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Noura Louha, candidata alla Consulta degli stranieri “per costruire una cultura condivisa”

Scade il 19 settembre 2017 il termine per presentare la richiesta di partecipazione al nuovo consiglio della Consulta delle cittadine e dei cittadini stranieri non comunitari e apolidi residenti nel Comune di Faenza. Chi sono i candidati? Abbiamo parlato con Noura Louha, giovane marocchina di 22 anni membro dell’Associazione di Cultura Islamica della città, che ha scelto di “scendere in campo” e dedicare il proprio tempo a questa forma di cittadinanza attiva.

Noura, parlaci un po’ di te.

Mi chiamo Nouhra Louha, ho 22 anni e vivo in Italia dal 2006. Ho sempre vissuto a Faenza, da cui attualmente faccio la pendolare verso Bologna dove studio all’Università, facoltà di Scienze Politiche. Nel tempo libero mi occupo di teatro, per cui recito, scrivo e insegno in arabo, suddividendo l’attività tra Faenza, Forlì e Bologna.

Cosa ti piace di Faenza? In cosa potrebbe migliorare?

A Faenza si sta bene, è una città abbastanza tranquilla dove convivono culture diverse che si rispettano l’un l’altra. Il clima è molto sereno. Ovvio che, come in tutte le situazioni, esiste sempre un margine di miglioramento se si è disposti a mettersi in gioco. Io credo che la presenza di diversità culturali, debba essere sfruttata attivamente, per ricavarne qualcosa di positivo. Non bisogna rimanere ancorati alle parole ma impegnarsi per creare situazioni concrete.

Come si può passare dalle parole ai fatti in tema di diversità culturale?

Con l’associazione con cui collaboro a Faenza, abbiamo organizzato le Giornate del dialogo, che si svolgono tra ottobre e novembre. Durante queste giornate organizziamo incontri con tutte le religioni presenti a Faenza, dai musulmani, agli evangelici. Si sceglie un tema e intorno a questo si costruisce un dialogo, in cui ognuno esprime il suo punto di vista. Sono incontri aperti a tutti, improntati alla massima partecipazione: condividiamo idee e cibo, come si fa in una grande famiglia. Questi incontri sono organizzati dai rappresentanti delle varie comunità, ma poi l’incontro in Piazza del Popolo è aperto a tutti. O ancora la Marcia della Pace e l’Eid Mubarak (i festeggiamenti per la fine del Ramadan) sempre in Piazza del Popolo. Anche lì invitiamo tutti quelli che vogliono a festeggiare e mangiare insieme a noi. Sono iniziative che siamo felici di condividere con la cittadinanza.

Perché Noura Louha ha deciso di candidarsi alla Consulta per i cittadini stranieri?

Credo anzitutto che quella della Consulta sia un’esperienza importante a cui ho partecipato anche l’anno scorso, non è una cosa nuova per me. E’ un’esperienza soprattutto formativa, considerata la mia età, attraverso cui costruire e sviluppare una cultura condivisa. E’ anche un modo per conoscere gente nuova e poi ovviamente è una responsabilità nei confronti della mia comunità, per favorire l’integrazione.

Cosa pensi di poter fare per Faenza?

Io vorrei aprire un’associazione rivolta a tutti, non solo ai musulmani. Ho già cercato di farlo in passato ma non è stato possibile, per cui spero di poterlo fare in futuro. Insieme ad altre ragazze musulmane e non, vorrei poter aiutare le persone bisognose, per esempio quelle che si vedono la mattina dormire in stazione o che vivono altre situazioni precarie. Credo sia importante prendere l’iniziative e aiutare chi ha più bisogno di noi. La solidarietà può cambiare le cose.

I recenti attentati di Daesh, hanno portato spesso ad associazioni er-rate tra religione islamica e terrorismo. Come si possono superare questi stereotipi?

La conoscenza è la chiave di volta. Bisogna conoscere se stessi e poi gli altri. Un musulmano prima di parlare deve capire cosa vuol dire essere musulmano. Questo vale un po’ per tutti. Non bisogna fermarsi alle apparenze ma conoscere l’altro e rispettarsi. Anche tra amici nati e cresciuti in Occidente a volte non ci si comprende, ma si può sempre imparare.

A questo riguardo, come trovi la situazione a Faenza? C’è qualcuno che si ferma a questi stereotipi?

Le persone che accusano, in generale, lo fanno perché non sanno e non vogliono informarsi. Chi vuole informarsi può capire la nostra religione e non fermarsi alle apparenze. Ci vogliono anni per costruire una cultura, mentre per capirla o saperne di più basta sicuramente meno. A volte è capitato di imbattersi in qualcuno che ti dice “torna nel tuo Paese”, ma appunto sono una minoranza e sono persone che non vogliono informarsi. In altri casi abbiamo riscontrato dei pregiudizi, come nel caso delle donne velate che hanno problemi a trovare lavoro. Lì purtroppo basterebbe capire che sotto a quel velo hanno un cervello ed è funzionante come tutti gli altri.

Quale potrebbe essere uno strumento per abbattere le barriere culturali?

A Faenza i giovani hanno capito che non siamo un pericolo perché ab-biamo frequentato la scuola insieme e siamo amici. In quel caso non ci sono barriere. Sono gli anziani che più spesso ci giudicano ma perché non hanno strumenti. Se loro non vogliono capire non capiranno, è una questione di mentalità e di appartenenza ad epoche storiche diverse. Una soluzione potrebbe essere scoprirsi e conoscersi reciprocamente, dare l’opzione agli altri di farci conoscere. Noi siamo qui, viviamo qui. Quindi perché alimentare un clima di odio e tensione? Noi siamo civili, non facciamo scelte politiche e siamo estranei quel clima di terrore che si sta diffondendo nel mondo, quindi è inutile cadere in questa trappola.

Quale messaggio vorresti veicolare a tutta la cittadinanza?

Chiedo di fermare odio e rancore verso gli altri perché la vita dura poco e saremo solo un ricordo, per cui perché non potere essere felici insieme? Noi e voi non devono esistere, ci deve essere solo un noi.

Per approfondire criticità e opportunità della Consulta degli stranieri ecco l’intervista ad Andrea Luccaroni e agli esponenti della Lega Nord,

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