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Faenza Lotta: a marzo Erion Garxenaj difenderà il titolo italiano 80 kg

Vincere è difficile, confermarsi lo è ancora di più. Nel febbraio 2016 ai campionati di Lido di Ostia Erion Garxenaj ha conquistato il titolo di campione italiano assoluto di lotta greco-romana (categoria 80 kg). Un successo frutto di un cammino che l’atleta ha fatto all’interno della Palestra Lucchesi di Faenza, nel solco dei grandi campioni del passato e del presente. Per Erion le sfide non sono però finite: il prossimo 4 marzo 2017, sempre a Lido di Ostia, il lottatore cercherà di difendere il titolo faentino da campione in carica. Una sfida che Erion vuole portare a termine con successo, come la lotta gli ha sempre insegnato di fare.

“Mi sono subito innamorato di questo sport”

Dall’Albania all’Italia all’età di undici anni. Erion, classe 1986, arriva bambino a Faenza e nel giro di pochi anni legherà il suo nome alla Palestra Lucchesi, luogo che ha formato diversi medagliati olimpici e tanti atleti che hanno conquistato titoli in giro per l’Italia e nel mondo. «Ho conosciuto la lotta tramite dei miei amici che già la praticavano e che mi hanno chiesto di provare – racconta Erion Garxenaj – Avevo quattordici anni, e mi sono innamorato di questo sport e continua ad appassionarmi anche ora che ne ho trenta».

La finale di Lido di Ostia dove Erion Garxenaj ha conquistato il titolo nazionale.
La finale di Lido di Ostia dove Erion Garxenaj ha conquistato il titolo nazionale.

Erion Garxenaj: “Perché mi piace? Dà soddisfazioni, è completa e forma il carattere”

Di questo sport Erion ama soprattutto la soddisfazione personale che è in grado di dare. «Quando vinci una gara l’hai vinta te da solo con le tue forze – spiega l’atleta – Inoltre è uno sport completo a livello fisico». Ma non è solo nel corpo che la lotta è in grado di far crescere i propri atleti. «La lotta ti forma il carattere – afferma Erion – perché quando devi calare quattro o cinque chili prima di arrivare al giorno della gara non è facile, devi stringere i denti per raggiungere il tuo obiettivo. In questo senso la lotta ti insegna a non mollare mai».

A febbraio 2016 il titolo di campione italiano assoluto 80 kg

Allenamento dopo allenamento, quello che all’inizio era solo un gioco diventa anche un percorso fatto di successi, sconfitte e soddisfazioni. Dopo diversi tentativi l’anno scorso finalmente Erion è riuscito a conquistare i campionati italiani di lotta nella categoria 80 kg. «È stata una bella gioia – commenta il campione italiano – inseguivo questo titolo da diversi anni e mi era sfuggito per due o tre volte. La prima cosa che ho pensato è stata: “Finalmente ce l’ho fatta dopo tante fatiche”».

La palestra Lucchesi di Faenza: fucina di campioni

Ieri come oggi Faenza, e in particolare la palestra Lucchesi, si dimostra essere fucina di tanti campioni nel mondo della lotta, un’eccellenza a livello nazionale e non solo. «Questo avviene – prova a spiegare Erion – perché è una palestra completa di tutto, non solo a livello di macchinari. Ci sono tecnici preparati e atleti di alto livello: in questo modo hai tanti partener preparati con cui allenarti e questo è molto importante per alzare il tuo livello di preparazione».

“Il futuro? Mi piacerebbe insegnare quello che ho imparato”

Erion Garxenaj (a sinistra).
Erion Garxenaj (a sinistra).

Nel breve termine l’obiettivo di Erion è la riconferma del titolo italiano. Ma nei prossimi anni ci sono altri obiettivi che si prefigge di raggiungere? «Diciamo che ormai, a 30 anni, ho fatto gran parte del mio percorso sportivo e mi sono tolto parecchie soddisfazioni. Ho anche ricevuto la convocazione nazionale, ma il lavoro che faccio (operaio elettricista, ndr) non mi ha permesso di accettarla per via dei permessi. In ogni caso, continuo a praticare lotta per passione, perché mi piace». E il futuro cosa ha in serbo per Erion una volta terminata la carriera agonistica? «Mi piacerebbe inserirmi nella palestra – risponde l’atleta – per poter insegnare a dei ragazzini quello che altri hanno insegnato me». Il trapasso di nozioni dai campioni ai giovani: anche questa è una chiave per spiegare la grande tradizione di questa palestra faentina.

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