presidente della Commissione europea a suffragio universale. Questo per renderlo politico e liberato dal controllo della burocrazia e garantire i processi decisionali pubblici». Per il futuro propone di puntare molto sui giovani e sulla redistribuzione della ricchezza.

Esercito comune europeo e fenomeni migratori

Per quanto riguarda l’ipotesi di un esercito comune europeo, la proposta trova favorevoli tutti i rappresentanti – pur con le diverse sfumature – eccezion per la rappresentante dei Cinque Stelle che non ha voluto rispondere rimandando alla lettura del programma ufficiale del Movimento presente sul web. Il tema dell’emigrazione è stato trattato partendo dal cosiddetto ‘piano Marshall per l’Africa’ in grado da garantire un maggior sviluppo del continente (cercando così di stemperare i flussi migratori), a patto – e su questo le forze politiche sono state tutte d’accordo – di avere garanzia su “dove arrivino i fondi” garantendo trasparenza.

Pur nella difficoltà di sviluppare in maniera approfondita le domande (molte volte si è sentito ripetere ‘sono d’accordo con quanto detto in precedenza’, cosa più unica che rara nel dibattito politico), serate come questa hanno dato la possibilità almeno di assistere a un confronto serio, argomentato, che ha provato a spiegare ai cittadini perché è importante parlare di Europa senza slogan provocatori o altre sceneggiate folkloriste a cui purtroppo ci stiamo abituando nel dibattito politico. Il 4 marzo non dimentichiamocelo.

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