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Giovani consiglieri, Riccardo Cappelli: “Per l’agricoltura serve rivedere il Pug e nuovi bacini d’acqua”

In tanti erano candidati (40) e in cinque sono stati eletti: le elezioni amministrative di Faenza hanno consegnato al rinnovato consiglio comunale cinque giovani Under 30. Tra questi, Riccardo Cappelli, 27 anni.

Intervista a Riccardo Cappelli

Come è nata la passione per la politica attiva e cosa ti ha convinto a candidarti consigliere comunale?

Il mio interesse per la politica e, più in generale, per l’impegno verso la “cosa pubblica”, nasce sicuramente dalla partecipazione a percorsi di formazione e di volontariato (Ac, diocesi, sport, ecc.) dove ho sempre cercato di mettermi a servizio, provando a migliorare le situazioni in cui mi trovavo a operare. Decisiva poi è stata la nascita, nel 2018, dell’associazione “Faenza 4020”. Insieme a tanti amici, abbiamo dato vita a un “laboratorio” in cui, sfruttando le nostre competenze lavorative e ascoltando vari esperti nei loro settori, abbiamo iniziato a ragionare su Faenza. Ci siamo concentrati su alcune tematiche (welfare, sviluppo economico e mobilità), mettendo a fuoco problemi e potenzialità del territorio, e, di seguito, cercando nuove idee concrete e sostenibili per la città.

Qual è l’episodio più bello, a livello personale, che hai vissuto in questa campagna elettorale?

Un vero e proprio episodio non c’è. Sicuramente ricorderò con piacere il sostegno che ho, e che abbiamo ricevuto, come lista, una volta che abbiamo deciso di scendere in campo. E’ bello e incoraggiante vedere come un progetto, per il quale ci si è spesi tanto, venga poi condiviso con entusiasmo da tanti amici e conoscenti (e non solo). Per noi è stata una vera e propria onda emotiva. Di settimana in settimana aumentavano le cose da fare ma anche la voglia di fare una bella campagna elettorale, che fosse di ascolto dei territori e che potesse fare sintesi di tutte le proposte di cui Faenza ha bisogno!

Secondo te in cosa, concretamente, Faenza deve puntare per fare questo salto di qualità?

Sono vari i punti che, a mio parere, sono imprescindibili per riuscire a dare un salto di qualità alla città. Sono necessari un attenzione forte alla sostenibilità e all’ambiente, nuovi investimenti per attrarre imprese e nuova occupazione sul territorio, la creazione di opere strutturali per semplificare la mobilità, ecc. Ma se vogliamo davvero guardare avanti, sicuramente, è la scuola il settore verso cui bisognerà destinare le risorse e le energie migliori. Questa infatti è sia “palestra di inclusione” per le nuove generazioni, sia luogo di grande valore formativo ed educativo, in cui si forgiano i protagonisti e le generazioni della Faenza futura. Collegato a questo, sempre in ottica futura, è necessario far convergere il sistema educativo con il mondo del lavoro. Si deve facilitare la capacità del sistema scuola di mettersi in rete anche con il mondo della formazione, della riqualificazione e di percorsi professionali.

Spesso la parola “giovane”, in particolare in politica, viene utilizzata in un’accezione esclusivamente positiva. A prescindere dalla persona, si ritiene che una persona giovane non possa che fare bene all’interno del consiglio comunale; cosa pensi al riguardo? Cosa portano di diverso i giovani in politica?

Sono davvero contento nel vedere come, negli ultimi anni, in città ci sia stato un nuovo fermento di attività ed incontri di approfondimento politico e culturale e come questi momenti siano stati ampiamente partecipati dalla fasce giovanili faentine. Varie associazioni hanno proposto incontri e dibattiti di livello e questo è il terreno migliore in cui può nascere interesse per la politica e l’idea di un eventuale impegno. Questo andamento poi l’ho visto confermato con le candidature e le elezioni dei nuovi consiglieri comunali: sono tanti i giovani che sono stati eletti! Penso che questo sia un bel segnale per la città e per il futuro di Faenza! E’ importante e non banale quando si riesce a dare spazio di manovra anche alle generazioni più giovani! Il ricambio generazionale e la partecipazione giovanile, in Italia, rappresentano una scommessa. I giovani possono portare nuove idee e nuovi punti di vista su una società in continua evoluzione. Siamo una generazione genuina e “carica”, con tanta voglia di rimboccarsi le maniche ed iniziare a fare. Allo stesso tempo, però l’entusiasmo non basta, serve anche competenza ed esperienza per affrontare i problemi, per questo motivo dovremo essere sempre disposti ad imparare e a continuare a studiare!

Il mondo agricolo, causa anche cambiamenti climatici, da diversi anni è in grave difficoltà. In che modo Amministrazione e Regione possono sostenere, nel lungo termine, questo settore e i piccoli produttori? In cosa dovrebbero essere investiti gli eventuali fondi del Recovery Fund?

Credo che sia necessario rivedere il Pug (piano urbano generale) e quindi gli strumenti di pianificazione del territorio, per dare più attenzione alle esigenze del mondo agricolo e semplificare, ad esempio, l’espansione dell’edificabilità aziendale o l’installazione di capannoni e ricoveri per attrezzi. Oltre a ciò, si dovrebbe investire in un grande opera di realizzazione di bacini di raccolta dell’acqua piovana. Le precipitazioni che cadono sul nostro territorio sono sempre intensissime e di breve durata: in questo modo il terreno fatica a trattenere tutta questa quantità d’acqua caduta in poco tempo e così facendo, se ne perde tanta che va diretta al mare. Aumentare la capacità di trattenere più acqua possibile, sarebbe fondamentale anche per affrontare meglio i periodi di siccità (purtroppo sempre più frequenti).

Fra cinque anni come ti immagini Faenza al termine del tuo percorso in consiglio comunale?

Mi immagino una Faenza con qualche miglioria in più (a livello di infrastrutture e sinergie con interlocutori pubblici e privati) che le permettano di essere ancora più protagonista in Emilia-Romagna. Mi immagino una Faenza sempre più in rete e in relazione con l’Europa e con il mondo, grazie alle sue eccellenze artigianali, artistiche e aziendali. Per quanto mi riguarda spero di essere soddisfatto di quello che avremo fatto come amministrazione comunale, di aver acquisito più consapevolezza di quelle che sono le criticità e punti di forza della città, e spero di poter dire di aver fatto una bella esperienza di servizio che mi abbia portato a crescere anche personalmente.

Samuele Marchi

Giornalista, sono nato a Faenza e dopo la laurea in Lettere all’Università di Bologna frequento il master in 'Sviluppo creativo e gestione delle attività culturali' dell’Università di Venezia/Scuola Holden. Ho collaborato con diverse testate locali e nazionali come Veneto Economia, Alto Adige Innovazione, Cortina Ski 2021, Il Piccolo, Faenza Web Tv. Ho partecipato all'organizzazione del congresso nazionale Aiga 2015 e del Padova Innovation Day. Nel 2016 ho pubblicato il libro “Un viaggio (e ritorno) nei Canti Orfici” (Carta Bianca editore) dedicato al poeta Dino Campana. Amo i cappelletti, tifo Lazio e, come facendo un puzzle, cerco di dare un senso alle cose che mi accadono attorno.

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