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Raggisolaris e coach Regazzi: dopo 7 anni le due strade si dividono

I Raggisolaris Faenza cambiano guida tecnica dopo sette stagioni: Marco Regazzi non sarà infatti l’allenatore della Rekico Faenza nel campionato di serie B 2018/19. La società ringrazia Regazzi per il grande lavoro svolto in questi anni e per i successi conquistati sul campo, che hanno permesso ai Raggisolaris di scalare i campionati, passando dalla Promozione fino ai play off di serie B in soli sette anni, un ruolino di marcia da record che ha permesso a Faenza di costruirsi un ruolo importante nella pallacanestro italiana.

Tanti successi: Marco Regazzi partì con i Raggisolaris dalla Promozione

Arrivato sulla panchina manfreda nell’estate del 2011, il coach imolese ha vinto in successione il campionato di Promozione, quello di Serie D e ha raggiunto due finali play off in C Silver, permettendo al club di entrare da testa di serie numero 1 nella C Gold dell’Emilia-Romagna, nata nella stagione 2014/15. Ennesimo campionato vinto in una annata da incorniciare dove spicca anche la partecipazione alla Final Eight di Coppa Italia. Nelle tre stagioni in B, Regazzi ha portato i Raggisolaris alla salvezza diretta da neopromossa e a due quinti posti consecutivi con il raggiungimento dei play off. Ora le strade dell’allenatore e dei Raggisolaris si dividono. Regazzi resterà per sempre uno degli artefici della grande crescita della società, che l’ha portata ad essere un esempio in tutto il panorama italiano.

Il presidente Filippo Raggi: “Necessario cambiare”

«La decisione è stata presa durante la riunione di martedì 8 maggio – spiega il presidente Filippo Raggi – e abbiamo voluto concludere il rapporto con tempestività e anticipo. Abbiamo ritenuto la necessità di dare nuovi stimoli alla piazza e all’ambiente, rimuovendo i possibili sedimenti di giudizi e pregiudizi, mai definitivamente risolti anche dopo tanti successi. Come società vogliamo essere valutata e criticata per un nuovo operato senza paura di sbagliare, ma con l’obiettivo di continuare a crescere. Inoltre vogliamo valorizzare, e se possibile migliorare, la nuova collegialità dei nuovi membri del board e rendere ancora più forte la sinergia tra l’attività del settore giovanile e la prima squadra. Per ultima ragione c’è la voglia di sorprendermi, perché di questo ciclo bellissimo credo di conoscere in anticipo ora le conclusioni. Marco rimarrà un amico e un serio professionista a cui non posso non augurare il meglio. Mi mancheranno personalmente moltissimo lui e la sua famiglia, ma ora sono felice per entrambi per le nuove opportunità con cui ci misureremo. In certi momenti si sente la necessità di cambiamento, di lasciare la strada conosciuta per percorrere nuovi sentieri inesplorati, ma con nuove possibilità di scoperta e crescita personale e professionale».

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