Il caso Pantani: arriva nelle sale il film ‘made in Faenza’ sugli ultimi anni del ‘Pirata’

Cinque anni di ricerca e indagini, partiti nel 2014, per raccontare, sul grande schermo, gli ultimi anni di vita del ‘Pirata’ Marco Pantani: dal controllo antidoping del Giro d’Italia del ’99 fino al tragico 14 febbraio 2004: il racconto di un ragazzo innamorato della vita, tenace e determinato nella ricerca di una rivincita verso il mondo del ciclismo. Sarà da stasera, lunedì 12 ottobre 2020, in oltre 300 sale cinematografiche italiane il film “Il caso Pantani”, un lungometraggio strettamente legato a Faenza, tanto nelle persone (in particolare il regista Domenico Ciolfi e l’attrice Monica Camporesi) quanto nei luoghi (con oltre la metà della pellicola girata proprio nella città manfreda) e nella produzione (Mr. Arkadin film, con sede.a Faenza).

Un film che vuole rimettere in luce la vicenda sportiva e umana di Pantani

Ancora oggi, a 14 anni dalla sua tragica scomparsa, Pantani resta uno dei campioni sportivi italiani più amati e popolari. La sua travagliata vicenda personale, giudiziaria e sportiva lascia tuttora ombre e perplessità che il film vuole riportare alla luce, a partire da quel fatidico controllo antidoping del 5 giugno 1999 a Madonna di Campiglio che segnò uno spartiacque nella sua vita. Il caso Pantani si presenta così come un noir contemporaneo, un thriller e un film d’inchiesta. «Quella che viene descritta nel film è una storia molto diversa da quella che è stata presentata dai media e dalla vulgata tradizionale – commenta il regista Ciolfi – attraverso le ricerche che abbiamo condotto, il film presenta tanti elementi nuovi per raccontare gli ultimi anni di vita di Pantani e rendere giustizia alla verità dei fatti». «Insieme a Domenico Ciolfi – aggiunge Monica Camporesi – abbiamo incontrato tantissime persone che hanno conosciuto Pantani, girando tutta Italia. All’inizio c’era molta difficoltà, le persone infatti non volevano parlarne, c’era quasi paura. Poi, poco a poco, siamo comunque andati avanti e tutto si è instradato, e in questi cinque anni abbiamo conosciuto tantissime persone che ci hanno permesso di conoscere le tante sfaccettature della vicenda Pantani e dell’uomo».

Monica Camporesi nel duplice ruolo delle amanti di Pantani

La faentina Monica Camporesi si cimenta nel duplice ruolo della fidanzata storica di Pantani, Cristina Joennson, e dell’escort che il ciclista frequentò proprio dopo essersi lasciato. «Si tratta di una scelta effettivamente insolita per un film, ma molto utilizzata invece a teatro – commenta l’attrice – abbiamo optato per questa soluzione anche perché Pantani in questa seconda ragazza che frequentava a pagamento ricercava in tutto e per tutto Cristina, quasi come un’ossessione». Lo stesso ruolo di Pantani è affidato a tre attori differenti per rappresentare tre fasi della sua vita molto distinte: il campione (Brenno Placido), l’uomo che dopo Madonna di Campiglio cerca di rimettersi in pista (Marco Palvetti) e infine Fabrizio Rongione, chiamato a testimoniare l’ultima settimana di vita di Pantani. Nel cast figurano anche altri attori noti come Francesco Pannofino. 

Le location del film a Faenza

Un’antica villa situata nei pressi dell’hotel Cavallino di Faenza si trasforma così nella villa di Pantani, un appartamento in via xx Settembre diventa l’abitazione della fidanzata Cristina e tante location della campagna attorno a Faenza fanno da sfondo ai tentativi di Pantani di prendersi una rivincita umana prima ancora che sportiva. Il film – finanziato anche dalla Regione Emilia-Romanga – diventa dunque l’occasione per promuovere, nel territorio romagnolo, il cicloturismo e i suoi paesaggi. «Anche gli attori non protagonisti sono tutti romagnoli – conclude il regista – e ringraziamo l’Amministrazione faentina per tutto il supporto che ci ha dato. In questo periodo non era poi scontato che un film del genere fosse distribuito in oltre 300 sale italiane, ed è un bel segnale che lanciamo al mondo del cinema».

Samuele Marchi

Giornalista, sono nato a Faenza e dopo la laurea in Lettere all’Università di Bologna frequento il master in 'Sviluppo creativo e gestione delle attività culturali' dell’Università di Venezia/Scuola Holden. Ho collaborato con diverse testate locali e nazionali come Veneto Economia, Alto Adige Innovazione, Cortina Ski 2021, Il Piccolo, Faenza Web Tv. Ho partecipato all'organizzazione del congresso nazionale Aiga 2015 e del Padova Innovation Day. Nel 2016 ho pubblicato il libro “Un viaggio (e ritorno) nei Canti Orfici” (Carta Bianca editore) dedicato al poeta Dino Campana. Amo i cappelletti, tifo Lazio e, come facendo un puzzle, cerco di dare un senso alle cose che mi accadono attorno.

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