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Ritrovato il dipinto del XIII sec. rubato dalla Pinacoteca di Faenza

Il dipinto rubato dalla Pinacoteca di Faenza torna a casa. La “Crocifissione e discesa al Limbo” del XIII sec .– dipinto rubato tra il 24 e il 25 febbraio 2018, è stato ritrovato dai Carabinieri dei beni culturali. Una maxi operazione che ha portato al ritrovamento anche dello splendido Sant’Ambrogio trecentesco rubato il 10 marzo dalla Pinacoteca di Bologna in pieno orario di apertura del museo. Nell’operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Bologna, sono stati recuperati anche altri due dipinti scomparsi: il già citato “Crocifissione e discesa al Limbo”, prelevato con lo stesso modus operandi adottato nel furto bolognese, e il “Ritratto di donna”, della metà del XVII sec., rubato a metà marzo dal Museo Civico San Domenico di Imola.

Le tre opere dal valore di 600mila euro recuperate a Bologna

Un recupero «importante che conferma l’eccellenza del sistema Italia e del nucleo dei carabinieri per la tutela del patrimonio culturale nel contrasto al traffico illecito di opere d’arte», commenta all’Ansa il ministro della cultura Dario Franceschini. Le tre opere, riconsegnate venerdì 4 maggio ai rispettivi musei, del valore stimato di almeno 600mila euro, sono state ritrovate dagli ufficiali nell’abitazione del bolognese, avvolte in panni e nascoste in un armadio. L’uomo, bolognese di una cinquantina d’anni, è stato denunciato per furto aggravato.

Le congratulazioni ai Carabinieri da parte del sindaco Malpezzi

A seguito del recupero, anche il sindaco di Faenza, Giovanni Malpezzi ha espresso, tramite il suo profilo Facebook «massima gratitudine all’Arma dei Carabinieri, in particolare al Nucleo Tutela Patrimonio Culturale e alla Compagnia di Faenza, per la grandissima professionalità ancora una volta dimostrata»

«Ogni opera d’arte – prosegue il primo cittadino – contribuisce a comporre il patrimonio identitario di una comunità. Il recupero della “Crocifissione e discesa al Limbo” sana perciò una ferita inflitta a tutta la città di Faenza. Insieme ai Carabinieri ringrazio la Procura di Bologna, tra cui il sostituto procuratore Roberto Ceroni, faentino, che ha seguito in prima persona le indagini, e la Procura di Ravenna. E’ stata un’operazione perfettamente coordinata che ha beneficiato certamente delle nuove tecnologie ma soprattutto dell’esperienza e delle capacità investigative dei singoli. A dimostrazione che lo Stato, nel suo insieme, può contare a vari livelli su grandi eccellenze».

(Fonte: Ansa)

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