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Romagna faentina: in arrivo un Osservatorio della legalità contro infiltrazioni mafiose

Nuovi strumenti informatici, raccolta di dati incrociati, formazione del personale: sono in arrivo 25mila euro per implementare la dotazione di nuovi strumenti per migliorare la prevenzione e il contrasto dei fenomeni criminosi e rafforzare la cultura della legalità. Questi gli obiettivi principali di un progetto messo a punto dall‘Unione della Romagna faentina e co-finanziato tramite un accordo di programma dalla Regione Emilia-Romagna, sulla base del recente Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili (Legge Regionale n.18/2016). Il progetto si svolgerà da ottobre a dicembre 2017.

Unione della Romagna faentina: progetto finanziato da 25mila euro

Duplici le finalità: da un lato – sulla base dell’esperienza già realizzata in altri territori, fra i quali l’Unione Terre d’Argine nel distretto di Carpi – quella di creare un “cruscotto” della legalità che permetta, anche attraverso opportuni strumenti informatici, una lettura incrociata dei dati che provengono dal territorio per migliorare la conoscenza sui fenomeni criminosi e aumentare le possibilità di una loro individuazione. Mettere in rete i dati che provengono dal corpo unico della Polizia Municipale, dai Carabinieri, dalla Guardia di Finanza e dalle altre articolazioni statali consentirà di avere maggiore conoscenza relativamente alle condotte illecite presenti sul territorio, in un’ottica di collaborazione fra corpi che sta già dando buoni frutti nella prevenzione dei furti d’auto e nelle rapine in abitazioni private. Dall’altro la promozione della legalità in tutte le sue forme, a partire da quella informativa ed educativa, coinvolgendo anche i più piccoli.

Le infiltrazioni mafiose in Emilia-Romagna

L’idea progettuale muove dalla constatazione – come dimostrato anche dall’inchiesta “Aemilia” condotta dall’Arma dei carabinieri nel modenese e nel reggiano a seguito dei lavori di ricostruzione post terremoto – che le infiltrazioni di origini mafiose sono un fenomeno ormai radicato anche nelle nostre zone, specie nei momenti di crisi , quando il riciclaggio di denaro sporco e lo sfruttamento delle difficoltà economiche delle imprese oneste diventano due grandi opportunità per la criminalità organizzata. Ciò comporta per le pubbliche amministrazioni non solo la necessità di prassi in tema di appalti, di acquisti e gare che non lascino alcuno spazio a possibili infiltrazioni illegali, ma anche di acquisire sofisticati strumenti di analisi e monitoraggio del territorio per poter incrociare dati di natura diversa (anagrafe, catasto edilizio, titoli edilizi rilasciati, licenze commerciali, banche dati Imu, dati dell’Agenzia delle Entrate come dichiarazioni fiscali e locazioni) e arrivare ad individuare caratteristiche anomale e sospette.

In progetto il Sentiero della legalità a Castel Bolognese

Significa, in altre parole, creare un Sistema informativo territoriale dell’Unione capace di valorizzare e massimizzare i notevoli investimenti realizzati dall’Unione in questi anni in termini di dotazioni tecnologiche e competenze del personale, per prevenire l’infiltrazione mafiosa e tutelare il tessuto economico locale, che resti sano e aperto ad una leale concorrenza. Obiettivi ambiziosi difficilmente realizzabili se non inseriti in un tessuto produttivo e sociale sempre più consapevole. Ad oggi non esistono ricerche sulla reale percezione dei cittadini sul tema delle infiltrazioni mafiose nel nostro territorio. Il progetto intende perciò stimolare una maggiore partecipazione e coinvolgimento della popolazione su questi temi tramite azioni pilota, partendo in primi luogo dalle associazioni di volontariato e dai rappresentanti delle categorie produttive. Tra i progetti da definire e realizzare il “Sentiero della legalità”, la realizzazione di un luogo simbolico di memoria e di educazione inserito nel verde del Parco fluviale di Castel Bolognese.

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